Gasparato l’ultimo a finire davanti ai giudici
Il processo per Gasparato è solo l’ultimo capitolo
«Mi metto nei suoi panni: so che quando arriva un rinvio a giudizio non stai bene, ma la cosa più importante è non farsi prendere dal cinismo e dallo sconforto, i tempi della giustizia sono purtroppo lunghi, deve avere la pazienza di aspettare». Fabio Venturi, attuale presidente di Agsm, sa come ci si sente nei panni di Matteo Gasparato. Il presidente del Consorzio Zai è solo l’ultimo della lunga fila di uomini vicini a Flavio Tosi che, dalla prima elezione del sindaco nel 2007 a oggi, hanno avuto problemi con la giustizia, tra cui lo stesso Venturi (poi assolto con formula piena). Il primo fu l’allora presidente di Atv Soardi, dimessosi per alcuni rimborsi falsi. Il caso più eclatante: quello di Giacino.
«Mi metto nei suoi panni: so che quando arriva un rinvio a giudizio non stai bene, ma la cosa più importante è non farsi prendere dal cinismo e dallo sconforto, i tempi della giustizia sono purtroppo lunghi, deve avere la pazienza di aspettare». Fabio Venturi, attuale presidente di Agsm, sa come ci si sente nei panni di Matteo Gasparato. Il presidente del Consorzio Zai è solo l’ultimo della lunga fila di uomini vicini a Flavio Tosi che, dalla prima elezione del sindaco nel 2007 a oggi, hanno avuto problemi con la giustizia, tra cui lo stesso Venturi. Fu indagato, processato e condannato in primo grado con l’accusa di aver avvertito un barista suo amico dei controlli della Polizia municipale. Per la legge Severino, decadde da presidente della Quinta Circoscrizione. Poi, in appello è arrivata una assoluzione piena.
Quanto a Gasparato, da poco riconfermato alla presidenza del Consorzio Zai nonostante l’inchiesta – uomo di fiducia dell’ex vicesindaco e oggi capogruppo della lista Tosi in Regione Stefano Casali - è stato da poco rinviato a giudizio per tentata concussione in una trattativa per la vendita dell’area della Marangona, la stessa dove si insedierà Ikea. A questo si è aggiunta anche un’indagine per peculato, per l’uso improprio di carte di credito aziendali. Gasparato non ha voglia di parlare in questo momento, ma è ovviamente molto amareggiato per la vicenda. «Sono convinto della sua innocenza, conosco la persona, con lui si fa politica da tanti anni assieme – continua Venturi - Sono sereno per lui e convinto che riuscirà a chiarire la sua posizione, scommetto sulla sua assoluzione, le contestazione mosse non mi paiono così forti».
Per Tosi, la prima grana arriva nel 2010, quando Gianluigi Soardi, un consigliere leghista da lui promosso a presidente dell’Atv, è costretto a dimettersi una volta che la procura lo indaga per aver falsificato alcuni rimborsi di viaggio. Sarà infine condannato per peculato e sparirà dalla circolazione.
Una successiva inchiesta, nata da una denuncia politica del Partito democratico, gli enti partecipati del Comune : è la cosidetta «Parentopoli», che ipotizza assunzione indebite di parenti di politici. Un gran numero di indagati, consiglieri di amministrazione e direttori generali in Amt, Atv fino ad Agsm e alle partecipate di Amia Serit e Transeco: ma alla fine, nel maggio 2015, un giudice stabilisce che «il fatto non sussiste» e tutti gli indagati andranno assolti. Al momento, è rimasto in piedi solo un filone bis di quella maxi inchiesta che riguarda l’assessore alle Partecipate Enrico Toffali: domani è previsto l’inizio del processo davanti al Tribunale collegiale.
Ben diverso l’esito, finora limitato ai primi due gradi di giudizio, del processo che ha visto coinvolto l’ex vicesindaco e assessore all’Urbanistica Vito Giacino. Quando l’indagine divenne di dominio pubblico e lui fu costretto a dimettersi nell’ottobre 2013, pochi mesi prima del clamoroso arresto, Giacino non era solo l’uomo più vicino a Tosi, ma il suo successore designato alla guida del Comune. Accusato di aver preso tangenti dall’imprenditore Alessandro Leardini, Giacino è in attesa dell’ultimo verdetto della Cassazione sulla sua vicenda, dopo che la sua condanna è stata ridotta in appello a 3 anni e 4 mesi. Il secondo mandato di Tosi è stato contrassegnato anche dalle dimissioni forzate di un altro assessore, quello allo Sport Marco Giorlo, protagonista suo malgrado della famosa puntata di Report sull’amministrazione Tosi: ma tutte le contestazioni giudiziarie contro di lui non si concretizzeranno mai. Giorlo ha annunciato di volersi candidare sindaco alle elezioni del 2017 con una sua lista civica.
Lo stesso Tosi, adesso, dovrà fare i conti con la coda velenosa della vicenda Report. Nell’assolvere il giornalista Sigfrido Ranucci dalla numerose querele che gli erano state intentate, il giudice ha disposto l’imputazione coatta per lo stesso Tosi, con l’accusa di diffamazione. Il processo inizierà a novembre. Per lo stesso reato è stato condannato uno dei più fedeli collaboratori di Tosi in questi anni, l’ex sovrintendente della Fondazione Arena Francesco Girondini, per le accuse rivolte all’allora direttore artistico Umberto Fanni a proposito di un doppio incarico.
Fabio Venturi Gasparato? So come si sente, ma sono sereno per lui: scommetto sulla sua assoluzione