Renzi ancora in Veneto tra aziende e referendum
TREVISO Per la terza volta nella sua storia di premier, Matteo Renzi torna a Treviso. Era già successo giusto un anno fa, in occasione dell’assemblea di Unindustria, e venti mesi prima, al debutto assoluto fuori da Roma. Come allora, anche adesso la calata del presidente del Consiglio è capitata fra capo e collo di cerimoniali e segreterie: per quanto immaginata da un paio di mesi, e nell’aria da una decina di giorni (tanto da essere prima annunciata e poi cancellata nel giro di qualche ora), la visita è stata confermata soltanto ieri per oggi. Ma tant’è: nemmeno una settimana dopo la presentazione di Industria 4.0 a Verona con il ministro Carlo Calenda, e prima di fare capolino a Vicenza ai primi di novembre, stamattina il capo del governo ricompare in Veneto, per un’intensa giornata fra eccellenze produttive e campagna referendaria.
Letta come l’ha scritta Palazzo Chigi, la pagina odierna dell’agenda del premier rientra appieno nella narrazione renziana della rapidità e della concretezza: «Ore 9 visita alla Texa (Monastier di Treviso). Ore 10 visita alla Fassa Bortolo (Spresiano). Ore 11 visita alla Latteria Montello Nonno Nanni (Giavera del Montello). Ore 11.40 visita alla Tecnica Group (Giavera del Montello). Ore 12.30 visita alla Geox (Montebelluna). Ore 16.30 iniziativa pubblica presso l’auditorium Appiani (Treviso)». In realtà ci sono anche un pranzo, a Villa Minelli di Ponzano Veneto «con Gilberto Benetton e alcuni componenti della famiglia», e altri due impegni pomeridiani con bambini e amministratori. Niente cena trevigiana, invece: alle 19.30 il presidente del Consiglio è atteso in prefettura a Genova, con decollo dall’aeroporto Canova.
Ma ce l’hanno messa tutta, per incastrare quanti più appuntamenti è possibile, le due donne e i due uomini che da fine luglio lavorano all’operazione: la capogruppo dem in consiglio regionale Alessandra Moretti per la pianificazione complessiva, la presidente degli Industriali trevigiani Maria Cristina Piovesana (con cui il feeling evidentemente continua) per il contatto con le aziende, il sindaco del capoluogo Giovanni Manildo per le relazioni sul territorio e il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Luca Lotti come avamposto romano. «Il presidente Renzi vuole far sentire la vicinanza del governo alle imprese venete — spiega Moretti — e ha chiesto espressamente di poter conoscere da vicino alcuni fiori all’occhiello dell’economia di questo territorio, sia di grandi che di piccole e medie dimensioni». Ecco allora la scelta della Texa di Bruno Vianello («una ditta completamente made in Italy, che ha vinto numerosi premi internazionali per l’innovazione e negli ultimi quattro anni ha assunto oltre cento persone») e della Geox di Mario Moretti Polegato («un marchio giovane, che sa coniugare la creatività con la ricerca e dedica grande attenzione alla formazione del personale»), ma anche di Fassa Bortolo, Nonno Nanni e Tecnica. «Realtà che producono e che esportano — osserva Roger De Menech, segretario regionale del Partito Democratico — capaci di dimostrare che le riforme economiche del governo, dal super-ammortamento al Jobs Act, possono davvero tradursi in modelli virtuosi di sviluppo».
Dopo la pausa pranzo nella sede di rappresentanza del gruppo Benetton e della holding Edizione, il corteo presidenziale farà di nuovo rotta verso Treviso. Prima tappa alle 14.30 al centro sportivo della Ghirada, seconda alle 15.30 a Palazzo dei Trecento per un confronto con i sindaci della Marca e i consiglieri comunali del capoluogo (nonché una rappresentanza di dirigenti scolastici, anche delle paritarie per i problemi di fondi), terza e ultima alle 16.30 in piazza delle Istituzioni per l’evento dedicato alla riforma costituzionale e curato dal comitato «Basta un sì». «Questo incontro aperto al pubblico — prevede Lorena Andreetta, leader provinciale del Partito Democratico — servirà a Renzi come un termometro per misurare l’umore degli elettori trevigiani e veneti».
Imponenti le misure di ordine pubblico predisposte dalla prefettura con il concorso di questura, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale, anche se lo staff governativo ha riferito la richiesta del segretario nazionale del Pd di «alleggerire il più possibile» il dispositivo «per evitare disagi alla cittadinanza». Questo è quanto, dato che esigenze di sicurezza da un lato e di logistica dall’altro, soprattutto ricordando disordini e ritardi registrati all’esordio di Renzi da premier, avrebbero indotto l’organizzazione a tagliare ulteriori programmi. Anche se con «Matteo», campione del cambio in corsa, fino all’ultimo non si potrà mai dire.
Sicurezza Mobilitati questura, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale