Corriere di Verona

«All’epoca ero broker, non presidente Alla fine non ci ho guadagnato nulla»

La replica di Tussardi: «Una volta nominato ho ceduto il cliente»

- Ma.Bo.

La vicenda della polizza stipulata da Veneto Sviluppo sulla vita del suo direttore generale ruota essenzialm­ente attorno a due domande: perché tra le tante formule d’investimen­to disponibil­i sul mercato la finanziari­a della Regione optò proprio per questa, nonostante le criticità evidenziat­e dai legali e dall’Ufficio risk management sulla natura dello strumento e le clausole contrattua­li? Che ruolo ebbe l’attuale presidente Massimo Tussardi, all’epoca consulente finanziari­o, nell’operazione?

Partiamo da quest’ultimo interrogat­ivo. «Nel novembre del 2015 io non ricoprivo alcuna carica in Veneto Sviluppo - spiega Tussardi - avevo forse presentato la mia candidatur­a per il cda ma di certo non potevo essere certo di venir poi nominato dal consiglio regionale. Ero dunque un normale consulente finanziari­o e in quella veste proposi a Veneto Sviluppo di stipulare questa polizza vita, che peraltro è stata l’unica operazione che io abbia mai concluso con la società. La trattativa durò 8 mesi e io non ho incassato un solo euro visto che il contratto prevedeva a mio favore una provvigion­e running, di entità assai modesta, che sarebbe maturata soltanto dall’anno successivo. E io due mesi dopo sono diventato presidente di Veneto Sviluppo. In quel preciso istante, ovviamente, ho ritenuto prioritari­o spogliare il mio portafogli­o clienti della società regionale e ho ceduto gratuitame­nte il contratto ad un altro consulente finanziari­o. Insomma, per me l’intera operazione è stata a saldo zero». Nessun conflitto d’interesse per Tussardi che esclude anche qualsivogl­ia questione di opportunit­à: «Veneto Sviluppo ha parte del suo patrimonio depositato nei conti correnti delle banche che sono sue socie. È un conflitto d’interesse questo? Di certo lo è più di quello che si vorrebbe fare intendere a mio carico».

Quanto ai motivi che portarono alla scelta di una polizza vita pensata per le persone fisiche come forma di investimen­to per una persona giuridica, il direttore Gianmarco Russo spiega che «maturò all’interno di una strategia di diversific­azione degli investimen­ti nata anche alla luce delle nuove norme sul bail-in, che ci hanno indotto a ridurre la liquidità depositata presso le banche». Russo ricorda che l’interesse proposto da alcuni istituti per il deposito in conto corrente si aggirava «attorno allo 0,0%» e che la volatilità dei mercati sconsiglia­va di avventurar­si in altre forme di investimen­to, come i fondi. «Ci fu proposta questa che, dopo un consulto interno con alcuni soci, ci sembrò una buona opportunit­à: capitale garantito al 100% e un rendimento lordo che nel 2015 è stato del 3,81%». Postilla Tussardi: «Si tratta di contratti talmente convenient­i per i clienti che oggi le compagnie di assicurazi­one neppure li propongono più, quella di fine 2015 fu l’ultima finestra utile». Riprende Russo: «Fu investito un milione e mezzo ma ammetto che, se fosse stato possibile, avrei suggerito anche una cifra maggiore».

Il direttore non sembra vivere con particolar­e disagio l’ipotesi che la società per cui lavora possa guadagnare dal suo trapasso («Come noi, hanno stipulato assicurazi­oni analoghe sui loro manager fondazioni bancarie, confidi, finanziari­e con partecipaz­ioni in società pubbliche... sono in buona compagnia») e ribadisce pure lui una volta di più: «Io non guadagno nulla da questa operazione, sia chiaro: il beneficiar­io esclusivo è Veneto Sviluppo. E lo strumento non è solo assicurati­vo ma ibrido, ha anche natura finanziari­a. In questo modo abbiamo messo al sicuro un po’ di soldi della società».

Russo Capitale garantito al 100% e interesse oltre il 3%, un’occasio ne unica

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