Corriere di Verona

Steiner, scrittore di avventure tra i carcerati

Marco Steiner, già collaborat­ore di Hugo Pratt, selezionat­o con «Oltremare». Domani incontrerà il gruppo di lettura creato tra i detenuti del carcere, poi alle 17 presenterà il libro in Civica: «Racconto il giovane Corto Maltese»

- Camilla Bertoni

Emilio Salgari, di cui è stato appassiona­to lettore, gli ha aperto quand’era ragazzino le porte della fantasia e del viaggio d’avventura. Hugo Pratt, di cui è stato uno dei più stretti collaborat­ori, gli ha mostrato un mondo inedito con le illustrazi­oni delle storie di Corto Maltese. Ma è stato solo quando lui stesso è diventato viaggiator­e e reporter che Marco Steiner ha capito qual era la vita che voleva fare. Non più quella del medico, profession­e che fino a quattro anni fa ancora praticava, ma quella dello scrittore di romanzi e di reportage di viaggio, intrapresa da tempo a latere, ormai diventata esclusiva.

Steiner, romano, classe 1956, è stato selezionat­o dalla giuria del Premio Salgari nella terna dei finalisti con «Oltremare» (Sellerio), secondo romanzo dedicato, come il precedente, «Il corvo di pietra», al giovane Corto Maltese. E domani incontrerà i suoi lettori tra i detenuti della Casa Circondari­ale di Montorio, dove da tempo si è costituito (in collaboraz­ione con l’associazio­ne Microcosmo e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale) uno dei tanti gruppi di lettura destinati a votare il vincitore del Premio Salgari, undicesima edizione, che sarà assegnato il 12 novembre.

Alle 17, alla Biblioteca Civica di Verona in sala Farinati, incontrerà poi il pubblico (a cura della libreria Gulliver). Ma che effetto fa parlare di viaggi a persone che della libertà di viaggiare sono private? «Mi sento investito di un ruolo importante – spiega Steiner -, non mi è mai capitato prima di incontrare lettori carcerati e mi sento molto motivato: prediligo le persone che non hanno un percorso rettilineo e sono state costrette a superare

degli ostacoli nella loro vita. E poi nel mio romanzo la protagonis­ta finisce in carcere…»

La storia comincia in Sicilia, per finire in Cambogia, o meglio nell’Indocina colonia francese dei primi del ‘900, dopo aver toccato i porti di Venezia, dell’isola prigione di Poulo Condor a sud della Cina, le acque del Mekong, Istanbul, le isole greche e dei Mari del Sud.

«In Cambogia una ragazza – spiega ancora l’autore-, figlia del capo di una tribù ribelle, viene catturata e incarcerat­a per estorcerle informazio­ni. Qui entra in scena il giovane Corto Maltese che insieme ai suoi lotta per liberarla».

E che cosa abbia spinto lo scrittore a scegliere Corto Maltese come eroe di riferiment­o, raccontand­one attraverso questo e il precedente romanzo la formazione, Steiner lo spiega così: «L’unico suo principio, lo dice Corto Maltese stesso, è quello di non tradire mai un amico, è il personaggi­o che più di ogni altro rappresent­a l’icona della libertà e dei valori dell’amicizia. Ho vissuto – conclude Steiner – un grande rapporto di amicizia con Hugo Pratt di cui sono stato collaborat­ore (gli affidava le ricerche filologich­e per dare realtà alle vicende di Corto Maltese ndr) e discepolo. Non ho certo la presunzion­e di continuare la sua opera, ma la mia idea è quella di raccontare la sua formazione, di dipingerlo attraverso le sue esperienze giovanili».

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Scrittore Marco Steiner, già storico collaborat­ore di Hugo Pratt, è finalista al Premio Salgari con Oltremare
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