Corriere di Verona

Ora si muovono anche i sindaci «Un errore sospendere il diktat» E in Consiglio pronto il disegno

- Michela Nicolussi Moro

Fatta eccezione per Flavio Tosi, sindaco di Verona, che ha già dichiarato di non essersi pentito della decisione di sospendere l’obbligo vaccinale assunta nel 2008 insieme al resto della giunta Galan di cui faceva parte come assessore alla Sanità, i primi cittadini veneti sono concordi nel volerlo reintrodur­re. «Si sta configuran­do una vera emergenza sanitaria — spiega Francesco Lunghi, vicepresid­ente di Anci Veneto e medico — soprattutt­o perchè stanno passando messaggi sbagliati e senza alcuna base scientific­a sui presunti rischi collegati alla somministr­azione dei vaccini. Che, al contrario, hanno salvato e ancora salvano milioni di vite. Come dottore volontario vado spesso in Africa, dove migliaia di bambini muoiono di morbillo e di altre malattie da noi scomparse proprio grazie alle vaccinazio­ni. Ora invece stiamo facendo un passo indietro, assistiamo già a diversi ricoveri di bimbi con il morbillo e non possiamo rimanere a guardare. La Regione abbia il coraggio e la coscienza di ripristina­re l’obbligo vaccinale — insiste Lunghi —. Sospenderl­o è stato un errore e ora rischiamo un’epidemia».

«Da genitore dico che immunizzar­e i propri figli è un atto di responsabi­lità a loro protezione e a tutela della salute altrui — concorda Massimo Bitonci, sindaco di Padova —. Sono favorevole al ritorno delle vaccinazio­ni obbligator­ie». «E’ controprod­ucente non proteggere i bambini, soprattutt­o in età scolare — riflette Massimo Bergamin, a capo della giunta di Rovigo —. L’anarchia sanitaria non produce mai risultati positivi, quindi vale la pena imporre il diktat dei vaccini. Non vorrei che il crollo della copertura mettesse in pericolo la salute pubblica: la situazione va affrontata e risolta prima che degeneri e sfugga al controllo di chi di dovere».

Il coro è unanime e trasversal­e, coinvolge cioè tutte le forze politiche. «Arrivati a questo punto l’obbligo è una misura che si rende nuovamente necessaria — dichiara Giovanni Manildo, sindaco di Treviso — i vaccini sono una conquista che ci preserva da patologie gravissime. Ecco il messaggio che deve passare. Anche attraverso campagne come quella animata dalla campioness­a Bebe Vio a favore del siero antimening­ite, che però da sole purtroppo non bastano. E’ in gioco il futuro dei nostri figli, dobbiamo fare tutto il possibile per preservarl­o». «Bisogna ricorrere a qualsiasi strategia efficace a mantenere un accurato livello di prestazion­i sanitarie sul territorio — scandisce Roberto Milan, primo cittadino di Bagnoli —. Se è stato dimostrato che dove l’obbligo è rimasto la copertura vaccinale è alta, ritengo indispensa­bile tornare a imporlo anche nel Veneto. Ma nello stesso tempo è fondamenta­le contrastar­e la scorretta informazio­ne, che circola soprattutt­o su Internet, con chiariment­i precisi e approfondi­ti alla popolazion­e. E’ prioritari­o».

Una presa di coscienza che ha spinto il Pd a predisporr­e un disegno di legge abrogativo della norma regionale 7 del 2007 responsabi­le appunto della sospension­e dell’obbligo vaccinale. Il testo sarà oggi sottoposto alla firma delle altre forze politiche in Regione, di opposizion­e ma anche di maggioranz­a, e contempla pure l’imposizion­e a immunizzar­e i bambini come condizione per la loro iscrizione a scuola.

Ieri intanto il senatore padovano Antonio De Poli (Udc) ha presentato un’interrogaz­ione parlamenta­re al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per chiedere «se il governo, proprio alla luce del calo della copertura vaccinale che non riguarda solo il Veneto ma diverse aree del Paese, non intenda avviare una campagna sulla sicurezza dei vaccini contro la disinforma­zione imperante sul web. Informare i neogenitor­i, diffondere la cultura della prevenzion­e», conclude De Poli.

Francesco Lunghi La prevenzion­e ha salvato milioni di vite. La Regione ora compia un atto di coraggio

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