Ora si muovono anche i sindaci «Un errore sospendere il diktat» E in Consiglio pronto il disegno
Fatta eccezione per Flavio Tosi, sindaco di Verona, che ha già dichiarato di non essersi pentito della decisione di sospendere l’obbligo vaccinale assunta nel 2008 insieme al resto della giunta Galan di cui faceva parte come assessore alla Sanità, i primi cittadini veneti sono concordi nel volerlo reintrodurre. «Si sta configurando una vera emergenza sanitaria — spiega Francesco Lunghi, vicepresidente di Anci Veneto e medico — soprattutto perchè stanno passando messaggi sbagliati e senza alcuna base scientifica sui presunti rischi collegati alla somministrazione dei vaccini. Che, al contrario, hanno salvato e ancora salvano milioni di vite. Come dottore volontario vado spesso in Africa, dove migliaia di bambini muoiono di morbillo e di altre malattie da noi scomparse proprio grazie alle vaccinazioni. Ora invece stiamo facendo un passo indietro, assistiamo già a diversi ricoveri di bimbi con il morbillo e non possiamo rimanere a guardare. La Regione abbia il coraggio e la coscienza di ripristinare l’obbligo vaccinale — insiste Lunghi —. Sospenderlo è stato un errore e ora rischiamo un’epidemia».
«Da genitore dico che immunizzare i propri figli è un atto di responsabilità a loro protezione e a tutela della salute altrui — concorda Massimo Bitonci, sindaco di Padova —. Sono favorevole al ritorno delle vaccinazioni obbligatorie». «E’ controproducente non proteggere i bambini, soprattutto in età scolare — riflette Massimo Bergamin, a capo della giunta di Rovigo —. L’anarchia sanitaria non produce mai risultati positivi, quindi vale la pena imporre il diktat dei vaccini. Non vorrei che il crollo della copertura mettesse in pericolo la salute pubblica: la situazione va affrontata e risolta prima che degeneri e sfugga al controllo di chi di dovere».
Il coro è unanime e trasversale, coinvolge cioè tutte le forze politiche. «Arrivati a questo punto l’obbligo è una misura che si rende nuovamente necessaria — dichiara Giovanni Manildo, sindaco di Treviso — i vaccini sono una conquista che ci preserva da patologie gravissime. Ecco il messaggio che deve passare. Anche attraverso campagne come quella animata dalla campionessa Bebe Vio a favore del siero antimeningite, che però da sole purtroppo non bastano. E’ in gioco il futuro dei nostri figli, dobbiamo fare tutto il possibile per preservarlo». «Bisogna ricorrere a qualsiasi strategia efficace a mantenere un accurato livello di prestazioni sanitarie sul territorio — scandisce Roberto Milan, primo cittadino di Bagnoli —. Se è stato dimostrato che dove l’obbligo è rimasto la copertura vaccinale è alta, ritengo indispensabile tornare a imporlo anche nel Veneto. Ma nello stesso tempo è fondamentale contrastare la scorretta informazione, che circola soprattutto su Internet, con chiarimenti precisi e approfonditi alla popolazione. E’ prioritario».
Una presa di coscienza che ha spinto il Pd a predisporre un disegno di legge abrogativo della norma regionale 7 del 2007 responsabile appunto della sospensione dell’obbligo vaccinale. Il testo sarà oggi sottoposto alla firma delle altre forze politiche in Regione, di opposizione ma anche di maggioranza, e contempla pure l’imposizione a immunizzare i bambini come condizione per la loro iscrizione a scuola.
Ieri intanto il senatore padovano Antonio De Poli (Udc) ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per chiedere «se il governo, proprio alla luce del calo della copertura vaccinale che non riguarda solo il Veneto ma diverse aree del Paese, non intenda avviare una campagna sulla sicurezza dei vaccini contro la disinformazione imperante sul web. Informare i neogenitori, diffondere la cultura della prevenzione», conclude De Poli.
Francesco Lunghi La prevenzione ha salvato milioni di vite. La Regione ora compia un atto di coraggio