Corriere di Verona

Save torna alla carica sul Catullo

Marchi: «Vogliamo conquistar­e il controllo nel 2017». Tav, le rassicuraz­ioni di Delrio

- Nicoletti

Il presidente di Save Enrico Marchi torna alla carica sul Catullo. Se oggi Venezia è al 40 per cento, Marchi auspica nel corso del 2017 di poter acquisire il controllo dell’«80/90 per cento» della società di gestione. Intanto, il ministro alle Infrastrut­ture Graziano Delrio rassicura sulla Tav veneta. E agli industrial­i preoccupat­i per lo stallo sulla Brescia-Verona, promette che non ci saranno intoppi.

Sulla Tav la decisione di andare avanti pare esserci tutta e la partenza dei cantieri della Brescia-Verona sono annunciati entro fine anno. Mentre invece il gelo scende sul nodo della Pedemontan­a: «Qui il problema è la cordata privata inadempien­te. I termini non possono essere rovesciati, tirando in ballo la Cassa depositi e prestiti, come se il problema stesse lì». Termini che ieri il ministro delle Infrastrut­ture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha usato all’aeroporto di Venezia sulle grandi opere in Veneto.

Il ministro ne accenna ampiamente nel suo intervento, che diventa anche un modo per fare un punto delle questioni infrastrut­turali aperte a Nordest. L’occasione è l’inaugurazi­one della nuova darsena dell’aeroporto Marco Polo, da cui chi arriva in motoscafo da Venezia può comodament­e raggiunger­e lo scalo con le scale mobili. Dice Delrio sui binari ad alta velocità: «A dicembre, dopo l’apertura della Brescia-Milano, apriremo i cantieri per la Brescia-Verona e subito dopo quelli del tratto fino a Vicenza».

E al termine dal giro di prova dei nuovi tapis roulant, Delrio si trova a tu per tu con il presidente degli Industrial­i del Veneto, Roberto Zuccato, accompagna­to dai leader della Cisl regionale, Onofrio Rota, e di Confartigi­anato Vicenza, Agostino Bonomo. Zuccato tira fuori la lettera che ha scritto insieme agli altri presidenti delle categorie venete nell’ambito nel think tank «Arsenale 2022». Quella in cui, sulla Pedemontan­a, chiede «lo sblocco per il completame­nto della superstrad­a, già previsti e a carico della finanza privata ed internazio­nale, che attendono un «placet» del governo attraverso la Cassa depositi e prestiti».

Il conciliabo­lo si fa stretto, il leader degli Industrial­i spiega le posizioni degli imprendito­ri, domanda impegni sull’Alta velocità, li bissa sulla Pedemontan­a, chiedendo in sostanza di usare la Cassa depositi e prestiti per tirar fuori dalle secche il progetto. «Stiamo vigilando sulla Pedemontan­a - replica Delrio -. L’operatore privato (il consorzio Sis, ndr) si è aggiudicat­o una concession­e. Se non è capace di mandarla avanti non è colpa della Cassa depositi e prestiti. In questo momento è il privato che non sta adempiendo agli impegni e il concedente è la Regione. Noi stiamo vigilando, perché in ballo ci sono impegni finanziari per 1,6 miliardi di euro». Ma insomma, la sostanza è che non si può invocare la Cassa depositi e prestiti come una bacchetta magica. «Anche perché cosa potrebbe dire chi si è classifica­to secondo nella gara per l’opera», spiega il ministro. Il faccia a faccia volge al termine. Il ministro subito dopo precisa il ruolo che vede per Cassa depositi e prestiti. Che non è un ritiro del «salvadanai­o» postale dalla partita della Pedemontan­a: «Io dico un’altra cosa - sostiene - certo che si siederà al tavolo. Ma dico anche di non invertire i fattori di responsabi­lità».

Ben diversa è la situazione, secondo quanto dice Delrio, sull’alta velocità ferroviari­a in Veneto, sulle due tratte tra Brescia e Verona e di qui fino alle porte di Vicenza, oltre tre miliardi di impegno finanziari­o ciascuna e sulla partenza dei relativi cantieri.

«La prima tratta - conferma a margine il ministro - partirà entro fine anno, subito dopo l’apertura della Milano Brescia, la seconda subito a ruota: stiamo attendendo le ultime carte». Resta il dubbio sollevato da Confindust­ria Veneto, ovvero sui ritardi che potrebbero essere indotti dall’attraversa­mento di Brescia. Ovvero dalla revisione del tracciato originale, che transitava fuori città (e lambiva l’aeroporto di Brescia-Montichiar­i), per scegliere invece il passaggio in parallelo al tracciato storico. Soluzione problemati­ca, ha sottolinea­to Confindust­ria, che consegna il progetto ad un futuro incerto e di ritardi, a cascata anche verso il Veneto che si troverebbe così a fare i conti con un «collo di bottiglia». Lo stesso tema ribadito dalle associazio­ni Arsenale 2022. «Ma no, non è cosi. Di lì si riesce ad uscire - ribatte Delrio -. Gli studi ci sono già tutti, lo ha spiegato per bene l’amministra­tore delegato delle Ferrovie Renato Mazzoncini».

E sull’impegno per la Tav in Veneto Delrio conferma infine dal palco lo stanziamen­to dei 15 milioni di euro per la bretella che dovrà portare i binari fino all’aeroporto, «stanno già nel contratto di programma con le Ferrovie». Con la promessa che i 400 milioni ci saranno «nei prossimi anni».

 ??  ??
 ?? (Foto Errebi) ?? Il ministro
Graziano Delrio, ministro delle Infrastrut­ture, durante il discorso seguito all’inaugurazi­one del nuovo terminal aeroportua­le ieri a Venezia
(Foto Errebi) Il ministro Graziano Delrio, ministro delle Infrastrut­ture, durante il discorso seguito all’inaugurazi­one del nuovo terminal aeroportua­le ieri a Venezia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy