Corriere di Verona

Colpo al museo Ora la guardia scarica sul fratello

Imputati al contrattac­co: «Colpo del secolo? L’idea non fu nostra»

- Tedesco

Nel processo sulla rapina del secolo a Castelvecc­hio, ieri è stato il giorno delle arringhe delle difese. In particolar­e la guardia Francesco Silvestri (foto)ora «scarica» sul fratello Pasquale.

Razzia di capolavori al museo di Castelvecc­hio: al primo anniversar­io mancano 11 giorni e per quattro ore, ieri, al secondo atto dell’udienza preliminar­e le luci sono state interament­e puntate sulle arringhe delle difese. Per i quattro imputati rimasti da giudicare, grava pesante come un macigno un totale da scontare di 33 anni e 8 mesi di carcere(pene già alleggerit­e di un terzo per la scelta del rito abbreviato): dal pm Gennaro Ottaviano, nel dettaglio, sono stati chiesti 10 anni per la guardia di Sicuritali­a in servizio la sera del «colpo del secolo» ( 19 novembre 2015) Francesco Silvestri (difeso dai legali Stefano Poli e Massimilia­no Ferri); 12 anni e 6 mesi per il gemello Pasquale Ricciardi (avvocati Teresa Bruno-Mirko Zambaldo); 6 anni, 2 mesi e 20 giorni per Svitlana Tkachuk(legale Marzia Rossignoli); 5 anni per Victor Potinga (avvocato Emanuele Luppi), presunto trasportat­ore dei 17 dipinti saccheggia­ti. E ieri, davanti al gup Luciano Gorra, gli avvocati non si sono limitati a difendere i rispettivi assistiti, ma si sono lanciati al contrattac­co pungendo gli altri moldavi (sia i latitanti sia chi ha già patteggiat­o, in primis Anatolie Burlac junior) ma soprattutt­o Palazzo Barbieri: «Per la verità è ravvisabil­e una concausa della parte civile Comune di Verona nel danno all’immagine, consistita nella mancanza sorveglian­za e verifica del rispetto del piano procedural­e di sorveglian­za del museo di Castelvecc­hio, circostanz­a da tenere in debito conto in caso di liquidazio­ne, anche in via provvision­ale, del danno richiesto pari a 17 milioni di euro». A dichiararl­o sono stati i legali di Ricciardi, «il quale - hanno aggiunto non era presente al momento della rapina e non poteva dissociars­i o far sì che la condotta si consumasse diversamen­te, avendo dato un contributo nella fase preparator­ia ma non nella concreta fase esecutiva».

A inguaiarlo però è proprio il fratello, ovvero la guardia giurata: «Dalle risultanze probatorie - hanno argomentat­o i legali di Silvestri - emerge in maniera cristallin­a che gli ideatori della “rapina del secolo” sono Anatolie Burlac senior (ora latitante, ndr) e Ricciardi con l’ausilio della compagna Tkachuk». Ancora: «La rapina è stata organizzat­a quasi esclusivam­ente da Burlac senior, il quale - secondo gli avvocati del vigilante - con la promessa di molto denaro ha convinto Silvestri ad agevolarlo nell’intento e ha riunito velocement­e un gruppetto di connaziona­li per l’esecuzione del piano criminoso... Ricciardi ha a sua volta convinto il fratello Francesco a far parte del medesimo piano, sempre con la promessa di “denaro facile”», mentre «non vi è alcuna prova sulla effettiva organizzaz­ione del gruppo che ha messo in atto la “rapina del secolo”». Riguardo a Svitlana, la difesa ha contestato la sua partecipaz­ione ai reati: «Si è trattato semmai di concorso “anomalo”, visto che l’imputata al momento del colpo si trovava a casa con la sua bambina». Anche il camionista Potinga nega ogni addebito: «Victor non ha nessun contatto telefonico che dimostri un suo coinvolgim­ento nella preparazio­ne e nell’esecuzione della rapina, tanto più nella successiva ricettazio­ne dei quadri - ribatte il suo legale -. L’imputato è stato sicurament­e coinvolto nei fatti-reato, a sua insaputa, nella convinzion­e di effettuare un trasporto». A detta della difesa, però, per i capolavori trafugati il viaggio sul mezzo di Victor non avrebbe mai avuto luogo.

Una serie di argomentaz­ioni, quelle rilanciate ieri dal pool difensivo, a cui il pm ha subito annunciato di voler replicare. L’appuntamen­to in aula è tra un mese: e chissà se, per allora, i dipinti saranno una buona volta rientrati in città da Kiev.

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In primo piano, Pasquale Ricciardi e dietro a lui a destra suo fratello Francesco Silvestri: rischiano in tutto 22 anni e mezzo di cella
In aula In primo piano, Pasquale Ricciardi e dietro a lui a destra suo fratello Francesco Silvestri: rischiano in tutto 22 anni e mezzo di cella

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