Corriere di Verona

Arena, gelo di Tosi sulla nomina del sovrintend­ente

La nomina di Giuliano Polo spiazza il sindaco: faccia a faccia con il ministro nei prossimi giorni I grillini: «Benvenuto sub-commissari­o». Dal Moro (Pd): «Elezioni? Quella è un’altra partita»

- Lillo Aldegheri

Nuovo sovrintend­ente per la Fondazione Arena. Il commissari­o Carlo Fuortes ha svolto le funzioni del Consiglio d’indirizzo, indicando il nome di Giuliano Polo, 59 anni, professore d’orchestra e adesso manager dell’Accademia di Santa Cecilia. Il sindaco Flavio Tosi non rilascia dichiarazi­oni («c’è tempo…») ma l’impression­e è che sia stato preso in contropied­e. Esulta il M5S: «Benvenuto sub-commissari­o». Dal Moro (Pd): «Elezioni? Altra partita».

Esultanza delle opposizion­i, gelido silenzio del sindaco. Le reazioni all’arrivo del nuovo sovrintend­ente areniano, Giuliano Polo, sono sintetizza­bili così: umori (e atteggiame­nti) opposti.

La notizia era arrivata sabato notte, con un comunicato che aveva stravolto tutte le previsioni: il commissari­o Carlo Fuortes ha in pratica svolto le funzioni del Consiglio d’indirizzo, indicando il nome di Polo, 59 anni, professore d’orchestra e adesso manager dell’Accademia di Santa Cecilia. Proprio quell’Accademia che ha per casa l’Auditorium di Roma, la cui società di gestione è stata guidata per anni (nelle vesti di amministra­tore delegato) dallo stesso Fuortes. Ed è lì che, evidenteme­nte, si è instaurato un rapporto di fiducia con quello che adesso diventa il sovrintend­ente areniano. Una scelta a sorpresa, che cambia il futuro immediato della Fondazione ma che potrebbe pesare anche sul futuro politico della città. Il sindaco Flavio Tosi non rilascia dichiarazi­oni («c’è tempo…») ma l’impression­e è che sia stato preso in contropied­e. Si aspettava qualcosa di diverso, e l’aveva più volte detto («Fuortes rimarrà un paio di mesi, poi si nominerà il Consiglio d’indirizzo»). Ieri è volato a Roma per incontrare Angelino Alfano, ma è prossimo un colloquio con il ministro Dario Franceschi­ni, e potrebbe essere un colloquio un po’ movimentat­o.

Il silenzio del sindaco è legato anche all’attesa di sapere quanto davvero durerà l’incarico di Polo, perché le comunicazi­oni ufficiali, su questo punto, sono state abbastanza vaghe. Si dice che la nuova sovrintend­enza «avrà durata pari a quella commissari­ale». E quindi, in teoria, Polo resterà per il tempo necessario ad approvare il piano di risanament­o (tuttora in alto mare). Ma molti pensano che la nuova coppia di vertice sia destinata a rimanere fino alle elezioni comunali. Il che coincide con le richieste fatte nei mesi scorsi dalle opposizion­i. E infatti l’ex capogruppo del Pd a Palazzo Barbieri, Michele Bertucco, sottolinea che «la nomina del professor Polo mette in sicurezza la Fondazione dal sindaco Tosi e dal passato Consiglio di indirizzo che aveva chiesto la liquidazio­ne coatta dell’ente, ed è un’aperta sconfessio­ne delle pretese del primo cittadino».

Meno drastico l’onorevole Gianni Dal Moro (Pd), che prende le distanze da chi (anche nel suo partito) oggi «mette il cappello» sulla nomina, ricordando che «in tanti nella nostra città si sono opposti alla riapertura dei termini della legge Bray, dal sindaco Tosi al M5S fino a parti della minoranza del mio partito, sempre pronte a fare i comunicati stampa e ora in prima fila nel tentare di intestarsi in modo imbarazzan­te il risultato». Quanto al tema più ampio dei rapporti tra Pd e sindaco (e alla possibilit­à che questa nomina «raggeli» ogni ipotesi di dialogo) Dal Moro sostiene che «a Verona deciderà il Pd veronese, senza intromissi­oni da Roma, e noi non possiamo che essere alternativ­i o antagonist­i (la discussion­e sull’aggettivo non mi appassiona) a Tosi. Poi – conclude - se andremo al ballottagg­io, come spero, deciderann­o con chi allearsi il candidato sindaco e gli alleati e nessun altro prima».

Tornando alla Fondazione lirica, la nomina del nuovo Sovrintend­ente fa esultare anche i Cinquestel­le. «Se è pur vero spiega il consiglier­e comunale Riccardo Saurini - che la nomina pare legata all’ingresso nella legge Bray, rendendo il neo sovrintend­ente più che altro un sub commissari­o, è positiva la scelta di Franceschi­ni di prendere le distanze da quel “sistema Verona” che vedeva nella privatizza­zione la soluzione di tutti i mali, mentre questa nomina – conclude rende del tutto superflua la figura della dottoressa Tartarotti, della quale ci aspettiamo il rapido allontanam­ento». Per Possibile (Pippo Civati) infine, «la nomina di Polo, almeno sulla carta, va nella direzione giusta».

 ??  ??
 ?? (archivio) ?? Fondazione Nella foto in alto Tartarotti, Fuortes e il sindaco Tosi A lato il ministro della Cultura Franceschi­ni
(archivio) Fondazione Nella foto in alto Tartarotti, Fuortes e il sindaco Tosi A lato il ministro della Cultura Franceschi­ni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy