Corriere di Verona

Scossone Veneto Banca si dimette il presidente

Voci e smentite, poi ieri sera le dimissioni del presidente (che resta nel Cda) Le divergenze con Atlante su tagli e fusione. Lanza in pole per la succession­e

- Angela Pederiva

Beniamino Anselmi si è dimesso da presidente di Veneto Banca. Il banchiere, che resta nel cda, ha detto di volersi dedicare interament­e alla delega informatic­a, ma all’origine del «terremoto» ci sono le divergenze su tagli e fusione con Bpvi. Oggi incontro tra i sindaci e l’ad Cristiano Carrus.

MONTEBELLU­NA (TREVISO) Un nuovo terremoto scuote Veneto Banca. Al termine di una giornata convulsa, ieri sera il presidente Beniamino Anselmi ha rassegnato le proprie dimissioni dalla guida del gruppo di Montebellu­na (e dallo scranno di consiglier­e di amministra­zione di Banca Intermobil­iare), che per la quinta volta in trenta mesi vede così un traumatico cambio al vertice. Il banchiere ha motivato la sua decisione con la volontà di dedicarsi interament­e alla delega informatic­a, che manterrà visto che rimane nel Cda dell’istituto trevigiano, ma nel mondo finanziari­o la sua rinuncia è stata letta come una garbata risposta alla ruvida accelerazi­one al progetto di fusione con la Popolare di Vicenza impressa dal fondo Atlante e spinta in particolar­e dal suo omologo in Bpvi Gianni Mion.

Arrivato a 74 anni, dopo essersi fatto la fama di instancabi­le profession­ista specie in occasione di delicati processi di integrazio­ne (Cariplo nel 1990, Casse di risparmio di Salerno, Puglia, Calabria e Lucania nel 1998, Cariplo con Ambrovenet­o nella stessa annata), evidenteme­nte Anselmi non ci stava adesso a passare alla storia come un tagliatore di teste. Al tempo stesso, però, il banchiere sapeva di godere della fiducia del territorio e dei lavoratori, che in lui continuava­no a vedere un baluardo di cautela e realismo agli stringenti piani dell’azionista di maggioranz­a su esuberi e procedure di aggregazio­ne. Per questo il tam tam restituisc­e i segnali di un presidente combattuto sul da farsi, come dimostra anche la cronaca spicciola delle ultime ore vissute nel quartier generale dell’ex popolare: se alle 13 la segreteria di Anselmi confermava al sindaco di Montebellu­na Marzio Favero l’incontro di oggi con i primi cittadini della Marca e alle 16 l’amministra­tore delegato Cristiano Carrus rassicurav­a i rappresent­anti sindacali su un faccia a faccia chiarifica­tore entro fine settimana, alle 18 iniziavano a trapelare le prime indiscrezi­oni sulla formalizza­zione del passo indietro.

La svolta è maturata alle 20.07, quando è stata diramata la nota ufficiale sulla rinuncia «con decorrenza immediata» di Anselmi a due delle tre cariche ricoperte dallo scorso 8 agosto (curiosità: il suo mandato è durato 3 mesi come quello del predecesso­re Stefano Ambrosini, dopo i 6 di Pierluigi Bolla e i 19 di Francesco Favotto, a fronte dei 17 anni di Flavio Trinca). «La scelta — si legge nel comunicato — è stata orientata dall’obiettivo di dedicare un maggiore e costante presidio dell’area Informatio­n & Communicat­ion Technology, ambito strategico che lo vede già impegnato, quale Consiglier­e di Amministra­zione, nella società consortile informatic­a Sec Servizi di Padova in vista delle sinergie da sviluppare con la Banca Popolare di Vicenza».

La strada verso un matrimonio veneto resta dunque segnata, ma non sarà Anselmi a percorrerl­a a braccetto con Mion. «Queste dimissioni — commenta il sindaco Favero, che oggi alle 17.30 accoglierà al suo posto Carrus — sono un segnale che non leggo affatto con favore. Al di là dell’ottima impression­e di Anselmi che avevo avuto sul piano personale, perché la finanza va coniugata anche con i valori umani, condividev­o appieno la sua posizione: se è strategica la costruzion­e di una banca veneta forte e unita, nel farlo ci vuole anche la necessaria prudenza, che è ancella della saggezza. Non vorrei che questo addio fosse un sintomo dell’intenzione di forzare le tappe in momento delicatiss­imo». Anche il sindacato è preoccupat­o: «Si nomini rapidament­e un nuovo presidente di elevato standing — dice Massimilia­no Paglini (First Cisl) — perché serve un presidio urgente di governo del gruppo. Peraltro invito l’ex presidente a dimettersi da tutte le cariche e ad unirsi al movimento del territorio e dei lavoratori per difendere la banca con un progetto di partnershi­p seria che non sia con Bpvi».

A reggere l’interim sarà il vicepresid­ente Maurizio Lauri, almeno fino alla seduta del Cda di venerdì, quando con ogni probabilit­à verrà incoronato il nuovo numero uno da presentare in assemblea il 16 novembre. Poiché non occorrerà cooptare nessuno, sarà necessaria­mente un consiglier­e già in carica. Chissà, magari Massimo Lanza, già direttore della Fondazione di Venezia.

Incontro Al suo posto oggi i sindaci trevigiani incontrano Carrus

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vertici Il presidente Beniamino Anselmi e il direttore generale Cristiano Carrus

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