In Lessinia sarà un inverno senza lo sci
Malga San Giorgio senza gestori, il sindaco di Bosco: «Ma il sogno resta»
Sui Lessini non si è ancora visto un fiocco di neve ma non è questa la brutta notizia per la prossima stagione sciistica. A Malga San Giorgio, dove generazioni di veronesi hanno imparato ad aver confidenza con sci e racchette, gli istruttori della scuola sci di Bosco Chiesanuova sono costretti ad alzare bandiera bianca. Lo hanno reso noto con un post sulla propria pagina Facebook in cui, per rispondere agli «innumerevoli messaggi per la stagione ormai alle porte» e di fronte al «nulla» per quel che riguarda le informazioni ufficiali, spiegano che «vista l’impossibilità di prevedere ed organizzare qualsiasi tipo di lavoro», la Scuola Sci «non garantirà la presenza sul territorio per la stagione 2016/17 dei suoi maestri».
Dopo quanto avvenuto lo scorso anno, questo epilogo era nell’aria. Gli impianti di risalita di proprietà della società Nuova Lessinia (in curatela fallimentare) erano stati presi in gestione dalla G&A, ma era stato un mezzo disastro: non solo perché la neve era arrivata solo a febbraio, ma anche perché la società era stata raggiunta da una interdittiva antimafia. «Ci dispiaciamo per chi ha sempre creduto in noi e ci ha sempre sostenuto, nonostante le disastrose peripezie degli ultimi anni, ma cosi non si può andare avanti», dicono gli istruttori.
Che le speranze di sciare a San Giorgio quest’inverno siano sostanzialmente nulle lo conferma il sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti. «Difficile ipotizzare che ci sia un soggetto pronto a mettere risorse importanti, viste le condizioni del bando del curatore fallimentare e quelle degli impianti», dice. Servirebbero circa 300mila euro per rimettere in funzione gli skilift nelle necessarie condizioni di sicurezza. D’altra parte, visto quando accaduto nel recente passato, Melotti spiega che «piuttosto che partire con una gestione raffazzonata dell’ultimo minuto che lascia problemi o li aumenta a dismisura come nell’ultimo anno,meglio lavorare per ripartire con una situazione nuova, dove si traccia una linea tra quel che è stato e quel che sarà».
Si dovrà necessariamente ripartire dalle ceneri di Nuova Lessinia, proprietaria degli impianti di risalita, dei mezzi battipista, delle attrezzature, dei parcheggi e di alcuni immobili (come il rifugio Gaibana, la biglietteria, il ricovero attrezzi). «Non abbiamo abbassato il livello del nostro sogno - sostiene Meletti - riaprire la stazione, ma farlo come Dio comanda, con una gestione che possa avere un appeal non solo invernale». Ma per quest’anno non se ne parla.