Mafie, il boom di confische. «Ecco cosa farne»
In due anni raddoppiati i beni sottratti alla criminalità organizzata. Incontro a Negrar
Il sapore della libertà. Quello dei prodotti coltivati sulle terre liberate dalle mafie. Un progetto vincente, portato avanti dal Consorzio Libera Terra Mediterraneo che da anni si impegna per contrastare il dilagare della criminalità organizzata. Un esempio positivo che sarà presentato venerdì sera alla Cantina Valpolicella di Negrar nel corso della seconda edizione di «Un’altra terra, un altro cibo, un altro vino».
Perché, come dimostrano i dati ricordati da Libera, anche la provincia scaligera non è immune dal rischio di infiltrazione dei tentacoli della piovra della criminalità organizzata. «Nell’arco di 15 anni a Verona sono stati confiscati alle mafie 25 beni (tra appartamenti e attività, ndr), già riutilizzati per scopi sociali - ricorda la referente del coordinamento Libera Verona, Francesca Turra -. Ma nel solo biennio 2015-16 ne sono stati confiscati altri 25. Negli ultimi due anni, insomma, sono raddoppiate le confische». Realtà che impone una riflessione. Ed è per questo che venerdì sera a partire dalle 19 (un’ora prima per gli interessati c’è la possibilità di una visita guidata alla cantina), il Consorzio Libera ha intenzione di presentare il proprio modello organizzativo «che mette d’accordo responsabilità sociale, produzione di qualità e obiettivi economici». Il consorzio onlus coordina attualmente 9 cooperative tra Puglia, Calabria, Sicilia e Campania che coltivano complessivamente 1.400 ettari con 147 lavoratori (di cui la metà svantaggiati) per un fatturato che nel 2015 ha sfiorato i 9 milioni di euro. Alla serata parteciperanno anche il presidente della Cantina Valpolicella Renzo Bighignoli, il presidente di Valpolicella Benaco Banca Gianmaria Tomasi e il sindaco di Negrar Roberto Grison.