Primarie, tra cattedre e futuri ricorsi Valzer di maestre in tutta la provincia
Un centinaio di insegnanti costretti a cambiare scuola, alcune classi resteranno scoperte
Il lato positivo è che, con la giornata di oggi, si concluderà la lunga marcia iniziata ad agosto, con le assegnazioni delle cattedre definitive anche per le elementari ed i posti di sostegno. Quello negativo è che incomberanno, ancora una volta, le decisioni della magistratura, la prima attesa fra una decina di giorni, e che si avrà l’ennesimo valzer delle cattedre con un centinaio di maestre che cambieranno scuola già a partire da questa mattina.
L’ultimo atto dell’assegnamento dei posti a tempo indeterminato è iniziato alla sede dell’Ufficio scolastico territoriale, ieri mattina: questa volta toccava per l’appunto alle primarie. I posti a disposizione erano 157 cattedre piene. A differenza con quanto accaduto la scorsa settimana con le scuole secondarie (420 cattedre e altrettanti «spezzoni», ossia orari parziali) con solo una trentina di prof che si sono presentati, preferendo di fatto rimanere a disposizione dei singoli istituti, le «maestre» (ma non mancavano gli uomini) si sono fatte vive eccome. Alla fine, sono state assegnate 146 cattedre, ossia la stragrande maggioranza. In molti casi, circa l’80% secondo la stima del sindacato Gilda, ci saranno dei «traslochi». Questo significa che circa 120 classi, un po’ in tutta la provincia, vedranno arrivare una nuova insegnante e altrettante saranno in attesa di una nuova maestra unica che dovrà essere assegnata, se non è già stato fatto. A quanto pare l’operazione non è riuscita ovunque. «Da Valeggio vado a San Bonifacio - dice una maestra che ha ottenuto il nuovo posto - ma so per certo che la mia classe rimarrà scoperta e non è l’unica. Nella stessa scuola ce ne sono altre tre». Come si tamponerà? Probabilmente con le nuove graduatorie del tempo determinato: le risorse umane non mancano, ma forse ci sarà qualche giorno da attendere.Tra gli altri nodi che si potrebbero creare, c’è quello dei ricorsi. Quelli presentati, ad esempio, da alcune insegnanti che si sono viste temporaneamente escluse dalle nuove graduatorie (oppure con il punteggio non aggiornato) perché i loro casi non sono andati a sentenza entro il 15 settembre. Un blocco deciso dai vertici dell’Ufficio scolastico e su cui il provveditore Stefano Quaglia è stato irremovibile: «È l’unico modo - ha spiegato nei giorni scorsi - di garantire l’avvio definitivo delle scuole». Anche ieri c’era una decina di insegnanti penalizzate da questo sistema a protestare. «Il provveditorato di Verona è stato tra i pochissimi in Italia a fare una scelta del genere - spiega una di loro, Michela Benetton - noi pensiamo che la legge sia uguale per tutti, quindi prima abbiamo consegnato una diffida, anche se non hanno voluto incontrarci, adesso agiremo in sede legale». C’è da dire che però ci sono due novità che vengono incontro a questo gruppo di insegnanti: in primo luogo verranno inserite nelle graduatorie a tempo determinato e potranno avere una cattedra, anche senza il posto fisso. Poi c’è l’esclusione delle insegnanti a punteggio minimo (diplomatosi 15 anni fa, senza avere mai insegnato) da quelle a tempo indeterminato, da loro chiesta a gran voce. Ultima nota, il sostegno: oggi dovrebbero essere assegnati solo 20 posizioni (ne servirebbero 400). Troppo pochi gli insegnanti specializzati.Al Provveditorato, ieri, anche qualche esultanza: come quella di Andrea e Assunta, legnaghesi, che aspettavano il posto fisso dal 1999. «Finalmente abbiamo finito di andare in giro: in 18 anni abbiamo distrutto troppe macchine».