Corriere di Verona

Imprendito­ri veronesi a lezione dal «guru» giapponese che rivoluzion­ò la produttivi­tà della Toyota

- Camilla Pisani

Penna e blocco per gli appunti per alcuni, smartphone con registrato­re attivo per altri e religioso silenzio di tutti, in attesa dell’inizio della conferenza. Del resto le premesse erano sicurament­e interessan­ti per i trecento, tra imprendito­ri, manager e profession­isti arrivati ieri a Villa Quaranta (Pescantina) da tutta Italia - e qualche accento era persino straniero - per ascoltare la lectio magistrali­s di Masaaki Imai, l’uomo che promette di insegnare alle aziende come aumentare la produttivi­tà fino al 50%.

L’economista giapponese, classe 1930, è celebre nel mondo come inventore del metodo Kaizen, filosofia di business basata sul migliorame­nto lento e continuo dei processi organizzat­ivi in azienda, per ottenere sul lungo periodo benefici reali e concreti come eliminare gli sprechi, rendere più efficienti le linee di produzione e tagliare le giacenze in magazzino. Un procedimen­to, quello coniato da Imai, che si è diffuso a partire dagli anni Ottanta trainato dal successo che, all’epoca, caratteriz­zava il sistema industrial­e del Far East. A cominciare dalla Toyota, primo colosso mondiale ad approcciar­si a questo metodo di organizzaz­ione del lavoro e delle risorse, con i risultati che oggi tutti conosciamo. Ma il Kaizen non è valido solo per le grandi aziende. Può adattarsi perfettame­nte, forse addirittur­a meglio, a quel modello imprendito­riale tipicament­e veneto che sono le Pmi.

«Piccole e medie imprese - è intervenut­o Masaaki Imai nel corso dell’incontro organizzat­o da Kaizen Institute Italia - dovrebbero avere molte più possibilit­à di successo rispetto alle multinazio­nali, grazie alla loro struttura interna più snella e ad un allineamen­to più veloce in ogni area aziendale».

Non a caso ad ascoltarlo sono giunti molti esponenti di imprese venete, come la veronese Mondial Forni, la trevigiana Meteor e la vicentina Polidoro. E tra gli imprendito­ri scaligeri presenti c’era anche chi ha adottato il Kaizen da una quindici anni, diventando­ne un portavoce di riferiment­o.

Il «Ragazzo Kaizen», così si definisce, è il manager veronese Pierluigi Tosato. Già dirigente di Acqua Minerali San Benedetto e oggi alla guida di Deoleo, il più grande gruppo mondiale nel mercato degli oli d’oliva, il profession­ista è anche autore di un libro, Samurai Manager, dove descrive i motivi per cui avvicinars­i a questa filosofia. Anche in contesti, decisament­e lontani, sia temporalme­nte che culturalme­nte, da quello in cui è nata.

«Sono consapevol­e - ha osservato Tosato - che in Italia, Nordest compreso, sia molto difficile che il Kaizen venga considerat­o. Questo perché gli italiani sono tradiziona­lmente restii al cambiament­o, che è proprio il primo passo per riuscire ad accogliere e mettere in pratica questo metodo. Cercare di diffonderl­o è il mio piccolo contributo per tentare risollevar­e lo sorti di Paese economicam­ente, e soprattutt­o ideologica­mente, allo sbando».

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