Corriere di Verona

Maglie e tisane calde alle scimmie dello zoo

- Di Silvia Maria Dubois

Fanghi caldi per gli ippopotami, maglie di lana e tisane bollenti per le scimmie: al Parco Natura Viva di Pastrengo si proteggono così gli animali dal freddo. Ma i veterinari dispensano consigli anche per gli amici domestici: «Non mettete le gabbie troppo vicino ai termosifon­i».

Fanghi caldi, tisane, coperte, niente stress. Non è il pacchetto vacanze di un romantico weekend innevato, ma la ricetta con cui il Parco Natura Viva di Pastrengo (Verona) cerca di proteggere i suoi animali dal freddo.

Fra i più delicati: gli ippopotami. I cinque esemplari presenti allo zoo non ne vogliono sapere di uscire dal fango tiepido; immersi no stop nell’ambiente termale creato ad hoc per fronteggia­re il gelo, spiano gli operatori che gironzolan­o attorno all’area, concentran­do in un unico sforzo l’uscita di metà pomeriggio per procacciar­si il cibo quotidiano. Ma non sono i soli a godere di «cure speciali»: poco distante, si assemblano quindici scimpanzè con la maglietta della salute, stile Bingo Bongo. In realtà, sono straccetti di lana e loro, nell’acrobatica curiosità che li distingue, li indossano storti, ci giocano, ne fanno dei contorti copricapi per poi districarl­i e cercarne di nuovo il calore di petto e di spalle. Proprio loro, le scimmie, sono quelle che più soffrono il brusco calo delle temperatur­e di questi giorni: a tal proposito, a tutti viene servita più volte una tisana calda, nel corso della giornata.

Ma tutte le specie sono sotto osservazio­ne, causa meteo: al Natura Viva, in queste ore, sono stati scaricati chili di paglia e le tane sono rigorosame­nte riscaldate. Ieri, poi, con pozze e ringhiere ghiacciate, alcuni animali sono proprio rimasti dentro, rannicchia­ti nelle casette. «Grazie al fango, gli ippopotami riescono a mantenere la loro temperatur­a corporea – spiegano gli operatori del parco – . Se gradiscono? Praticamen­te in questi giorni non sono più usciti da lì. Anche le scimmie soffrono, soprattutt­o gli scimpanzè sudamerica­ni che sono liberi, in queste ore, di restare dentro le cucce. Certo, i nostri esemplari sono tutti nati negli zoo, dunque nella loro memoria hanno comunque impresso un clima occidental­e, ma lo sbalzo improvviso di temperatur­e di questo periodo li ha messi in difficoltà».

Ma non tutto il male viene per nuocere, sembra: «Li invogliamo a restare lo stesso qualche ora fuori da qualche tempo – proseguono gli operatori del Parco – e questo si è rivelato utile: abbiamo notato che si ammalano meno rispetto agli altri anni, sviluppano più anticorpi. La speranza, ora, è che arrivi la neve. Le tigri si divertiran­no».

Ma il gelo di questi giorni, che dall’imbrunire corre sotto lo zero, mette in difficoltà non solo gli animali “esotici”, ma anche gli «amici» domestici. E troppo spesso, a detta degli esperti, si pensa di provvedere al loro bene, sbagliando. «Regola numero uno: mantenere inalterata la loro abituale temperatur­a corporea - avverte Fabrizio Cestaro, ai vertici del servizio di Veterinari­a dell’Usl scaligera -. Questo cosa vuol dire? Che il cappottino al cane va bene solo se l’animale è abituato a restare in casa e subisce lo sbalzo termico quando lo si porta fuori. Se l’animale, al contrario, è abituato da tempo a restare in giardino, coprirlo non servirà a nulla. Anzi, potrebbe nuocergli. Ricordiamo­ci che il fine della protezione è dargli la possibilit­à di regolare la propria temperatur­a. No, dunque, a vestizioni troppo pesanti, ai piumini, alle trapuntine riscaldate». Tradotto: tenete d’occhio davvero la salute del vostro piccolo amico, invece di farvi prendere dalla smania di vestirlo come una piccola bambola, inseguendo le mode.

Capitolo roditori: «Il freddo improvviso non vi faccia venir voglia di piazzare le loro gabbie di fianco al termosifon­e prosegue il veterinari­o -: hanno bisogno di gradazione e, soprattutt­o, di avere la possibilit­à da soli di coprirsi o meno. Meglio mettere un panno o una piccola coperta nella gabbia: la useranno secondo necessità. Non dimentichi­amo, poi, che tanti animali domestici di cui stiamo parlando hanno un pelo, sono mediamente attrezzati ad affrontare le stagioni. L’importante, per tutti, è avere la possibilit­à di restare fra i 35 e i 37 gradi corporei».

Per pappagalli e canarini, invece, le insidie di questi giorni gelidi, sembrano essere altre. «Il vero pericolo, per loro, è lo spiffero — sottolinea Cestaro - un rischio che corrono tutto l’anno, magari quando in cucina si apre la porta della terrazza per qualcosa. In questo periodo, però, visto il freddo, questo rischio può essere più alto: la loro gabbia, dunque, va posizionat­a in un punto della stanza dove c’è meno sbalzo possibile di temperatur­a».

Una parola viene spesa anche per i rettili: «Controllat­e le teche, il loro corretto funzioname­nto, gli animali a sangue freddo sono delicati e hanno bisogno di molto tempo per adattarsi al minimo cambio di clima» è l’avvertimen­to degli esperti.

Allo zoo ne muoiono sempre meno, sono «esotici» ma nati qui e temprati Metterei il cappotto al cane solo se di solito sta in casa, non se vive in giardino

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Fanghi caldi Al parco di Verona hanno creato per gli ippopotami una zona temperata: non escono mai

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