L’Ostello finito ostaggio di fazioni e manovre
Il direttore Scarsini conferma: «Chiederò al consiglio di chiudere»
Era stato il primo ad accoglierli. Allora quello dei richiedenti asilo era un fenomeno minoritario, che destava forse un po’ di curiosità. Correva l’anno 2011 e nel Mediterraneo si verificavano i primi sbarchi, ma non si parlava ancora di esodo di massa e la situazione in Siria e, soprattutto, in Libia, sembrava ancora recuperabile. E l’ostello Santa Chiara, insieme al soprastante ostello della gioventù, quel gioiello di proprietà della diocesi che è villa Francescatti, cominciò ad ospitare quanti erano in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati politici. Provenivano in gran parte dall’Africa subsahariana e a loro l’ostello aveva promesso vitto, alloggio, ma anche un progetto formativo, in modo da favorire l’inclusione in quello che era per loro un Paese straniero.
Ora, il Centro di Cooperazione giovanile, la realtà d’estrazione cattolica che gestisce entrambe le strutture è sul punto di mollare tutto. Quello di Fiorenzo Scarsini, esperto di pedagogia e figura storica dell’associazionismo veronese, sembra non essere un semplice sfogo. «Il consiglio del centro di cooperazione - fa sapere - si riunirà in settimana e si esprimerà sul fatto di mantenere ancora la disponibilità per l’accoglienza. Il mio parere è fermamente contrario». Ed è un parere che pesa. Se l’organo non dovesse tenerne conto, prosegue Scarsini «valuterò se restare o meno presidente», il che suona come un annuncio di dimissioni. Ma difficilmente, dicono i ben informati, il consiglio si opporrà alla richiesta. La decisione è maturata nel corso di una settimana infuocata, iniziata con la protesta inscenata da alcuni ospiti, che hanno tentato di bloccare la strada con dei cassonetti. Ma è da settembre, dice Scarsini «che il clima è diventato invivibile, nonostante prima andasse tutto a meraviglia». Da allora si sarebbe costituita una fazione all’interno dei 90 richiedenti asilo, divisi tra le due strutture, di una trentina di persone, «che si sono messe in aperta opposizione con i gestori». Una fronda minoritaria ma che, sempre secondo i gestori, sarebbe arrivata a spaventare, tramite minacce, tutti gli altri. «Una situazione ingestibile - è la conclusione di Scarsini - non possiamo più andare avanti. E purtroppo va annotato che non abbiamo avuto molto aiuto dalle istituzioni, anzi». Resta da capire come si è arrivati a questo punto. Com’è noto contro la politica dell’ostello, quella di chiedere di liberare le camere per qualche ora al giorno (una necessità organizzativa ma anche pedagogica, secondo chi si occupa dell’ostello) era stata criticata dal sindaco Flavio Tosi, nonché, attraverso una lettera giunta anche all’amministrazione comunale e spedita da una ex collaboratrice. Scarsini non ha dubbi: «C’è una regia, anche se non sappiamo bene come la situazione sia arrivata a questo punto». In tutto questo si inserisce anche la decisione della diocesi di cedere villa Francescatti: il contratto con il Centro cooperativo giovanile verrà risolto a dicembre, come del resto ha confermato anche il vescovo Giuseppe Zenti in questi giorni. Se l’ostello Santa Chiara continuerà la sua attività, potrebbe sussistere un problema: gli spazi comuni della villa sono utilizzati anche da tutti i richiedenti asilo quando c’è l’obbligo di liberare la camera. Ma secondo Scarsini è uno scenario che non avverrà, visto l’imminente rinuncia a fornire questo servizio.Quel che resta è il sogno di una struttura che a lungo è rimasta un esempio: la prima a fornire lezioni di lingua, la prima a coinvolgere gli ospiti nella vita della città, con attività sportive (con tanto di squadra di calcio) con convenzioni, tra le altre, con il centro per l’impiego. Ed è proprio all’ostello Santa Chiara che è stata ideato, con l’entusiasmo dell’amministrazione comunale, la prima attività lavorativa, con pulizie di diverse aree della città, a cominciare dai giardini della Giarina.
L’accusa Prima si andava a meraviglia, ora il clima è invivibile. Dietro a tutto questo c’è una regia