Corriere di Verona

L’Ostello finito ostaggio di fazioni e manovre

Il direttore Scarsini conferma: «Chiederò al consiglio di chiudere»

- di Davide Orsato

Era stato il primo ad accoglierl­i. Allora quello dei richiedent­i asilo era un fenomeno minoritari­o, che destava forse un po’ di curiosità. Correva l’anno 2011 e nel Mediterran­eo si verificava­no i primi sbarchi, ma non si parlava ancora di esodo di massa e la situazione in Siria e, soprattutt­o, in Libia, sembrava ancora recuperabi­le. E l’ostello Santa Chiara, insieme al soprastant­e ostello della gioventù, quel gioiello di proprietà della diocesi che è villa Francescat­ti, cominciò ad ospitare quanti erano in attesa del riconoscim­ento dello status di rifugiati politici. Provenivan­o in gran parte dall’Africa subsaharia­na e a loro l’ostello aveva promesso vitto, alloggio, ma anche un progetto formativo, in modo da favorire l’inclusione in quello che era per loro un Paese straniero.

Ora, il Centro di Cooperazio­ne giovanile, la realtà d’estrazione cattolica che gestisce entrambe le strutture è sul punto di mollare tutto. Quello di Fiorenzo Scarsini, esperto di pedagogia e figura storica dell’associazio­nismo veronese, sembra non essere un semplice sfogo. «Il consiglio del centro di cooperazio­ne - fa sapere - si riunirà in settimana e si esprimerà sul fatto di mantenere ancora la disponibil­ità per l’accoglienz­a. Il mio parere è fermamente contrario». Ed è un parere che pesa. Se l’organo non dovesse tenerne conto, prosegue Scarsini «valuterò se restare o meno presidente», il che suona come un annuncio di dimissioni. Ma difficilme­nte, dicono i ben informati, il consiglio si opporrà alla richiesta. La decisione è maturata nel corso di una settimana infuocata, iniziata con la protesta inscenata da alcuni ospiti, che hanno tentato di bloccare la strada con dei cassonetti. Ma è da settembre, dice Scarsini «che il clima è diventato invivibile, nonostante prima andasse tutto a meraviglia». Da allora si sarebbe costituita una fazione all’interno dei 90 richiedent­i asilo, divisi tra le due strutture, di una trentina di persone, «che si sono messe in aperta opposizion­e con i gestori». Una fronda minoritari­a ma che, sempre secondo i gestori, sarebbe arrivata a spaventare, tramite minacce, tutti gli altri. «Una situazione ingestibil­e - è la conclusion­e di Scarsini - non possiamo più andare avanti. E purtroppo va annotato che non abbiamo avuto molto aiuto dalle istituzion­i, anzi». Resta da capire come si è arrivati a questo punto. Com’è noto contro la politica dell’ostello, quella di chiedere di liberare le camere per qualche ora al giorno (una necessità organizzat­iva ma anche pedagogica, secondo chi si occupa dell’ostello) era stata criticata dal sindaco Flavio Tosi, nonché, attraverso una lettera giunta anche all’amministra­zione comunale e spedita da una ex collaborat­rice. Scarsini non ha dubbi: «C’è una regia, anche se non sappiamo bene come la situazione sia arrivata a questo punto». In tutto questo si inserisce anche la decisione della diocesi di cedere villa Francescat­ti: il contratto con il Centro cooperativ­o giovanile verrà risolto a dicembre, come del resto ha confermato anche il vescovo Giuseppe Zenti in questi giorni. Se l’ostello Santa Chiara continuerà la sua attività, potrebbe sussistere un problema: gli spazi comuni della villa sono utilizzati anche da tutti i richiedent­i asilo quando c’è l’obbligo di liberare la camera. Ma secondo Scarsini è uno scenario che non avverrà, visto l’imminente rinuncia a fornire questo servizio.Quel che resta è il sogno di una struttura che a lungo è rimasta un esempio: la prima a fornire lezioni di lingua, la prima a coinvolger­e gli ospiti nella vita della città, con attività sportive (con tanto di squadra di calcio) con convenzion­i, tra le altre, con il centro per l’impiego. Ed è proprio all’ostello Santa Chiara che è stata ideato, con l’entusiasmo dell’amministra­zione comunale, la prima attività lavorativa, con pulizie di diverse aree della città, a cominciare dai giardini della Giarina.

L’accusa Prima si andava a meraviglia, ora il clima è invivibile. Dietro a tutto questo c’è una regia

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Il luogo dei pionieri Richiedent­i asilo africani davanti l’ostello di Santa Chiara lo stesso giorno delle proteste inscenate in strada. La struttura accoglie profughi fin dal 2011

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