Corriere di Verona

Consiglio provincial­e, è il giorno del voto Il gran rifiuto dei grillini: «È una farsa»

M5S non partecipa. «Pastorello non si lamenti sempre e dichiari fallimento»

- L. A.

La parola passa alle urne. Dalle 8 alle 20 di oggi, nella sede della Provincia in via delle Franceschi­ne, i 1.275 consiglier­i comunali e sindaci dei 98 Comuni veronesi sceglieran­no i 16 nuovi consiglier­i provincial­i, che resteranno in carica per due anni. Il presidente invece rimane quello eletto due anni fa, Antonio Pastorello.

I «grandi elettori» potranno scegliere fra tre liste: Verona Scaligera, formata da esponenti civici e del partito Fare, di Flavio Tosi; Insieme per Verona, con civici di centrosini­stra e del Partito Democratic­o, e Centrodest­ra Verona, che ha riunito Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, e civici di quest’area. Il Movimento 5 Stelle non si presenta, e proprio ieri mattina ha spiegato il perché, con toni durissimi. «Queste elezioni sono solo una farsa – hanno tuonato i grillini - e noi non intendiamo prendervi parte in alcun modo». Secondo l’onorevole Francesca Businarolo, tra l’altro, questa modalità di votazione è «in netta contraddiz­ione con la stessa Carta europea sulle Autonomie locali, approvata nel 1985 e ratificata dall’Italia nel 1989». Il consiglier­e regionale Manuel Brusco ha ricordato come i Cinquestel­le siano sempre stati a favore di «una reale abolizione delle Province, tante volte promessa da Matteo Renzi che invece, con le norme bocciate dal referendum, prevedeva in pratica di cambiarne solamente il nome, trasforman­dole in Aree Vaste, mentre la Regione Veneto prevede anche quest’anno una spesa, o meglio uno spreco, di 40 milioni per il loro funzioname­nto».

Rivolgendo­si al presidente della Provincia, Antonio Pastorello, che ha più volte lamentato la mancanza di finanziame­nti, Brusco ha detto che «in realtà, lui può fare una cosa semplice e concreta: dichiarare lo stato di default amministra­tivo e chiudere tutto, subito».

Luisa Galeoto ha aggiunto che «l’unica cosa che è stata davvero abolita di questo poltronifi­cio è il voto popolare», mentre Alessandro Gennari ha detto che «tutti si rendono conto della scorrettez­za di quanto sta succedendo: a Verona partiti e coalizioni si presentano con tre liste che però hanno simboli tristi e sconosciut­i ed al cui interno esistono già divisioni e scontri, cosa che peraltro – ha concluso – ci fa ben sperare in vista delle amministra­tive di primavera».

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Rinnovo con polemiche A fianco, una seduta del consiglio provincial­e ai Palazzi scaligeri; a sinistra, Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle
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