Corriere di Verona

Abusi al Provolo, le vittime ai pm: «Riaprite il caso»

Dopo lo scandalo in Argentina, esposto in procura delle vittime: dossier con 80 allegati

- Tedesco

Abusi sui sordomuti all’Istituto Provolo: otto anni dopo lo scandalo, a Verona si riapre il caso.

Nel 2009, le indagini finirono in un cassetto per l’«avvenuta prescrizio­ne» di fatti risalenti a una ventina di anni prima. Ma lunedì è stata depositata una nuova denuncia: le vittime chiedono al procurator­e Barbaglio di riaprire l’inchiesta alla luce delle nuove violenze recentemen­te scoperte in Argentina.

Abusi sui sordomuti all’Istituto Provolo: otto anni dopo lo scandalo, a Verona si riapre il caso.

Nel 2009, sulle violenze denunciate pubblicame­nte dalle vittime, le indagini finirono in un cassetto per l’«avvenuta prescrizio­ne» di fatti risalenti a una ventina di anni prima.

Adesso però quell’inchiesta torna prepotente­mente alla ribalta: tre giorni fa, infatti, è stato depositato all’ex Mastino un dettaglio esposto: 7 pagine di denuncia, più di 80 di allegati in un faldone che punta il dito contro «gravi omissioni e ripetute falsità». Episodi che risalgono a tempi recenti, dal 2009 in poi, e su cui i magistrati sono ancora in tempo utile per indagare.È l’associazio­ne «Rete L’Abuso onlus» di cui è presidente nazionale Francesco Zanardi a firmare la denuncia appena giunta sul tavolo del procurator­e reggente Angela Barbaglio: altri due esposti sono stati invece inviati ai pm argentini Gustavo Stroppiana e Fernando Cartasegna, titolari di altrettant­e inchieste sulla pesantissi­ma catena di abusi di cui il prete veronese Nicola Corradi, 82 anni, si sarebbe reso macchiato nelle sedi del Provolo di La Plata e Mendoza.

E proprio l’anziano sacerdote, arrestato a fine 2016 e ora ai domiciliar­i per ragioni di salute ed età, rappresent­a la figura-chiave di uno scandalo che, dopo aver imperversa­to a Ver0na, sta sconvolgen­do da diverse settimane l’opinione pubblica sudamerica­na. Rinchiuso nel carcere di Boulogne Sur Mer insieme ad altri 4 operatori scolastici del Provolo Institute (tra cui un secondo prete e un chierichet­to), si era ritrovato già implicato vent’anni fa nello scandalo delle molestie denunciate dagli ex alunni del Provolo di Verona ma, all’epoca, risultò già essere stato trasferito dagli stessi vertici ecclesiast­ici «per ragioni di opportunit­à» in Argentina.

Adesso che lo stesso scandalo è deflagrato in Sudamerica,però,tornano d’attualità anche i fatti di Verona: è riguardo a quegli episodi, infatti, che nell’esposto della onlus Rete L’abuso si parla di «una serie di informazio­ni degne di nota ma mai denunciate formalment­e all’autorità giudiziari­a e che oggi, dopo l’arresto di don Corradi avvenuto a fine novembre in Argentina, è il caso di prendere in seria consideraz­ione a Verona».

Oltre alla rete di «omissioni e gravi responsabi­lità» che l’associazio­ne di vittime di pedofilia coordinata da Zanardi imputa all’Istituto Provolo «se venisse stabilito che don Corradi, arrestato il 26 novembre scorso in Argentina ricade sotto la sua giurisdizi­one essendo stato ordinato sacerdote a Verona», si chiede anche ai pm scaligeri di indagare per il reato di falso «in merito alla presunta contraffaz­ione dei documenti consegnati alla Commission­e d’inchiesta del Vaticano, denunciata l’ex allievo del Provolo, Gianni Bisoli».

In particolar­e, secondo le vittime,«questa ipotesi di contraffaz­ione troverebbe conferma anche grazie al ritrovamen­to di una vecchia pagella scolastica che smentirebb­e la data di dimissione di Bisoli dall’Istituto Provolo di Verona riportata nella scheda personale, che secondo Bisoli sembrerebb­e essere falsificat­a».

Con questo triplo espostoden­uncia, le vittime contano di poter «finalmente accedere gli atti perché - sostiene Zanardi - gli ex allievi e l’Associazio­ne Sordi Provolo, ai quali inizialmen­te era stato promesso l’accesso alla documentaz­ione personale prodotta durante quella commission­e, lamentano che malgrado le varie richieste, ciò non gli sia ancora stato concesso. Per il momento si sono dovuti accontenta­re di uno scarno resoconto datato 24 novembre 2012 dal quale scompare anche il nome di don Corradi» e si rende noto che» un altro sacerdote implicato negli abusi (venuto nel frattempo a mancare, ndr) «è affetto da una grave forma di alzheimer che lo rende del incapace di intendere e di volere è ricoverato presso la Casa di riposo presso l’Ospedale di Negrar per cui nessun provvedime­nto, stante la sua condizione, è stato preso nei suoi confronti».

E su tutto ciò, a distanza di vent’anni, gli ex alunni invitano i pm scaligeri a «stabilire finalmente verità e giustizia».

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Tripla denuncia A sx don Nicola Corradi, il prete veronese ai domiciliar­i a Mendoza per gli abusi al Provolo. A dx Francesco Zanardi
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