Pfas, è scontro tra governo e Regione I sindaci: «Ora serve un nuovo studio»
E VARIATI «RIVEDE» L’AUTORIZZAZIONE A MITENI
Pfas, dopo il dossier sull’incidenza di malattie per neonati e adulti, i sindaci dei Comuni contaminati propongono di creare un comitato scientifico di studio. Il presidente della Provincia, Achille Variati, annuncia la revisione dell’autorizzazione ambientale per Miteni. Scoppia lo scontro tra il sottosegretario all’Ambiente, Barbara Degani, e la Regione.
«Dobbiamo fare ogni sforzo necessario per difendere i diritti dei nostri cittadini...». È un passo della lettera inviata dal sindaco di Lonigo, uno dei comuni della fascia ad alto rischio per la contaminazione da Pfas, agli altri colleghi interessati dal problema. All’interno, la proposta di creare «un comitato scientifico per lo studio e l’approfondimento delle tematiche relative alle tossicità presenti e indotte nel ciclo integrato dell’acqua».
L’idea del sindaco Luca Restello è di affidare a un ente terzo (l’Istituto Mario Negri di Milano) un nuovo studio sui pericoli per la salute rappresentato dalle sostanze perfluoroalchiliche, dopo quello reso pubblico nei giorni scorsi che, se da un lato assicura che le Pfas non hanno comportato un incremento dei tumori, dall’altro dice che potrebbero essere responsabili di altre patologie, anche gravi, che sembrano colpire in particolar modo le donne in gravidanza e i loro bambini. In quella relazione emerge infatti «come siano stati evidenziati in particolare l’incremento della preeclampsia, del diabete gestazionale, dei nati con peso molto basso alla nascita, dei nati piccoli per età gestazionale e di alcune malformazioni maggiori».
Alla paura, i sindaci rispondono organizzando un fronte comune. Ieri Restello ne ha parlato direttamente con il manager della Sanità veneta, Domenico Mantoan. «Il Comitato scientifico - spiega il primo cittadino - avrà il compito di chiarire definitivamente quali siano gli effetti sulla salute delle sostanze inquinanti, Pfas ma non solo, presenti nelle nostre falde». Non c’è solo il sospetto che i tumori - a dispetto di quanto contenuto nel dossier - stiano aumentando («Le diagnosi di cancro ai testicoli nel mio comune sono l’80 per cento in più della media», spiega Restello) ma preoccupa anche l’aumento del 25% delle morti dovute a problemi cardiovascolari. Appoggia l’iniziativa il sindaco di Cologna Veneta Manuel Scalzotto. «Ma dobbiamo prestare ascolto anche ai nostri produttori agricoli, che temono di venir tagliati fuori e soppiantati da altri fornitori che magari hanno il medesimo problema, ma nascosto».
Mentre il presidente della Provincia di Verona, Antonio Pastorello (nonché sindaco di Roveredo di Guà, nella zona «rossa») punta a rassicurare, spiegando che «per l’acquedotto non ci sono problemi, semmai i problemi sono i pozzi privati», ieri quello di Vicenza Achille Variati, ha annunciato di aver avviato il procedimento di riesame dell’autorizzazione ambientale della Miteni, la ditta responsabile dell’inquinamento. «Il Settore Ambiente - spiega - ha attivato tavoli di confronto con Arpav per approfondire l’attuale autorizzazione rilasciata dalla Regione». Ma il punto è (anche) un altro: «Un problema di inquinamento così ampio non può essere affrontato da un sindaco solo, o dalla Provincia, ma dalla Regione e dal Ministero dell’Ambiente».La stessa questione viene sollevata dal sottosegretario all’ambiente Barbara Degani: «Quando c’è di mezzo la salute non si può giocare allo scarica barile. Rispetto alla questione Pfas, di sua competenza, in questi anni la Regione ha dormito sonni profondi ed è inaccettabile che si risvegli puntando il dito a destra e a manca raccontando bugie a profusione imputando ad altri le proprie responsabilità».
Giampaolo Bottacin, assessore regionale all’Ambiente il cui nome (con quelli dei colleghi Giuseppe Pan e Luca Coletto, e di Variati) compare nell’esposto presentato dal comitato Terra dei Pfas, assicura «massima fiducia nell’operato della procura, tutto quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Noi ci siamo attivati subito, una volta ottenuto da Roma nel 2013 lo studio del Cnr. E oggi si può bere tranquillamente l’acqua dal rubinetto». «Non è così - dice Lorenzo Albi, di Legambiente Verona - Molti medici sconsigliano di berla in quelle zone. Bisogna subito finanziare il progetto per spostare la zona di captazione».
Albi (Legambiente) Bere l’acqua del rubinetto è sicuro? I medici lo sconsigliano