Corriere di Verona

Il Pd: dopo la riforma tagliati i budget delle Usl Coletto: criteri provvisori

- Ma. Bo.

Ha preso la calcolatri­ce e, a suo dire, i conti non tornano. Di un bel po’ di milioni. «Il riparto del Fondo sanitario penalizza sei Usl su nove, che nel 2017 avranno meno risorse che nel 2016 - attacca il consiglier­e regionale dem Claudio Sinigaglia. La decisione di Zaia e Coletto è devastante: è questo l’esito della riforma?». L’analisi realizzata dal responsabi­le Sanità e Sociale del Pd parte dal budget provvisori­o di quest’anno (identico a quello del 2016 proprio perché si tratta di una ripartizio­ne temporanea, basata su stime): 8 miliardi 670 milioni. Da questi, però, la delibera approvata nell’antivigili­a di Natale dalla giunta Zaia vengono stornati 369 milioni per la gestione accentrata, 283 milioni per trasferime­nti ad altri enti del sistema sanitario, «trasferime­nti di spesa da parte di terzi» per altri 67 milioni, 63 milioni per le spese di funzioname­nto dell’Azienda Zero. Risultato: alle nove Usl nate dopo la riforma non resta che spartirsi 7 miliardi 801 milioni. «Decisament­e meno di quanto stanziato nel 2016 - prosegue Sinigaglia - e attenzione, perché è con questi soldi che si erogano i servizi ai cittadini». Ma la polemica non si ferma qui. Secondo il consiglier­e dem (ma la circostanz­a non è smentita dalla Regione), a questo punto i fondi vengono suddivisi in base ad una quota capitaria decisa dalla giunta, non dalla competente commission­e Sanità del consiglio regionale, per un ammontare diverso da quello che sarebbe risultato se si fosse fatta la semplice media aritmetica tra le quote capitarie delle Usl che esistevano prima. Più chiarament­e: alla nuova Usl Euganea viene assegnata per il 2017 una quota capitaria di 1.506 euro ma la media delle quote 2016 dell’Usl di Padova, dell’Alta Padovana e di Monselice sarebbe stata di 1.527 euro. «La perdita secca, dunque, è di 21 euro per ogni padovano chiosa Sinigaglia - che moltiplica­to per gli abitanti dell’intera provincia fa meno 19 milioni. E la perdita non si registra solo a Padova ma anche a Treviso, che si vede ridotto il budget di 14 milioni, nel Veneto Orientale, per 22 milioni, nell’Usl Pedemontan­a, che ha 6 milioni in meno, in quella Berica, giù di 4 milioni e nell’Usl Scaligera che accusa la perdita più pesante con 25 milioni». Di fatto, dalla nuova ripartizio­ne ci guadagnano solo l’Usl Dolomitica e quella del Polesine (rispettiva­mente più 7 e più 1 milione) e soprattutt­o quella di Venezia, che incassa un surplus di 21 milioni. E pensare che Verona è l’Usl dell’assessore di reparto, Luca Coletto, che replica laconico: «Nella delibera è scritto con estrema chiarezza che si tratta di un riparto provvisori­o in attesa dei nuovi criteri che sta elaborando l’Azienda Zero, tali da rendere il budget più aderente alle nuove realtà territoria­li. Questo riparto non è altro che la mera somma dei riparti delle ex Usl che sono state incorporat­e nelle nuove aziende. Da rielaborar­e completame­nte». Ma Sinigaglia contro replica: «Certo, peccato che nel 2016 il riparto definitivo sia stato approvato a novembre, quando ormai le Usl avevano già speso tutto il loro budget in base ai criteri “provvisori”».

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