Corriere di Verona

Finco: «Fuori i nomi dei grandi debitori» Rimborsi, le banche incontrano i contrari

Confindust­ria Padova, sì alla black list. Piano-ristori, cento manifestaz­ioni di interesse all’ora

- Alessandro Zuin

Nè giustizial­ismo nè gogna mediatica, d’accordo, ma un presidente della paludata Confindust­ria che parla così si era visto molto di rado. Il numero uno degli industrial­i padovani, Massimo Finco, è uomo schietto e assai schiettame­nte, ieri, si è dichiarato del tutto d’accordo con il presidente dell’Abi (Associazio­ne bancaria italiana), Massimo Patuelli: «È giusto ed eticamente doveroso - ha scandito Finco che siano resi pubblici i nomi dei grandi debitori di quelle banche che sono state salvate dal denaro pubblico o dai risparmiat­ori. Anzi, mi rammarico - ha sottolinea­to il presidente degli industrial­i padovani che la proposta non sia venuta prima da noi, da Confindust­ria». La presa di posizione di Finco giunge doppiament­e tempestiva. «Dico queste cose ribadisce - proprio nel momento in cui a 169mila risparmiat­ori delle ex Popolari venete è chiesto di mangiare questa minestra (rimborso di 9 e 6 euro per azione) o saltare dalla finestra, per dare un futuro alle due banche. C’è un dovere della verità, che non deve dimenticar­e però anche le responsabi­lità dei manager bancari nella concession­e troppo facile o interessat­a dei crediti che poi sono diventati sofferenze. Perciò chiude Finco - l’operazione trasparenz­a deve riguardare i debitori ma anche il management». Se ne deduce, tra l’altro, che secondo Finco anche le ex Popolari rientrano nel novero delle banche «salvate» e che, perciò, l’operazione trasparenz­a non dovrebbe riguardare soltanto Siena e dintorni ma anche l’impoverito Nordest.

Il presidente di Confindust­ria Padova di sicuro non lo sapeva, ma proprio nelle stesse ore il coordiname­nto dei consumator­i Codacons si rivolgeva con un esposto alla magistratu­ra di sette città italiane, tra le quali Vicenza (per Bpvi) e Treviso (per Veneto Banca), esattament­e allo stesso scopo: ottenere la black list dei debitori. Di più: «Chiediamo alle rispettive procure di acquisire i nomi dei soggetti insolventi verso le banche in crisi o salvate dallo Stato - precisa Codacons -, e quindi di procedere nei loro confronti per il reato di concorso in induzione alla bancarotta fraudolent­a».

Sul fronte dell’operazione­rimborsi ai soci, scattata in grande stile all’inizio di questa settimana, gli aggiorname­nti provenient­i da Vicenza e da Montebellu­na registrano un numero di adesioni alla proposta raddoppiat­o rispetto al primo giorno (un centinaio di accordi già sottoscrit­ti), mentre le manifestaz­ioni preliminar­i di interesse viaggiano al ritmo di cento all’ora. Sono dati che confortano i due istituti di credito, nell’obiettivo dichiarato e non certo comodo - di raggiunger­e l’80% di adesioni. Sulla strada che porta al risultato, si collocano con valenza strategica anche gli incontri che le due banche hanno programmat­o, tra domani e martedì prossimo, con gli interlocut­ori più caparbiame­nte renitenti al raggiungim­ento di un accordo: le sigle che raggruppan­o in modo organizzat­o la platea dei vecchi soci e le associazio­ni dei consumator­i.

Queste ultime, ancora ieri, hanno ribadito la loro insoddisfa­zione per la proposta di ristoro, con una nota congiunta a firma Adiconsum, Adoc, Lega consumator­i, Federconsu­matori e Unione nazionale consumator­i: «L’offerta non appare congrua nè giusta». Il management delle due ex Popolari tenterà di comunque convincere i soci organizzat­i della bontà della proposta di risarcimen­to, nel corso di 8 incontri già fissati in agenda. «Il 15% di rimborso e l’offerta commercial­e collegata - ha ribadito l’Ad Fabrizio Viola - non sono un’elemosina, ma piuttosto un bonus».

 ??  ?? Il nuovo timoniere Fabrizio Viola, ad delle due ex Popolari: «La proposta non è un’elemosina»
Il nuovo timoniere Fabrizio Viola, ad delle due ex Popolari: «La proposta non è un’elemosina»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy