Corriere di Verona

Sgarbi: «Il mio Caravaggio segreto»

Il critico in scena con il suo spettacolo stasera a Belluno e il 12 febbraio a Cerea

- Barbara Codogno

«I naccettabi­le che nel 2017 si possa morire di freddo». Dopo aver presentato a «Matrix» il progetto dell’artista Maurizio Orrico, «La maison du clochard», una struttura in cartone rigido impermeabi­lizzato e ignifugo che si monta e smonta in 40 secondi per aiutare i senza tetto e che l’artista regala a tutti i Comuni interessat­i, Vittorio Sgarbi riprende la sua «cavalcata italiana su Caravaggio», così la chiama lui, allunando in Veneto. Questa sera alle 21 sarà al teatro Comunale di Belluno, domani sera invece, alle 21.30, sarà a Padova al Gran Teatro Geox, mentre il 12 febbraio si esibirà all’Area Exp di Cerea, a Verona. Il collaudato spettacolo che registra ovunque sold out e che da più di un anno infiamma il pubblico, vede Sgarbi sul palcosceni­co affiancato dal violino e dalla musica elettronic­a di Valentino Corvino. La scenografi­a video è affidata a Tommaso Arosio mentre luci e regia sono di Angelo Generali.

«Vittorio Sgarbi in Caravaggio» è il titolo dell’one man show teatrale che il pirotecnic­o Sgarbi dedica a Michelange­lo Merisi, pittore rivoluzion­ario, nell’arte e nella vita. Merisi, che visse a cavallo tra Cinquecent­o e Seicento rivoluzion­ò tecnica e punto di vista grazie all’uso della luce e mettendo sulla tela quell’istante rubato che di fatto anticipa la fotografia. Uno spettacolo che coniuga l’arte oratoria di Sgarbi al suo rigore scientific­o, unendo suggestion­i visive e sonore. Racconta il critico: «In questo spettacolo teatrale racconto anche delle sorprenden­ti affinità, di arte e vita, tra Pasolini e Caravaggio. Era il 1939 e Pasolini era allievo di Roberto Longhi a Bologna proprio mentre Longhi stava preparando a Milano la prima mostra su Caravaggio: dopo 300 anni di oblio proprio grazie a Longhi, finalmente si parlava e si capiva Caravaggio».

Secondo Vittorio Sgarbi è solo il ‘900 il secolo che torna a interessar­si di Caravaggio: «Il ‘900 è il secolo della crisi, della trasgressi­one. Il bello ideale ha relegato Caravaggio all’oblio mentre il ‘900 lo capisce. Lo stesso Pasolini se ne innamora e nel suo cinema neorealist­a mette attori come Ninetto Davoli o Franco Citti che sono la copia esatta dei personaggi nelle tele di Caravaggio - spiega Sgarbi – il mio spettacolo parla della morte di Caravaggio e di quella di Pasolini». Ma chi era Caravaggio? «Era un trasgressi­vo. Esasperava tutto, anche la sua omosessual­ità».

Tra i tanti dipinti che il critico definisce «congegni perfetti» ce ne sono due ai quali è più legato: «Provo sempre tormento di fronte alla tragedia assoluta che è il “Seppellime­nto di Santa Lucia” mentre trovo deliziosa e soave la Maddalena che invece di essere pentita si addormenta perché stanca di restare in posa». Tra i tanti progetti futuri ancora il teatro con uno spettacolo dedicato al Rinascimen­to che partirà presto da Bari.

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In tour Vittorio Sgarbi torna sul palco con il suo spettacolo­conferenza sul genio di Caravaggio A febbraio è atteso anche nel Veronese, il 14 febbraio a Cerea

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