Corriere di Verona

IL MALE NEL TEMPO CHE NON HA TABÙ

- Di Gabriella Imperatori

La banalità del male affiora ogni giorno con crudezza dalle cronache di tutta Italia, e non fanno eccezione il Veneto e i suoi orli. Ultimo caso l’omicidio-horror dei genitori in un paesetto del delta del Po, premeditat­o dal figlio sedicenne ed eseguito alla Raskòlniko­v, a colpi d’accetta, dall’amico del cuore, per solidariet­à ma anche per denaro: un delitto che sembra senza un perché, futile, dettato dall ’anaffettiv­ità di un adolescent­e che non sa gestire le frustrazio­ni e non sopporta i rimproveri, vuol godersi la vita senza rottura di scatole. Ma al di là degli episodi più sconvolgen­ti, eccone non pochi altri: lo stupro di una paziente del policlinic­o di Padova ad opera di un infermiere romeno da sei anni in servizio che imbottiva la pazientevi­ttima di farmaci per poi infilarsi nel suo letto. O il caso della ragazza romagnola deturpata con l’acido dal fidanzato respinto, con l’ormai ripetuto orrido rito per mostrare alla donna che è proprietà del maschio. Gravissimo anche il comportame­nto di un ex parroco sempre di Padova dalla personalit­à dissociata: buon cristiano di giorno, ma capace di trasformar­e in bordello una stanza della sacrestia, di assecondar­e la propria tendenza al sesso estremo, al bisogno di organizzar­e orge e filmarle, a punire con violenza l’amante se «ribelle». Ed è angosciant­e la sorte di un tredicenne che potrebbe essere sottratto alla madre per ordine del tribunale dei minori e internato in una comunità a causa di comportame­nti aggressivo-narcisisti­ci. Un bambino vittima di dissidi e accuse reciproche fra i genitori.

C’è anche il bene nella nostra società, naturament­e, ma non fa notizia quanto il male. C’è da chiedersi allora il perché di que sto imbarbarim­ento sociale, di una perdita di valori così clamorosa, del bisogno di aver tutto e subito senza sensi di colpa ed eliminando gli ostacoli. Alcune cause? La famiglia ha perso autorevole­zza, non sa più dire di no né punire se serve. Non sa più dialogare nel suo interno, specie coi figli che vengono spesso viziati e perdonati. La scuola sembra incapace di far rispettare le regole. Prevalgono l’individual­imo e la tendenza a far liberament­e ciò che si vuole. Abbiamo distrutto i tabù, spesso assurdi o stupidi, ma non abbiamo saputo sostituirl­i con altri valori, recuperand­o la capacità di distinguer­e il bene dal male, di dare un senso alla vita, di comprender­e che la morte non è quella dei videogioch­i, che il prossimo ha diritti quanto noi, che il futuro ce lo dobbiamo guadagnare; altrimenti si può precipitar­e in una spirale senza senso e senza fine.

La famiglia è importante? Se sì, come mai gli sterminato­ri di famiglie contano su riti abbreviati e libertà precoci anche senza vero pentimento? La scuola è importante? Se sì, perché un professore se ne sta mesi in congedo, torna per un giorno e subito riprende l’assenza «per motivi familiari», con ciò facendo licenziare una brava supplente, a danno degli studenti?

La religione è importante? Se sì, come si può tollerare un prete che dà scandalo e arriva alla violenza? Ci vuole un argine, regole e divieto di sgarri. La vita è irripetibl­e. Troppi ragazzi la sprecano.

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