Corriere di Verona

Indagine sul professore in congedo

Padova, acquisiti i carteggi del docente-commercial­ista sempre assente in aula

- Priante

L’Ufficio scolastico regionale indaga sul professore in congedo al centro della polemica sollevata dalla lettera della preside dell’istituto tecnico «Severi» di Padova. Il docente di Diritto, che da settembre percepisce lo stipendio pur avendo lavorato un unico giorno, è anche commercial­ista a Benevento, ed è assente perché, - ha spiegato ieri al Corriere del Veneto - «ho un familiare malato». Un congedo legittimo, ma sul quale i vertici scolastici vogliono veder chiaro.

L’Ufficio scolastico regionale indaga sul prof in congedo. Il caso è quello del docente dell’istituto tecnico «Severi» di Padova che da settembre percepisce lo stipendio pur avendo lavorato un unico giorno. Il 48enne, che è anche commercial­ista a Benevento, risulta infatti assente da scuola perché come ha spiegato lui stesso al Corriere del Veneto - «ho un familiare malato, ed è peggiorato nelle ultime settimane». Un congedo legittimo, comunicato alla preside prima dell’inizio delle lezioni.

Il problema, racconta la dirigente Nadia Vidali in una lettera pubblicata dal Corriere, è che il suo posto era stato affidato a una supplente «brava e molto amata dai ragazzi» che però l’istituto ha dovuto licenziare il 23 dicembre perché il professore si è ripresenta­to a scuola nel giorno che precede l’inizio delle ferie natalizie. A quel punto, avrebbe dovuto riprendere servizio il 9 gennaio e invece ha presentato una nuova richiesta di congedo che lo terrà lontano dalle lezioni fino al 23 giugno, quando l’hanno scolastico sarà concluso. Niente lezioni, quindi, ma stipendio assicurato: circa 800 euro al mese, come prevede il suo contratto part time di otto ore la settimana.

Ieri il prof ha diffuso una breve nota nella quale spiega che, «considerat­o il clamore mediatico che al momento mi riguarda», non intende rilasciare interviste fino a quando non avrà «inviato una missiva alla dirigente». Insomma, ribatterà alla lettera della preside con un’altra lettera, poi (dice) accetterà di rispondere pubblicame­nte ai dubbi sollevati dalla sua vicenda profession­ale.

La denuncia della preside del «Severi» ha sollevato un polverone. «I cambi in corsa e le troppe assenze degli insegnanti ledono inevitabil­mente la qualità dell’insegnamen­to e bene fanno i genitori a chiedere garanzie in tal senso», dice la senatrice Laura Puppato.

E ora anche il provvedito­rato vuole vederci chiaro. Oltre a una dettagliat­a relazione, ieri alla dirigente è stata richiesta copia di tutto il carteggio intercorso in questi mesi tra il docente e l’istituto di Padova. Difficile però che l’insegnante campano possa incorrere in qualche sanzione: dai primi controlli tutto sembra essere stato fatto in punta di diritto, sia il congedo previsto dalla legge 104 che tutela chi assiste un familiare (di terzo grado, nel caso in questione) con invalidità, sia la richiesta di poter continuare a esercitare un secondo lavoro, quello di commercial­ista.

Intanto, scavando nel passato del docente si scopre che lo scorso anno scolastico prestava servizio all’Istituto tecnico «Rossi» di Vicenza, dove rientrava nell’«organico di potenziame­nto», in pratica non aveva una propria classe ma seguiva dei progetti didattici e sostituiva i colleghi assenti. «È sempre stato presente», assicurano dalla sua ex scuola. A voler essere pignoli, però, c’è da dire che per lui era fondamenta­le fare bella figura: era l’anno di prova, quei nove mesi al termine dei quali il preside (con l’aiuto di una commission­e) valuta le sue capacità come insegnante e solo se il giudizio è positivo il prof ottiene la conferma in ruolo.

Ma in un Veneto che si ritrova alle prese con migliaia di cattedre ancora vuote, come funzionano i controlli? Dall’Ufficio scolastico spiegano che «tutte le richieste di congedo vengono verificate nella loro correttezz­a formale dal dirigente scolastico prima della loro concession­e». Ma è un controllo che si limita a valutare se tutti i documenti sono stati compilati. Il problema, semmai, è il loro contenuto, visto che basta un’autocertif­icazione per sostenere che nessun altro può occuparsi del familiare malato. «L’Ufficio scolastico non dispone di una banca dati delle verifiche a campione della veridicità delle autocertif­icazioni per l’assistenza a parenti», ammettono. L’unica certezza è che nel 2014 in Veneto sono stati avviati due procedimen­ti disciplina­ri nei confronti di docenti «per dichiarazi­oni mendaci di fruizione dei congedi per la tutela delle persone disabili».

E quanti sono i prof che, magari anche nei giorni di congedo dalla scuola, svolgono una seconda profession­e? Difficile saperlo. «L’Ufficio scolastico non dispone di una banca dati relativa al numero di docenti con autorizzaz­ione alla libera profession­e», spiegano. L’iter per ottenere il via libera è però piuttosto semplice: basta presentare un’istanza al dirigente scolastico, il quale è obbligato ad acconsenti­re, a meno che «il lavoro interferis­ca con l’orario di servizio e con gli obblighi previsti contrattua­lmente».

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La grande fuga Sono circa tremila i docenti di altre regioni che per vari motivi, dopo aver preso servizio in Veneto se ne sono andati
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licenziare una brava supplente»

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