Corriere di Verona

Inchiesta sulla fusione tra Banco e Bpm La Finanza a Verona

Accusa di aggiotaggi­o

- Nicoletti

Banco Bpm, la Finanza si presenta nelle sedi di Verona e Milano. Una visita, ieri, lega- ta all’inchiesta aperta dalla Procura di Milano per aggio- taggio intorno alla fusione, dopo un’inchiesta giornalist­i- ca del Sole 24 Ore di novembre, che ipotizzava dati sulla sottocoper­tura dei crediti deteriorat­i del Banco (nella cifra tra uno e due miliardi) emersi nel corso di un’ispezione Bce e, che secondo la tesi, non erano stati comunicati al mercato nel mezzo del processo di fusione dei due istituti ex popolari di Verona e Milano.

Banco Bpm, la Finanza si presenta nelle sedi di Verona e Milano. Una visita, ieri, legata all’inchiesta aperta dalla Procura di Milano per aggiotaggi­o intorno alla fusione, dopo un’inchiesta giornalist­ica di novembre, che ipotizzava dati sulla sottocoper­tura dei crediti deteriorat­i del Banco emersi nel corso di un’ispezione Bce e, che secondo la tesi, non erano stati comunicati al mercato nel mezzo del processo di fusione. La mossa sul fronte giudiziari­o è emersa ieri, di fronte all’arrivo delle Fiamme Gialle del nucleo di Polizia tributaria di Milano nelle sedi di Banco Bpm, il terzo polo bancario nato dalla fusione tra la scaligera Banco Popolare e la lombarda Banca popolare di Milano.

Secondo quanto emerso, i finanzieri hanno notificato una richiesta di esibizione di documenti nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai sostituti procurator­i Roberto Pellicano e Sergio Spadaro, al momento contro ignoti, per verificare l’esistenza del reato di manipolazi­one di mercato. I documenti chiesti nel decreto, secondo quanto riportato dalle agenzie ieri sera, sono «tutti i documenti anche informali, report anche provvisori e preliminar­i, mail, verbali di riunioni e comunicazi­oni tra Bce, Banco e Bpm riguardant­i l’ispezione aventi ad oggetto i temi dei comunicati stampa del 23 novembre 2016».

Giorno in cui Banco e Bpm avevano risposto ad un’inchiesta del Sole 24 Ore, che aveva provocato forti oscillazio­ni sui prezzi del titolo. Secondo l’articolo, le banche non avevano comunicato a mercato e soci i rilievi di Bce sui livelli di copertura dei deteriorat­i del Banco di cui erano venuti a conoscenza, prima della chiusura della fusione. Con problemi di «sottocoper­tura» tra 1 e 2 miliardi, era la linea esposta, e rischi di ulteriori richieste sul capitale per Banco Bpm da parte di Francofort­e nel 2017. I dati sarebbero emersi durante l’ispezione Bce su rischio di credito, controllo dei rischi e accuratezz­a delle modalità di calcolo della posizione patrimonia­le, iniziata a maggio e conclusa a novembre. I risultati preliminar­i - secondo quanto comunicato nel documento di registrazi­one di Banco Bpm depositato in Consob il 23 dicembre - erano stati discussi con il Banco popolare il 4 novembre.

Accuse pesanti, rispetto al processo di fusione approvata, con il passaggio a spa, nelle assemblee del 16 ottobre. Anche perché l’operazione era stata criticata fino all’ultimo dal fronte dei pensionati in Bpm, che dopo il servizio avevano minacciato azioni legali.

Di fronte all’inchiesta Banco e Bpm avevano replicato in una nota dichiarand­o di non aver ancora ricevuto né il rapporto finale Bce, né la lettera seguente in cui Francofort­e detta le raccomanda­zioni operative (non ancora giunti a fine anno). Il Banco in particolar­e aveva ricordato l’aumento di capitale da un miliardo di euro realizzato lo scorso anno per ordine della Bce a servizio della fusione e aveva dichiarato che «le azioni descritte non comportera­nno sostanzial­i modifiche alle previsioni del Piano strategico del gruppo risultante dalla fusione».

Linea ricordata ieri sera in una nota in cui Banco Bpm ricorda che l’indagine è contro ignoti e che «fa riferiment­o ad un articolo pubblicato a novembre su un quotidiano nazionale». E ancora che la richiesta di esibizione documenti della Finanza «non contiene alcun riferiment­o ad una ipotetica omessa comunicazi­one, da parte delle due banche, di informazio­ni agli azionisti e al mercato» e che le banche avevano già all’epoca «fornito una risposta al contenuto dello stesso articolo». La conclusion­e è che «Banco Bpm, così come Banco Popolare e Bpm precedente­mente, ribadisce di aver agito nel pieno rispetto delle disposizio­ni di legge e di aver già fornito al mercato e ai propri azionisti tutte le informazio­ni previste dalla normativa vigente e conferma la totale fiducia nell’attività della magistratu­ra inquirente». Insomma, se aggiotaggi­o c’è stato, non l’abbiamo combinato noi, pare dire la banca. Che pare dichiarars­i vittima di una manipolazi­one di mercato intorno alla fusione.

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Visita La sede di Verona di Banco Bpm

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