«Traforo, il progetto adesso c’è Noi pronti a regalarlo al Comune»
Il responsabile dell’azienda Raccosta: «Ora è finanziabile, potrebbe essere posto a base di una nuova gara»
«In ragione del lungo tasso di tempo intercorso e dei grandi mutamenti nei mercati finanziari, sarebbe auspicabile che questo progetto, oggi rimesso in campo e nuovamente appetibile, sia acquisito dall’amministrazione e venga gestito in base alla nuova normativa, profondamente modificata rispetto a quella alla base della prima gara». A parlare è Massimo Raccosta, l’uomo che per Technital segue la partita del Traforo delle Torricelle. Sostanzialmente, l’azienda promotrice dell’opera è pronta a regalare il progetto, adesso dichiarato «bancabile», al Comune, in cambio della sua uscita di scena. Andrebbe quindi convocata una nuova gara, da zero, però con le leggi del nuovo codice degli appalti. Ma Tosi ha detto di voler andare avanti con il vecchio procedimento.
La notizia è che il progetto «low-cost» del Traforo delle Torricelle è «bancabile», ovvero potenzialmente finanziabile dagli istituti di credito. Così, almeno, hanno certificato i due advisor del promotore Technital, il Banco Popolare (oggi Banco Bpm) e Equita Sim (la finanziaria presieduta da Alessandro Profumo). Ma pensare che ora la strada per realizzare l’opera sia in discesa è un’illusione.
«In ragione del lungo tasso di tempo intercorso e dei grandi mutamenti nei mercati finanziari, sarebbe auspicabile che questo progetto, oggi rimesso in campo e nuovamente appetibile, sia acquisito dall’amministrazione e venga gestito in base alla nuova normativa, profondamente modificata rispetto a quella alla base della prima gara». Misura attentamente le parole, Massimo Raccosta, l’uomo che per Technital ha seguito il progetto in questi anni, perché le implicazioni del suo ragionamento non sono banali.
In questi anni di crisi, Technital ha tentato di cambiare il progetto in corsa, ha subito le condizioni poste dell’Authority Anticorruzione di Cantone e infine il pressing dei dirigenti comunali che gli hanno intimato di presentare una proposta definitiva, pena l’escussione della fideiussione da otto milioni di euro. Alla fine la proposta, che prevede una riduzione di costi di poco meno del 20 per cento rispetto a quello originario, è arrivata. E il sindaco Flavio Tosi, una volta ricevuta attestazione che è «bancabile», ha dichiarato l’intenzione di rifare solo l’ultima parte della gara per il project financing, bandita nel 2008 e definitivamente aggiudicata nel 2013 a un gruppo di imprese che ha in Technital il capofila e oggi, di fatto, l’unico promotore.
È un’eventualità cui l’azienda di progettazione veronese guarda senza troppo entusiasmo. In questi lunghi anni di crisi, ha dovuto fare i conti con il fallimento di alcuni partner (Mazzi), lo sfilamento di altri (Mantovani), il tentativo infruttuoso di trovarne di nuovi (Abertis, i nuovi padroni spagnoli della Brescia-Padova). Oggi si trova da sola, per giunta nel mezzo di una dolorosa ristrutturazione. E se nessun concorrente dovesse presentarsi alla gara, l’intero onore del project ricadrebbe sulle sue fragili spalle.
In quest’ottica vanno lette le parole di Raccosta, quando auspica che il progetto venga «acquisito» dall’amministrazione. Lo ha già dichiarato in passato: lui è disposto a cederlo gratis al Comune («ma ha un valore di 7,5 milioni di euro», assicura) in cambio dell’annullamento di un procedimento che compie ormai dieci anni ed è stato costruito in base alle leggi di allora e non al nuovo codice degli appalti, entrato in vigore l’anno scorso. «Il nostro compito si chiuderebbe qui. Il nostro progetto, frutto di dieci anni di lavoro e ora dichiarato bancabile, sarebbe posto alla base di una nuova gara che seguirebbe però le regole previste dal nuovo codice degli appalti - sottolinea Raccosta - Una gara a cui noi potremmo anche partecipare, a quel punto, se trovassimo dei nuovi compagni di viaggio». È evidente, tuttavia, che un simile passaggio non potrebbe essere gestito da Tosi nei pochi mesi che gli rimangono da sindaco.
Per Technital, che sul Traforo delle Torricelle è rimasta col cerino in mano, sarebbe un modo per uscire dall’empasse e per allontanare la spada di Damocle dell’escussione della fideiussione, anche se l’azienda ritiene di non avere colpa alcuna della mancata realizzazione del Traforo. Ma per Tosi la faccenda è più complessa: dovrebbe riconoscere di aver perso la più grande scommessa delle sue due amministrazioni (anche se una eventuale vittoria sarebbe solo«sulla carta»). Dovrebbe passare il testimone della decisione sull’opera al suo successore, che si ritroverebbe in mano un progetto fatto e finito ma che potrebbe anche decidere di mettere nel cassetto. Una cosa appare evidente: più che la realizzazione del Traforo delle Torricelle, l’obiettivo primario dei protagonisti della vicenda sembra quello di trovare una via d’uscita onorevole. Sarà possibile?