Magia jazz, la tromba di Rava incanta il Ristori
Applausi (e tutto esaurito) ieri per l’esibizione del trombettista: la platea si emoziona per «Diva» e «Infant». La serata musicale preceduta dal primo appuntamento con il vino delle Famiglie dell’Amarone: protagonista Masi
Il palcoscenico è la cattedra e tutto il teatro diventa una classe di studio. L’insegnante non ha in mano un gessetto per scrivere alla lavagna, bensì la sua fedele tromba, pronto a incantare gli «studenti» con la sua enorme cultura musicale. Verona a scuola di jazz con il concerto dell’Enrico Rava New4tet, protagonista ieri al Ristori per il terzo appuntamento dell’Italian Jazz Sound.
Un prevedibile tutto esaurito per il maestro nato settantasette anni fa a Trieste (e cresciuto a Torino), icona della musica jazz mondiale e da decenni simbolo italiano del suo genere musicale. Durante lo spettacolo, tra i primi brani suonati, ha emozionato «Diva», seguita da altri successi strappa-applausi come «Interiors» e «Infant».
A completare il quartetto guidato da Rava, tre giovani musicisti che hanno deliziato il pubblico veronese e non hanno sfigurato accanto al compositore: Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria. Con la stessa formazione, nel 2015, Rava è riuscito a conquistare il premio Top Jazz per il migliore gruppo dell’anno. Un’altra grande serata, ieri, per il trombettista, che dopo aver raccolto applausi in Giappone, lo scorso mese, in un tour che lo ha visto sul palcoscenico con jazzisti nipponici, è pronto a riprendere il suo giro d’Italia nei teatri con la prestigiosa collaborazione della pianista statunitense Geri Allen, con cui si esibirà dal vivo in primavera. Gli amanti della musica di Rava, inoltre, potranno presto ritrovarlo al cinema nel documentario «Enrico Rava. Note necessarie», in sala da febbraio.
Prima dello spettacolo di ieri, nel foyer del teatro, il
pubblico ha potuto partecipare al primo appuntamento con il vino delle Famiglie dell’Amarone d’Arte, una serie di appuntamenti su prenotazione che vedrà protagoniste tredici famiglie di storici produttori di vino veronesi, che prima degli spettacoli offriranno una degustazione.
Ieri, la cantina ospite è stata Masi Agricola, con la responsabile commerciale Alessandra Boscaini che ha parlato della produzione dell’Amarone. «L’Amarone è un vino jazz - racconta - perfetto per introdurre una serata come questa. Un vino che, come la musica, deve essere conosciuto perché ha sempre qualcosa di nuovo da raccontare». Boscaini, poi, ha parlato
della propria azienda: «Io faccio parte della settima generazione, il primo vigneto è stato acquistato nel 1772, prima la mia famiglia commerciava vino senza produrlo. Oggi l’Amarone è uno dei capisaldi dell’enologia europea». Al brindisi, hanno partecipato anche i musicisti Evangelista e Morello. Dopo il successo dei concerti di Fabrizio Bosso e del duo Musica Nuda, dunque, un’altra serata indimenticabile per la rassegna jazz del Ristori (info e biglietti per i prossimi concerti su www.teatroristori.org), che tornerà il 21 febbraio con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura (suonatore di bandoneon, la fisarmonica del tango argentino) e poi il 21 marzo con i Quintorigo e il batterista Roberto Gatto.
Chiuderanno l’Italian Jazz Sound, in maggio, Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia, con i
loro strumenti che incroceranno quelli dell’orchestra veronese dei Virtuosi Italiani.