Corriere di Verona

Il Chievo a San Siro «Con l’Inter niente alibi stanchezza»

Maran e il tour de force imposto dal calendario: potevano trattarci meglio. Ipotesi difesa a cinque

- Sorio

Giocare stanca. Specie chi, come il Chievo, percorre 108,3 km a partita, seconda distanza di A dopo il Napoli (109,1 km). E così, giunto al terzo impegno in sei giorni, senza la benzina degli Hetemaj, Cacciatore e Rigoni nel serbatoio, il Chievo bussa alla porta dell’Inter, fresca di quattro successi in fila, con addosso il peso di un’agenda poco simpatica e molto pressante.

«Dicono che lamentarsi non faccia bene. Così mi limito a osservare che, visto il calendario, speravamo di essere trattati un po’ meglio. Ma sono convinto, comunque, che a Milano non soffriremo la stanchezza». Così, Rolly Maran, il cui Chievo, rispetto all’Inter dell’ex gialloblù Stefano Pioli, s’è sobbarcato la Coppa Italia, a Firenze, chiedendo molto ad alcuni giocatori, vedi Gobbi e Castro, 180’ nelle gambe tra Atalanta e Fiorentina. La terza gara ravvicinat­a, di solito, è quella in cui senti la fatica. Ecco perché un Chievo col 5-3-2, modulo che copre meglio il campo in ampiezza, non è ipotesi da scartare. Specie di fronte a un’Inter che, davanti, gioca proprio su quell’aspetto lì, allargando Candreva e Perisic, piazzando Joao Mario sulla verticale di Icardi, lanciando sul tavolo la carta del potenziale offensivo (concentrat­o soprattutt­o nei piedi di Icardi, 14 gol, e Perisic, 6, loro che in due segnato tanto quanto l’intero Chievo, 20). Su quella carta, Pioli fonda il suo buon impatto: 14 reti in sette gare con lui, 16 punti raccolti sui 21 a disposizio­ne, è un’Inter che arriva dal 2-0 sul Genoa, l’1-0 sul Sassuolo, il 3-0 sulla Lazio, il 2-1 di Udine.

«È un’Inter che ha trovato la quadratura», dice Maran, «e non c’è momento peggiore per sfidarla». In quella quadratura entra adesso anche il tassello Gagliardin­i, che debutterà, da play, al posto dello squalifica­to Brozovic. È, il serbo, l’unico indisponib­ile, per Pioli. Mentre Maran (in vantaggio per 5 vittorie a 3 nei precedenti con l’uomo della Via Emilia) rinuncia, come detto, a Hetemaj, Cacciatore, Rigoni, più Sardo e Seculin.

Restiamo lì, allora, per ribadire che il Chievo potrebbe rispolvera­re il 5-3-2 visto il 6 novembre scorso contro la Juventus. Funzionere­bbe così: le corsie a Izco (o Frey) e Gobbi, in tre davanti a Sorrentino, ossia Gamberini, Dainelli e uno tra Spolli e Cesar, poi, in mediana, Castro sull’asse di Perisic, Bastien (o De Guzman) sull’asse di Candreva, Radovanovi­c in regia e Birsa alle spalle di Meggiorini. Questa è una pista. L’altra è il tradiziona­le 43-1-2, cioè l’impianto che fin qui ha garantito al Chievo 53 punti nel 2016 e 25 in questo girone d’andata chiuso col rovescio contro l’Atalanta. Di quella partita, Maran ha già detto tutto. «A Firenze, in Coppa, è arrivata la risposta che ci aspettavam­o. Il ko con l’Atalanta è stato un episodio, niente di più. E adesso andiamo a San Siro cercando di portare a casa un risultato positivo».

Di quella partita ha parlato anche Pioli, ieri, da Milano. «Il Chievo sbaglia poche gare in un anno. E purtroppo una di queste l’ha appena sbagliata, contro l’Atalanta. Sarà una serata complicata, per noi. Stiamo facendo bene, ma credo che l’Inter abbia grandi margini di migliorame­nto, soprattutt­o per continuità dentro la gara stessa: nei 90’, ancora adesso, sbagliamo alcune letture di gioco». La storia di Pioli, col Chievo, è nota. Torneo 2010-11, undicesimo posto, 46 punti, dodici gare con la porta inviolata. Da allora, il club della Diga ha incrociato il tecnico parmigiano nove volte, da avversario: 2 vittorie clivense, 4 pari, 3 successi di Pioli. Poi c’è stato il piccolo incrocio dell’estate scorsa, quando il Chievo, nel timore di vedere Maran migrare all’Atalanta, chiese a Pioli se fosse stato disposto a tornare a Verona. Di fatto, poi, tutto è rimasto come prima. E adesso c’è questo, d’incrocio. Con Maran che, dell’Inter, teme la tecnica ma non solo: «L’Inter è una delle squadre migliori per impatto fisico». Anche questo, a San Siro, potrà essere un fattore.

Il mister Pioli ha trovato la quadratura, non c’è momento peggiore per sfidare quest’Inter

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