Corriere di Verona

Pd veneto, primarie (aperte) il 19 marzo «Ora troviamo una linea sull’autonomia»

Approvate le regole, i non iscritti pagheranno 2 euro. Nel totonomi Rotta, Santini e Zanonato

- Angela Pederiva

Da ieri data e regole ci sono: ora il Partito Democratic­o non dovrebbe più trovare scuse, per provare ad uscire dalla crisi nera in cui ha cominciato a precipitar­e con la pesante sconfitta alle Regionali del 2015. Precedute da una fase congressua­le diluita nello spazio e nel tempo, il prossimo 19 marzo si terranno le primarie (aperte anche ai non iscritti, che pagheranno 2 euro) per la scelta del nuovo segretario veneto, dopo la lunga reggenza prima del dimissiona­rio Roger De Menech e poi del garante Lorenzo Guerini. Così ha deciso la direzione del Pd, riunita nel pomeriggio a Padova, senza nemmeno la necessità di votare: tutti d’accordo, in attesa della sfida tra «renziani», «bersaniani» e magari pure «giovani turchi», dato che questa volta non sarà ripetuto l’errore di convergere su una candidatur­a unitaria.

Il toto-nomi è già cominciato e per ora comprende solo parlamenta­ri: Alessia Rotta e Giorgio Santini per la maggioranz­a governativ­a, Flavio Zanonato o Davide Zoggia per la minoranza dem, Alessandro Naccarato per la sinistra socialdemo­cratica. Il ragionamen­to è intuitivo: dato che le correnti comunque ci sono, tanto vale farle sfogare prima del voto, invece di lasciarle scorrere carsicamen­te, col rischio che riemergano quando ormai è troppo tardi. «Adesso che è arrivato Zoggia, possiamo cominciare, visto che la minoranza dem è interament­e rappresent­ata», ha ironizzato Guerini, nel dare il via all’incontro. Ma è stata giusto una battuta, in una riunione peraltro assai meno tesa delle tante sedute di autocoscie­nza che hanno scandito l’infinita terapia. «Il congresso — ha chiarito il vicesegret­ario nazionale — sarà l’occasione per il Pd veneto di ragionare sulle politiche che vuole proporre a questa regione, sulla propria presenza sul territorio, sull’elaborazio­ne di una linea e sulla scelta del proprio gruppo dirigente. Non ci rivolgerem­o solo ai nostri iscritti, ma a tutti i cittadini». Per questo anche il Veneto sarà tappa della «campagna di ascolto» che verrà lanciata il 21 gennaio da Matteo Renzi «per approfondi­re temi come fisco, lavoro, giovani». E sempre per questo alle amministra­tive di primavera, che coinvolger­anno pure grandi centri come Padova, Verona e Belluno, l’indicazion­e dei vertici ai segretari locali sarà di rendere il Pd «perno di coalizioni ampie, aperto alle esperienze civiche, orientato a costruire proposte di centrosini­stra pronte a misurarsi con le sfide del governo».

A proposito delle Comunali qualcuno ieri, soprattutt­o fra i padovani, ha storto il naso di fronte alle scadenze strette previste per le primarie, poiché fatalmente le tempistich­e delle due campagne elettorali finiranno parzialmen­te per coincidere. «Ma non possiamo andare oltre metà marzo — ha ammonito la senatrice Laura Puppato — perché abbiamo un gap enorme da recuperare, in materie come infrastrut­ture, immigrazio­ne, autonomia». Tema, quest’ultimo, su cui pende il referendum voluto da Luca Zaia, «e su cui spero che si discuterà prima delle primarie», ha rilanciato la deputata Simonetta Rubinato. «Sarà uno dei temi congressua­li — ha confermato Guerini — con la consapevol­ezza che dobbiamo lavorare non su spot ideologici, ma a partire dalla Costituzio­ne».

Il congresso non si condenserà in una sola giornata: nello stile del Pd, si tratterà di un percorso, su cui vigilerà la commission­e presieduta da Filippo Silvestri. Sostenute dalle firme di almeno 150 iscritti di quattro province o di almeno il 10% dell’assemblea uscente, le candidatur­e alla segreteria andranno presentate entro il 6 febbraio (nel caso in cui siano più di tre, dovranno essere scremate nelle riunioni dei circoli e ratificate dalla convenzion­e regionale). Dopodiché entro il 3 marzo dovranno essere depositate le liste, una o più per ciascun candidato. «Occorre che il congresso sia il meno ambiguo possibile, non bisogna avere paura del confronto», ha rimarcato il sottosegre­tario (renziano) Pier Paolo Baretta. «Infatti la nostra area avrà un suo candidato», ha promesso il vicecapogr­uppo regionale (bersaniano) Piero Ruzzante. «L’importante è che sia rispettata l’unità del partito — ha sottolinea­to il senatore (renziano) Santini — perché lo sforzo riformista assomiglia alla scalata di una parete, in cui è necessario che il compagno di cordata non ti pesti le mani...». Nel frattempo il 28 febbraio terminerà il tesseramen­to: «Nessun calo, siamo in linea con lo scorso anno», ha assicurato De Menech.

Guerini Autonomia sarà tema del congresso, ma senza spot Santini Importante è che sia rispettata da tutti l’unità del partito

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