No a Forza Italia? Salvini ci ripensa: «Scelta locale»
Parziale retromarcia del segretario del Carroccio. Pd, verso un rinvio delle primarie
Il diktat di Matteo Salvini è durato lo spazio di un fine settimana. Dopo aver detto «no» ad alleanze della Lega con liste con il simbolo di Forza Italia in Veneto, il leader leghista ha fatto retromarcia, specificando che lascerà scegliere il territorio. «A Verona faranno le loro scelte».
Il diktat di Matteo Salvini è durato lo spazio di un fine settimana. Venerdì il leader della Lega Nord aveva comunicato di aver accolto la richiesta della segreteria veneta del Carroccio, dichiarando che alle comunali in Veneto non ci sarebbero state alleanze con il simbolo di Forza Italia. Una sorta di vendetta dopo la caduta di Massimo Bitonci a Padova anche per mano di due consiglieri azzurri (poi espulsi) che aveva coinvolto a cascata anche gli altri comuni al voto, primo tra tutti Verona. Ma l’altro ieri, da Vicenza, Salvini ha fatto una parziale ma sostanziale marcia indietro. «Noi l’alleanza la facciamo solo con gli italiani. E a livello politico con chi sottoscrive il nostro programma che però prevede idee molto chiare», ha premesso. Ma sulle possibili alleanze tra Lega e Forza Italia in ambio locale, Salvini è parso molto meno granitico: «Io rispetto le scelte del territorio ha detto - A Padova capisco Bitonci e i padovani che dicono `ci han fregato una volta, non ci fregano più”. A Verona e Belluno faranno le loro scelte». Per poi concludere che «non è più il momento delle idee confuse, o di qua o di là».
Insomma, il diktat non era un diktat e ora ognuno farà come crede. Il segretario del Carroccio veronese Paolo Paternoster si era già augurato che a Verona la coalizione di centrodestra potesse essere quella classica rappresentata da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, il cui leader veronese Ciro Maschio aveva fatto appello a Salvini per una «deroga» nei confronti dei berlusconiani. Ma bisognerà capire se l’uscita di Salvini abbia lasciato degli strascichi.
Flavio Tosi ne ha subito approfittato per cercare un asse con Forza Italia, proponendo che da Verona parta la costruzione di un centrodestra moderato alternativo a quello sovranista e identitario di Salvini. Intervenuti nel weekend i coordinatori veronesi di Forza Italia, Massimo Giorgetti e Davide Bendinelli, oltre a definire il veto di Salvini «ingiustificato e antistorico», hanno sottolineato che «le alleanze le costruiremo sulla base del programma». Per poi concludere: «Accogliamo con piacere le affermazioni di apertura di Flavio Tosi di cui apprezziamo l’approccio costruttivo e la volontà di lavorare insieme. Solo un centrodestra moderato, costruttivo ed inclusivo può portarci a governare questa città». Se a questo si aggiunge che Tosi ha fatto significative aperture anche a un partner consolidato del Carroccio, l’associazione Battiti che ha come leader cinque ex assessori della sua prima giunta, si comprende bene come nel centrodestra i giochi in vista delle elezioni comunali siano ancora del tutto aperti. Per ora, una sola è la certezza: la Lega Nord a breve annuncerà il suo candidato sindaco, il senatore Paolo Tosato. Ma che proprio lui diventi il candidato del centrodestra è tutt’altro che scontato. In campo c’è anche Stefano Casali, consigliere regionale della Lista Tosi ma in rotta con il sindaco, oltre al leader di Battiti Federico Sboarina. Fuori dai partiti, il nomi caldi sono quelli dell’imprenditore Massimo Ferro e del giornalista Alfredo Meocci.
Quando al Pd, si va verso un rinvio delle primarie inizialmente fissate per il 19 febbraio. I vari profili sondati (dall’ex calciatore Damiano Tommasi, al poliziotto Gianpaolo Trevisi, all’ex consigliere regionale Gustavo Franchetto) non hanno ancora sciolto le riserve su una eventuale disponibilità.
Venerdì La Lega correrà con liste senza simboli di Forza Italia in Veneto
Domenica Rispetto le scelte del territorio, a Verona faranno le loro scelte