Corriere di Verona

Passalacqu­a, la villa di duemila anni fa che rischia di fermare progetto e cantieri

È area «di interesse culturale». Il Comune vuol sapere se l’area è vendibile

- Aldegheri

La soprintend­enza dichiara di «interesse culturale» la villa romana alla ex caserma Passalacqu­a. A rischio i cantieri .

Una lussuosa villa con piscina, peraltro non più abitata da 1.800 anni, causa un nuovo stop ai lavori per la Passalacqu­a. E l’intero progetto, in gran parte ancora da realizzare, è adesso davvero a rischio.

La Commission­e Regionale per il Patrimonio Culturale (emanazione della Soprintend­enza veneta), ha stabilito, il 19 dicembre scorso, che l’area (in cui sono stati trovati i resti di una villa signorile d’epoca romana, con annesse terme e cimitero) è di sicuro «interesse culturale», e va quindi sottoposta ai relativi vincoli di legge. Quali vincoli? La giunta comunale ha incaricato l’assessore all’Urbanistic­a, Gian Arnaldo Caleffi, e il dirigente Francesco Marchi, di capirlo fino in fondo. E se tra i vicoli previsti ci fosse anche quello della «inalienabi­lità» (impossibil­ità di vendere l’area a privati) sarebbe un guaio grosso, per l’intero progetto.

Proprio in questi giorni, infatti, la Sarmar (capofila delle imprese coinvolte nel progetto) aveva formalment­e «diffidato» il Comune affinché venisse ceduto all’Ati l’ultimo lotto, il lotto E, che non è stato ancora venduto ai privati per alcuni problemi burocratic­i.

La diffida di Sarmar fissava una data ultima per farlo, quella del 16 febbraio. Entro quella data, adesso, si terrà un incontro a Palazzo Barbieri per decidere come muoversi.

Il problema non è da poco, perché proprio quell’area è considerat­a dalle imprese come la più importante, visto che è quella su cui dovrebbero sorgere i 140 nuovi appartamen­ti e i nuovi negozi che rendono economicam­ente sostenibil­e l’intero progetto.

Tra i reperti archeologi­ci trovati, il più interessan­te è costituito dalla villa d’epoca romana, risalente all’età imperiale e con annesso un piccolo cimitero. La villa aveva al suo interno un impianto termale ed era rimasta sicurament­e abitata fino alla prima metà del quarto secolo dopo Cristo. Un’abitazione signorile, usata per «otium et negotium», vista la sua collocazio­ne nel verde (di allora) ma abbastanza vicina al centro. I proprietar­i, inoltre, l’avevano voluta anche perché vicina al Fiumicello di Montorio, che garantiva comunque la fornitura idrica. Nella nostra città l’unica dimora del genere finora conosciuta era in Valdonega.

Nella stessa zona sono state trovate anche tracce della Fiera di Campo Marzo, del 1.723, abbandonat­o durante l’età napoleonic­a, per poi scomparire definitiva­mente sotto il dominio degli austriaci.

Tornando al progetto, anche al di là dei problemi emersi in queste ore, i tempi si allungano. Le imprese hanno chiesto infatti di prorogare i lavori di ben 10 anni oltre il 2016, data in cui avrebbe dovuto essere tutto pronto. E Michele Bertucco (Piazza Pulita) rileva che sarebbe una sorta di «opera infinita che potrebbe durare fino al 2026, ben 18 anni dall’inizio lavori» e segnala poi che è stata presentata anche una richiesta di aumento dei volumi edificabil­i del 20 per cento. Richiesta che secondo Bertucco «non è piaciuta nemmeno agli uffici comunali che hanno sollevato obiezioni sotto l’aspetto ambientale, viabilisti­co e, fatto finora inedito, anche sulla fruibilità del Patrimonio Unesco delle mura che, in breve, verrebbe nascosto dal cemento».

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 ??  ?? I resti Una veduta dei resti della villa signorile romana che si trova all’interno dell’ex caserma Passalacqu­a e che mette a rischio il progetto
I resti Una veduta dei resti della villa signorile romana che si trova all’interno dell’ex caserma Passalacqu­a e che mette a rischio il progetto

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