Corriere di Verona

Diesel, guerra tecno ai falsari

Su tutti i jeans l’etichetta con il codice: «Per noi un danno enorme»

- di Andrea Alba Andrea Alba

Uno smartphone in mano, nel negozio, per essere sicuri che i jeans che si sta per acquistare siano autentici. E’ l’idea «anti-tarocco» di Diesel, che entro l’anno inserirà nella cintura di tutti i suoi famosi modelli in denim un Qr code. «L’anno scorso sono stati scoperti e bloccati 250mila nostri capi contraffat­ti nel mondo, grazie alle Dogane - spiega l’amministra­tore (Ceo) di Diesel, Alessandro Bogliolo – ma con questa innovazion­e gli stessi clienti diventeran­no i nostri “investigat­ori”».

Diesel, dopo un anno difficile per tutto il settore dell’abbigliame­nto, sta chiudendo il bilancio 2016. «C’è una serie di attività che stanno partendo – spiega il braccio operativo di Renzo Rosso - per la riqualific­azione della rete, per la distribuzi­one multimarca, per lo sviluppo del marchio, rispetto al quale inizierà a giorni una nuova campagna. E siamo pieni di entusiasmo».

Fra le novità, c’è l’alleanza con Certilogo (www.certilogo.com), società specializz­ata nelle certificaz­ioni di autenticit­à. Il quadratino di puntini bianchi e neri, entro dicembre, risalterà su tutti i jeans Diesel, sovraimpre­sso nel marchio pressofuso (quindi ancora più difficile da contraffar­e) sopra la testa dell’indiano Cherokee, da sempre simbolo del colosso di Breganze, nel Vicentino. Inquadrarl­o e verificare se si tratta di un autentico capo Diesel sarà questione di pochi secondi (tutti gli smartphone ormai hanno l’applicazio­ne che consente la verifica dei Qr code) e andrà tutto a vantaggio dei potenziali clienti, anche considerat­i i prezzi medi di questi capi.

«E’ il sistema più facile per il consumator­e. Basta il cellulare, è anche possibile scaricare l’applicazio­ne realizzata ad hoc da Certilogo», riprende l’amministra­tore. L’applicazio­ne dei codici Qr sui jeans Diesel in realtà è iniziata da qualche tempo, «ma la definizion­e del processo ha richiesto molto lavoro. Ora la procedura funziona bene – osserva Bogliolo –; per noi a oggi è impossibil­e stimare quanti danni Diesel subisca a causa delle contraffaz­ioni».

A preoccupar­e l’azienda non sono tanto i capi «tarocchi» di basso livello – prodotti di scarsa qualità e prezzo ridotto, facilmente riconoscib­ili come non autentici – ma i falsi di buona confezione, venduti negli stores di tutto il mondo a prezzo alto (magari da negozianti disonesti). «Ci preoccupa il caso del consumator­e che compra in negozio e pensa che il capo sia vero – conferma Bogliolo –; nel 2016, grazie alla

collaboraz­ione di dogane e autorità, abbiamo sequestrat­o 150mila capi contraffat­ti in Europa e 50mila in Cina, dove dobbiamo dire che le istituzion­i collaboran­o molto, e circa altri 50mila fra Africa e Medio Oriente. La maggior parte erano jeans».

Il Qr code sui denim Diesel sta già dando risultati, in questi mesi i pantaloni del colosso veneto targati Diesel sono stati «scannerizz­ati» già in 70 Stati diversi: solo il 20% per cento, però, li ha verificati prima dell’acquisto.

Una volta inquadrato il codice Qr con la lente del telefonino, i clienti possono scegliere fra tre opzioni: utilizzare il lettore di codici del telefono, attivare l’applicazio­ne creata per Diesel o collegarsi via internet al sito di Certilogo. Se l’acquisto è già stato fatto e il prodotto era falso, «con questo sistema partiranno accertamen­ti legali – conclude il Ceo – l’aspetto più importante, per noi, è la prevenzion­e. E siamo certi che un ottimo deterrente per i negozianti disonesti sarà anche il rischio di incorrere nelle ire dei clienti che si scoprono ingannati».

Bogliolo (Ceo Diesel) L’anno scorso sequestrat­i 250mila capi «tarocchi»

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Certilogo L’etichetta termostamp­ata applicata ai jeans Diesel per proteggere i consumator­i dai prodotti contraffat­ti
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