Diesel, guerra tecno ai falsari
Su tutti i jeans l’etichetta con il codice: «Per noi un danno enorme»
Uno smartphone in mano, nel negozio, per essere sicuri che i jeans che si sta per acquistare siano autentici. E’ l’idea «anti-tarocco» di Diesel, che entro l’anno inserirà nella cintura di tutti i suoi famosi modelli in denim un Qr code. «L’anno scorso sono stati scoperti e bloccati 250mila nostri capi contraffatti nel mondo, grazie alle Dogane - spiega l’amministratore (Ceo) di Diesel, Alessandro Bogliolo – ma con questa innovazione gli stessi clienti diventeranno i nostri “investigatori”».
Diesel, dopo un anno difficile per tutto il settore dell’abbigliamento, sta chiudendo il bilancio 2016. «C’è una serie di attività che stanno partendo – spiega il braccio operativo di Renzo Rosso - per la riqualificazione della rete, per la distribuzione multimarca, per lo sviluppo del marchio, rispetto al quale inizierà a giorni una nuova campagna. E siamo pieni di entusiasmo».
Fra le novità, c’è l’alleanza con Certilogo (www.certilogo.com), società specializzata nelle certificazioni di autenticità. Il quadratino di puntini bianchi e neri, entro dicembre, risalterà su tutti i jeans Diesel, sovraimpresso nel marchio pressofuso (quindi ancora più difficile da contraffare) sopra la testa dell’indiano Cherokee, da sempre simbolo del colosso di Breganze, nel Vicentino. Inquadrarlo e verificare se si tratta di un autentico capo Diesel sarà questione di pochi secondi (tutti gli smartphone ormai hanno l’applicazione che consente la verifica dei Qr code) e andrà tutto a vantaggio dei potenziali clienti, anche considerati i prezzi medi di questi capi.
«E’ il sistema più facile per il consumatore. Basta il cellulare, è anche possibile scaricare l’applicazione realizzata ad hoc da Certilogo», riprende l’amministratore. L’applicazione dei codici Qr sui jeans Diesel in realtà è iniziata da qualche tempo, «ma la definizione del processo ha richiesto molto lavoro. Ora la procedura funziona bene – osserva Bogliolo –; per noi a oggi è impossibile stimare quanti danni Diesel subisca a causa delle contraffazioni».
A preoccupare l’azienda non sono tanto i capi «tarocchi» di basso livello – prodotti di scarsa qualità e prezzo ridotto, facilmente riconoscibili come non autentici – ma i falsi di buona confezione, venduti negli stores di tutto il mondo a prezzo alto (magari da negozianti disonesti). «Ci preoccupa il caso del consumatore che compra in negozio e pensa che il capo sia vero – conferma Bogliolo –; nel 2016, grazie alla
collaborazione di dogane e autorità, abbiamo sequestrato 150mila capi contraffatti in Europa e 50mila in Cina, dove dobbiamo dire che le istituzioni collaborano molto, e circa altri 50mila fra Africa e Medio Oriente. La maggior parte erano jeans».
Il Qr code sui denim Diesel sta già dando risultati, in questi mesi i pantaloni del colosso veneto targati Diesel sono stati «scannerizzati» già in 70 Stati diversi: solo il 20% per cento, però, li ha verificati prima dell’acquisto.
Una volta inquadrato il codice Qr con la lente del telefonino, i clienti possono scegliere fra tre opzioni: utilizzare il lettore di codici del telefono, attivare l’applicazione creata per Diesel o collegarsi via internet al sito di Certilogo. Se l’acquisto è già stato fatto e il prodotto era falso, «con questo sistema partiranno accertamenti legali – conclude il Ceo – l’aspetto più importante, per noi, è la prevenzione. E siamo certi che un ottimo deterrente per i negozianti disonesti sarà anche il rischio di incorrere nelle ire dei clienti che si scoprono ingannati».
Bogliolo (Ceo Diesel) L’anno scorso sequestrati 250mila capi «tarocchi»