Corriere di Verona

Ferro o Bertacco Il centrodest­ra cerca la quadra

Diffidenze e veti incrociati allontano l’accordo con la Lega. «Intervenga Roma»

- Corazza

L’accordo di Padova riavvicina Forza Italia e Lega Nord anche a Verona. Ma la quadratura del cerchio per le prossime elezioni comunali è ancora lontana. Mentre i coordinato­ri azzurri alzano la posta (dalla scelta del candidato alla regia «romana»), si cercano candidati che possano far sintesi delle tante anime litigiose del centrodest­ra. Due i profili più accreditat­i in campo: l’imprendito­re Massimo Ferro e il senatore Stefano Bertacco.

L’accordo a Padova per la ricandidat­ura a sindaco di Massimo Bitonci avvicina Forza Italia e Lega Nord anche a Verona. Ma la quadratura del cerchio per le prossime elezioni comunali è ancora lontana, come sottolinea­no i due coordinato­ri provincial­i azzurri.

Davide Bendinelli riconosce che da Padova è arrivata «una spinta importante verso la ricompatta­zione di tutto il centrodest­ra» ma allo stesso tempo il sindaco di Garda sottolinea come, nell’ottica di un accordo nazionale tra Berlusconi e Salvini, «sarà necessaria una valutazion­e per capire pesi e misure». E, per entrare nello specifico: «È giusto che vadano tutti alla Lega i candidati? Se c’è una divisone di ruoli, può essere invece che il candidato a Verona spetti a Forza Italia. È una riflession­e che dobbiamo fare, anche e forse soprattutt­o a livello romano».

Allo stesso modo, dopo quanto accaduto a Padova, Massimo Giorgetti parla di un «ritorno alla normalità». Ma, avverte, «non è automatico che poiché a Padova si è trovato l’accordo su candidato, coalizione e programma, lo stesso succeda anche a Verona». Una partita che, anche secondo il consiglier­e regionale, si giocherà tra Verona e Roma: «E se ci faremo del male, sarà tutta colpa nostra».

La situazione resta molto complicata. Al momento, l’unico candidato ufficialme­nte in campo nel centrodest­ra è il deputato di Forza Italia Alberto Giorgetti, che fu candidato oltre un anno fa da Silvio Berlusconi proprio come possibile «figura unitaria». La Lega Nord ha promesso di indicare il suo candidato entro San Valentino e, dopo informali primarie interne, la scelta è ricaduta sul senatore Paolo Tosato. Battiti, l’associazio­ne formata da ex assessori della prima giunta Tosi, scalpita e vorrebbe che la scelta ricadesse sul suo leader Federico Sboarina. E poi c’è Stefano Casali, consiglier­e regionale (ormai ex) tosiano che si è autocandid­ato con la sua Verona Domani. Ognuno di questi candidati, per una ragione o per l’altra non è in grado al momento di trovare il consenso delle diverse forze della coalizione di centrodest­ra. Per questo si fa strada sempre di più l’ipotesi di pescare un «jolly» che possa essere una figura di sintesi che metta d’accordo tutti. Al momento, la rosa è ristretta sostanzial­mente a due nomi. Il primo, di cui si parla da tempo, è Massimo Ferro, imprendito­re, già deputato forzista oltre dieci anni fa e con alle spalle una lunga sfilza di incarichi pubblici, ultimo quello nel cda della malconcia Fondazione Arena. Ferro finora non ha sciolto la riserva sulla sua disponibil­ità a candidarsi. Ma negli ultimi giorni gli è stato fatto presente che, se vuole essere della partita, dovrà fare passi chiari e netti, entro pochi giorni. Altrimenti la sua «finestra» sarà destinata a chiudersi. Ma Ferro, al momento, resta dietro le quinte. In sua vece, sondano il terreno vecchie conoscenze come Carlo Alberto Faustini, facendo passare il messaggio che l’imprendito­re non vuole essere protagonis­ta di forzature e anzi sarebbe disposto a farsi da parte (ma con un congruo preavviso) in presenza di un nome più condiviso. Magari quello del senatore Stefano Bertacco, già assessore al Sociale, profilo che sta emergendo prepotente­mente in queste ore. Tra i fondatori di Battiti, sarebbe gradito anche a Fratelli d’Italia e, forse, anche al Carroccio Il problema in questo caso è Forza Italia, che non sarebbe disposta ad appoggiare un senatore eletto nelle sue liste che poi si è allontanat­o dal partito per aderire a una civica. Tra reciproche diffidenze, tatticismi e veti incrociati, il centrodest­ra veronese si trova pericolosa­mente ingarbugli­ato. A questo punto, forse, solo a Roma si potrà sciogliere i nodi.

Bendinelli Con la Lega sarà necessaria una valutazion­e per capire pesi e misure

Giorgetti La partita si decide tra Verona e Roma, se ci faremo del male sarà tutta colpa nostra Lo snodo Se l’intesa non si trova a Verona, si deciderà a Roma

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Papabili Da sinistra il deputato Alberto Giorgetti, l’imprendito­re Massimo Ferro, il senatore Stefano Bertacco
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