Corriere di Verona

Alta velocità, abbonament­i cresciuti del 35% «In Veneto non c’è e la paghiamo lo stesso»

Venezia, i Comitati dei pendolari chiedono l’intervento della Regione. Trenitalia promette di ridurre i rincari

- Martina Zambon

Eleonora è un ingegnere ambientale che vive a Venezia, ha vinto un concorso e ora lavora all’Atv, l’azienda dei trasporti di Verona, il lavoro della sua vita. Da un anno e mezzo fa la pendolare svegliando­si alle 5 del mattino per prendere le Frecce, quell’«Alta velocità» che in Veneto esiste solo per le tariffe degli abbonament­i, non nella realtà visto che la rete dell’Alta Velocità in regione non è ancora arrivata. I cantieri fra Brescia e Verona partiranno entro l’anno, assicura l’ad del Gruppo FS Renato Mazzoncini.

Per i pendolari come Eleonora, però, la misura è già colma. «Un quarto del mio stipendio – spiega - se ne va per l’abbonament­o del treno. Ad agosto, per la tratta Mestre-Verona (incluso un 5% di integrazio­ne coi treni regionali, ndr), spendevo 178,50 euro, a settembre sono diventati 220, a febbraio siamo arrivati a 277,20 euro al mese».

Sull’ultima «mazzata» Trenitalia ha fatto una parziale marcia indietro e promette rimborsi dal 1 marzo, l’aumento anziché del 33-35% sarà solo del 10%. Da marzo andare dal lunedì al venerdì da Mestre a Verona costerà circa 250 euro.

Sul binario, all’alba, i «pendolari AV» si riconoscon­o con un cenno del capo: sono medici, ingegneri, bancari, persino qualche magistrato. E poi sì, ci sono anche i pendolari con qualche possibilit­à in meno. Anche per loro i referenti dei Comitati dei pendolari per la tratta VeneziaMil­ano, Simona Forni, e della Venezia-Bologna, Alessandro Munzi, hanno incontrato l’assessore regionale ai trasporti Elisa De Berti e il capogruppo del Pd in consiglio regionale Stefano Fracasso.

«Sono una corista della Fenice – spiega Forni – e faccio la pendolare da Milano a Venezia dal 2009. In 8 anni l’unico cambiament­o è stato il prezzo dell’abbonament­o che, per me, sfiora i 500 euro, un terzo di ciò che guadagno. Il dato inaccettab­ile è che paghiamo per un servizio, l’Alta Velocità, che in Veneto sempliceme­nte non esiste. L’incontro con l’assessore è stato positivo ma la Regione deve fare la voce grossa con Trenitalia».

Il problema è nazionale, il frutto avvelenato è del maggio 2016 quando l’Autorità per la Regolament­azione dei Trasporti dichiara quello ferroviari­o un «libero mercato». A quel punto si parla concretame­nte di abolire gli abbonament­i. Dopo le proteste, si decide di mantenerli, poi sono scattati i primi aumenti, fino all’ultimo che ha scatenato i circa 10mila pendolari dell’Alta Velocità in Italia. «In Veneto, oltre al danno, c’è la beffa – spiega Simona Forni – visto che si applicano aumenti pesanti giustifica­ti da un servizio che non c’è adducendo il libero mercato come giustifica­zione mentre, sulla Venezia-Milano, c’è solo Trenitalia. Si tratta di un vero monopolio». Rincara la dose Munzi: «Trenitalia sta per quotarsi in borsa ma la rete che usa è finanziata dallo Stato. Su alcune tratte è un monopolio, le Regioni devono difendere i cittadini».

«Siamo contrari a delegare tutto alle Regioni – commenta Bruno Albertinel­li di Federconsu­matori. in prima linea sul fronte pendolari – perché ce ne sono di forti come la Lombardia che è riuscita ad evitare gli aumenti tout court e altre in cui si applicano criteri diversi. Il governo deve farsi carico del problema».

De Berti ricorda come «il Veneto è stata la sola Regione presente fisicament­e al tavolo romano sulla questione, stiamo lavorando gomito a gomito con i parlamenta­ri, soprattutt­o in Commission­e Trasporti a Roma, per arrivare a una soluzione». E per rispondere alla risoluzion­e della Commission­e che stigmatizz­a gli aumenti e le modalità degli abbonament­i dei pendolari sulle linee ad alta velocità (vere o virtuali come nel caso veneto) è previsto un question time oggi, alla Camera. Fra le richieste di ieri dei comitati a Palazzo Balbi c’è anche l’inclusione dell’Alta Velocità nel contratto di servizio che riguarda solo il servizio regionale «o almeno – commenta Fracasso – che treni regionali e alta velocità non siano due universi paralleli: se da Bassano vado a Roma, all’alta velocità ci arrivo solo con un regionale».

Ma quanti sono i pendolari dell’Alta Velocità in Veneto? «Alcune centinaia» secondo i comitati. Trenitalia, invece, fatica a recuperare un numero perché, si ammette, non vengono considerat­i «pendolari AV», salvo poi, applicare loro tariffe AV anche dove l’alta velocità ancora non c’è.

De Berti Stiamo lavorando con i parlamenta­ri per trovare una soluzione I pendolari Non c’è libero mercato: sulla Venezia-Milano esiste solo Trenitalia

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