Sardo ambasciatore di Cuore Chievo «Noi vecchia guardia che non molla»
A margine della presentazione alla stampa di Villa Vecelli Cavriani in Love, iniziativa di cultura e sport uniti per la solidarietà che vedrà dal 13 al 18 febbraio la Fondazione Discanto, Uildim Verona, e Cuore Chievo, come protagonisti di eventi nella suggestiva cornice di Villa Cavriani Vecelli a Mozzecane, abbiamo incontrato Gennaro Sardo, ambasciatore del Chievo per questo lodevole appuntamento. A 37 anni Gennaro sta disputando la sua nona stagione alla Diga, sotto il cui ponte ne ha vista di acqua scorrere. Una lunga carriera la sua, ormai prossima alle 200 candeline in serie A: «Il mio traguardo è arrivare a questo traguardo, magari proprio qui davanti al nostro pubblico. Sarebbe bellissimo. Io sto bene e mi sto allenando con dedizione e intensità. Nonostante l’età non sia più verde, non ho dovuto cambiare quasi nulla nella mia preparazione fisica. Mi alleno solamente un po’ di più. Tutto qua». Tanti bei ricordi, uno in particolare: «Vorrei rivivere la gioia del gol che feci a Napoli. Il San Paolo è lo stadio dove da ragazzino andavo ad ammirare Maradona. Quello rimane un momento per me indimenticabile». Si parla molto di rosa da ringiovanire, ma nessuno della vecchia guardia
sembra intenzionato ad appendere le scarpe al chiodo: «Io non ci ho ancora pensato. La mia intenzione è di andare avanti. La società è brava e saprà gestire al meglio il ricambio generazionale. Sono dell’idea che nello spogliatoio sia importante avere un zoccolo duro d’esperienza. Secondo me l’ultimo a smettere sarà Sergio (Pellissier, ndr). Lo vedo ancora molto tonico, carico e con tanta voglia addosso». La salvezza anche per quest’anno è praticamente agli archivi: «Da qui alla fine siamo determinati a far bene. Questo è un gruppo che vuole continuamente crescere». Chiudiamo con un commento a questa bella idea: «È un vero piacere essere qui a rappresentare la squadra a eventi come questo. È un onore per me portare un messaggio di solidarietà a chi nella vita è stato sfortunato». E bravo Gennà. Core grande che c’hai.