Mantovani dopo l’A4 vende ancora «Fuori da ospedali e terminal Fusina»
Piano per tagliare i debiti. Venduta la quota nel project di Santorso, ora tocca a Mestre
L’altro ieri ha ceduto le quote dell’autostrada BresciaPadova, ieri quelle del project dell’ospedale di Thiene-Santorso. E le prossime partecipazioni che venderà saranno l’ospedale all’Angelo di Mestre, la Prontoterapia di Trento e il terminal Ro-Ro di Fusina. Il gruppo Mantovani sta collocando a spron battuto gli asset non più strategici, seguendo alla lettera la tabella di marcia delle cessioni suggerita dall’advisor Mediobanca per rientrare dai debiti nei confronti degli istituti di credito. «Già queste due operazioni ci mettono in tranquillità, altre due cessioni di questo tipo e Mantovani può dormire sonni tranquilli», dice l’ad Maurizio Boschiero.
L’obiettivo immediato è recuperare il fatturato falcidiato dallo scandalo Mose: 380 milioni nel 2014, 200 nel 2015 fino al nadir dei 130 nel 2016, quando 360 addetti sono stati collocati in cassa integrazione per un anno, in attesa di nuove commesse, ma anche del nuovo piano industriale e di un nuovo nome per l’azienda, visto che quello storico ha subito i contraccolpi delle inchieste e della crisi. Saranno entrambi svelati il mese prossimo, ma al momento il piano industriale si può riassumere così: via i rami non strategici, ci si concentra sulle nuove commesse. Che sono sei tra Giordania e Romania più una al porto di Napoli (vinta ma non ancora affidata), in tutto cantieri che impiegano 320 addetti. E poi c’è il Mose, business con parecchi problemi e contenziosi da quando c’è la gestione commissariale di Francesco Ossola, Luigi Magistro e Giuseppe Fiengo del Consorzio Venezia Nuova. Per entrarci l’azienda sborsò 70 milioni e secondo l’ex ad Piergiorgio Baita pagare mazzette era un modo per rientrare velocemente dall’investimento.
Per mettersi in sicurezza e provare a risalire ai livelli di fatturato almeno del 2015, Mantovani esce dunque dai project ospedalieri (ieri Vicenza, prossimamente Mestre e Trento), dalle partecipazioni autostradali (l’8,37% di A4 Holding in mano all’ex VeneziaPadova, per il 36,23% di Mantovani, ceduta mercoledì agli spagnoli di Abertis vale 17,7 milioni di euro, anche se qui si tratta di capire ora la prospettiva di Serenissima Autostrade), ma anche dal terminal di Fusina gestito attraverso Venice Ro Port Mos (80% Mantovani) e per il quale è stato stretto un accordo con Grimaldi Group che a Fusina ha portato le navi da una a sei a settimana ed è pronto a entrare nella società per aumentare traffico e ricavi e sviluppare l’autostrada veneziana del mare.
Il paradigma per la dismissione delle partecipazioni ospedaliere potrebbe essere quello che ieri ha portato a firmare con EquitixItalia 3 Srl la cessione della partecipazione Summano Sanità Spa, società titolare della convenzione con l’Asl Pedemontana per la progettazione, costruzione e gestione del polo ospedaliero di Santorso. Sulla carta una quota da 40 milioni, anche se le cifre reali della vendita non sono state rese note.
La Srl italiana è indirettamente controllata dal fondo inglese Equitix Fund III, «il quarto fondo mondiale per strutture ospedaliere, con presenze in Italia a Milano e Asolo-Montebelluna — spiega Boschiero —. Avevamo avviato un contatto lo scorso aprile e dopo la due diligence mercoledì abbiamo firmato a Milano. È una società in grado di sviluppare strutture ospedaliere e opera nel settore infrastrutturale del partenariato pubblico-privato: potremmo ragionare su altri asset». In primis la partecipazione da 53 milioni in Veneta Sanitaria Finanza di Progetto (Astaldi, Mantovani, Gemmo, Cofely Sinergie, Mattioli e Studio Altieri), il raggruppamento che ha costruito l’ospedale dell’Angelo di Mestre e lo gestisce ad un canone di 63 milioni l’anno (erano 71, ma il direttore Giuseppe Dal Ben ha fatto causa e ottenuto uno sconto). Poi c’è la quota da 48 milioni per il project di Trento. «Infine abbiamo il real estate: immobili di proprietà, aree industriali, retail per i quali stiamo dialogando con i fondi più importanti — anticipa il manager —. Ci concentreremo sulle nuove commesse: più ne avremo, più personale recupereremo».