La prima acciaieria 4.0 è made in Verona Piano da 100 milioni. E Calenda benedice
Lo stabilimento cambia volto: investimenti su tecnologia, produttività e sviluppo sostenibile Il ministro Calenda: «Il piano del governo si concretizza». Pedrollo: «Ribaltata una crisi aziendale»
È a Verona il primo esempio di grande investimento veneto nello spirito (e nell’ambito degli incentivi) del piano Industria 4.0 varato dal governo lo scorso anno. Il gruppo siderurgico Pittini, che ha rilevato a fine 2015 l’ex Riva Acciaio di Lungadige Galtarossa, ieri ha presentato il masterplan per il rilancio dello storico stabilimento: una scommessa da 100 milioni per rifare gli impianti con nuova tecnologia e migliore sostenibilità ambientale. Obiettivo: incrementare qualità e produttività. Plaude il ministro Calenda: «Questo è proprio lo sforzo che abbiamo inteso con il piano governativo». E Giulio Pedrollo, vicepresidente nazionale di Confindustria sottolinea: «Ribaltate le sorti di una industria in crisi».
Più tecnologiche, più efficienti, più sostenibili, in grado di garantire una maggiore qualità dei prodotti. Saranno così le Acciaierie di Verona (ex Riva Acciaio) entro cinque anni, al completamento, cioè, del masterplan industriale da 100 milioni di euro varato dal Gruppo Pittini. Il gruppo siderurgico con sede a Osoppo (Udine), ha acquistato gli impianti industriali a dicembre 2015 e ora rilancia il sito scaligero, fondato ai primi del ‘900 da Antonio Galtarossa, con un investimento che lo trasformerà nella prima acciaieria 4.0 del Veneto.
Un progetto monstre: «Molto complesso per tempistiche – ha sottolineato Paolo Felice, presidente di Acciaierie di Verona e amministratore delegato del gruppo – e dal punto di vista di vista finanziario e tecnico, visto che gli interventi nello stabilimento saranno eseguiti senza interrompere le lavorazioni, che ha l’obiettivo di far diventare il Gruppo Pittini il primo produttore nazionale di vergelle, facendogli acquistare contemporaneamente quote di mercato all’estero».
Complessivamente l’intervento in lungadige Galtarossa prevede la demolizione di 21mila metri quadrati di vetusti capannoni che saranno sostituiti da poco più di 22mila mq di nuove strutture che ospiteranno nuovi impianti produttivi. Il clou dell’intervento sarà la realizzazione del nuovo laminatoio per la produzione di vergelle (grandi bobine di filo d’acciaio) e di barre d’acciaio che garantirà produzioni di maggiore qualità, adatte al mercato estero, una maggiore sostenibilità e un miglior recupero energetico e d’acqua. Sarà tecnologicamente molto avanzato e potrebbe mettere a disposizione calore per la rete di teleriscaldamento della città: i contatti con Agsm sono già partiti. Poi, le billette d’acciaio, cioè le travi, si
muoveranno da un capannone all’altro attraverso un sistema di trasferimento automatico e sotterraneo lungo 170 metri. «L’investimento annunciato oggi a Verona dal gruppo Pittini – ha commentato, non a caso, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda – contiene tutti gli elementi che il governo sta cercando di stimolare e sostenere con il piano nazionale industria 4.0. L’attenzione all’innovazione tecnologica con l’obiettivo di migliorare la qualità e l’efficienza
della produzione e dei prodotti sono i fattori chiave per poter affrontare e vincere le sfide del mercato globale». In particolare, quest’anno, l’area della lavorazione a freddo sarà ammodernata. Il varco d’ingresso sarà ampliato per snellire il traffico, così come il capannone che raccoglie il rottame, materia prima dell’acciaieria. Entro il 2017 entrerà in funzione anche il nuovo impianto di colata continua che manderà in pensione quello vecchio. Una svolta importante per un sito industriale che solo qualche anno fa ha vissuto una gravissima crisi. «Oggi si dimostra – ha sottolineato Giulio Pedrollo, vicepresidente di Confindustria – come il piano Industria 4.0 sia in grado di fare la differenza per il rilancio di ogni settore. Questo masterplan è, infatti, la testimonianza diretta che una sana politica industriale con una visione di sviluppo e crescita può arrivare a colpire e a ribaltare situazioni anche molto critiche». Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, il progetto prevede l’incremento del trasporto di materie prime e prodotti su rotaia: l’obiettivo è arrivare, nel 2018, al 38% del totale e circa 12mila mezzi pesanti in meno sulle strade, all’anno. Nell’area antistante l’acciaieria, di proprietà del gruppo, è prevista poi la piantumazione di 4mila piante. L’obiettivo non è aumentare la produzione che è pari a 1,3 milioni di tonnellate all’anno, ma specializzare lo stabilimento nella produzione di laminati di alta qualità. «Dopo anni di sacrifici – ha detto il direttore dello stabilimento Bruno Marzoli – questo è il progetto di cui avevamo bisogno per rilanciarci. È un grande investimento, ma lo dovevamo alla città che ci è sempre rimasta vicina nei momenti difficili».