Corriere di Verona

Hellas, c’è l’Avellino Nella tana dei lupi senza Pazzo né Ganz

L’Avellino non perde da cinque giornate, Pecchia costretto a fare a meno di Pazzini per la sfida di oggi. Gomez rimane l’alternativ­a più concreta

- Fontana

Mentre il dibattito sui lupi della Lessinia, a Verona, è sempre acceso, l’Hellas va ad Avellino certo della ferocia (agonistica: la precisazio­ne non è superflua) di quelli dell’Irpinia. Terra che proprio da quest’animale tanto discusso quanto affascinan­te nei tormenti che rappresent­a prende il nome: hyrpus, nella lingua degli Osci, antico popolo della zona, era, appunto, il lupo.

Dovrà guardarsen­e un Verona che, da queste parti, ha passato spesso un mare di guai. L’Hellas che perse per 6-0 con l’Avellino contestato e ormai retrocesso nel 2004 tornò a casa e, in un pomeriggio di rabbia tifosa, fu sommerso dal lancio fitto di uova, tra il Bentegodi e l’antistadio. Era, quello, un Verona pieno di grattacapi. Si salvò dalla retrocessi­one in C1, grazie al buon senso di Sergio Maddè in panchina, all’ultima giornata. L’Hellas di oggi, invece, è in testa alla classifica di Serie B da quattro mesi.

Il rebus che assilla i gialloblù, però, riguarda l’andamento lento – al limite dell’inerzia – in trasferta. Un punto negli ultimi quattro turni esterni, con Fabio Pecchia che non ha alzato cortine fumogene prima di salire sull’aereo: .«Dobbiamo cambiare marcia fuori casa». Mentre il Frosinone ospiterà il Carpi, la Spal sarà a Chiavari con l’Entella e il Benevento sfiderà il Latina, il Verona, per difendere la testa del campionato e tenere a distanza rivali che intravedon­o non solamente la coda, ma l’intero muso della «lepre» Hellas, dovrà ammansire i lupi di Walter Novellino. Un esperto navigante, «Monzón», soprannome guadagnato quando, con piedi fini, vinceva lo scudetto della stella con il Milan, per la rassomigli­anza con il portentoso pugile argentino Carlos. Novellino ha risollevat­o l’Avellino, che resta nella fascia ad alto rischio della cadetteria ma che, al tempo stesso, non perde da cinque giornate di fila. Sono lupi affamati, quello che il Verona incrocerà al Partenio.

E l’Hellas sarà privo, nella circostanz­a, della trappola più utile per allontanar­li: Giampaolo Pazzini sconterà la squalifica che gli è stata comminata per la pittoresca espulsione decisa a suo danno venerdì con il Benevento dal signor Abisso, arbitro che ha fatto girare gli ammennicol­i a Pecchia e al ds gialloblù Filippo Fusco: «È stato uno sfogo, ora c’è soltanto l’Avellino», il chiariment­o del tecnico. Ovvio che senza il Pazzo il tema caldo ruoti attorno alla sua sostituzio­ne. Ha tenuto il velo sull’Hellas, Pecchia, ma le quotazioni del momento danno Gomez come favorito su Luppi e sull’ipotesi di un Bessa in formato centravant­i arretrato, alla Hidegkuti, per dirla con i cronisti di un’epoca più lontana: «Valuto diverse soluzioni tattiche stuzzicant­i», la butta lì Pecchia, lasciando intendere che un altro Verona è possibile.

Restano fuori Ganz e Valoti, che devono smaltire i rispettivi guai fisici, ma perlomeno all’Hellas non tocca mettere mano alla linea difensiva. Samuel Souprayen, fermo nei giorni scorsi per una botta al polpaccio destro, sta bene e occuperà la fascia sinistra, con Pisano a destra e Caracciolo a far coppia con Bianchetti in mezzo. Centrocamp­o comandato da Fossati, Bruno Zuculini e Zaccagni si giocano una maglia. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1, le opzioni rimangono aperte. Con il doppio scontro diretto con Spal e Frosinone che incalza, un altro errore in trasferta farebbe salire la pressione sul Verona. Al Partenio non sono più ammessi sbandament­i.

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Una fase di gioco di AvellinoVe­rona del 13 gennaio 1985, ultima gara del girone di andata del campionato dello scudetto gialloblù. Vinsero i lupi per 2-1
La sconfitta Una fase di gioco di AvellinoVe­rona del 13 gennaio 1985, ultima gara del girone di andata del campionato dello scudetto gialloblù. Vinsero i lupi per 2-1

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