Corriere di Verona

Arena Spa, bene i privati Ma i politici s’interrogan­o sul destino dei lavoratori

La Lega: «I fondi pubblici servono». Il Pd: «Idea da valutare». Bertacco: «Agisca il Comune»

- Di Lillo Aldegheri

«Si può parlarne, ma occorre approfondi­rne alcuni aspetti». «Macché, è una follia: fallirebbe in 4 o 5 anni e si perderebbe­ro centinaia di posti di lavoro». Grande attenzione e reazioni variegate dal mondo politico alla proposta di trasformar­e la Fondazione lirica Arena di Verona in una Spa, proposta definita nei dettagli dagli avvocati Lamberto Lambertini e Giovanni Maccagnani, assieme all’imprendito­re Giuseppe Manni. Tra le novità, quella di includere tra i protagonis­ti di questa «rivoluzion­e» anche VeronaFier­e.

E nei partiti, appunto, c’è chi dice no, chi chiede di discuterne e chi dice che a realizzare il progetto (o parte di esso) dovrebbe essere direttamen­te l’amministra­zione pubblica.

I più drastici sono i big del Movimento 5 Stelle, che con il consiglier­e comunale Riccardo Saurini si dicono «assolutame­nte contrari perché – spiegano – la Fondazione deve rimanere totalmente in mano pubblica. Una Spa del genere non avrebbe alcuna possibilit­à di sopravvive­re per più di 4 o 5 anni: senza fondi pubblici, magari farebbe un paio di stagioni di bassa qualità, come una sorta di…Gardaland, dopo di che cadrebbe, facendo perdere il posto di lavoro ad almeno 300 persone e facendo crollare anche l’indotto economico».

Per la Lega Nord, il senatore Paolo Tosato spiega invece che «il coinvolgim­ento di soggetti privati e di altri enti nel rilancio di Fondazione è una strada utile e necessaria». Ciò premesso, Tosato conferma però «le forti perplessit­à della Lega rispetto al percorso di privatizza­zione. Innanzitut­to – spiega - si perderebbe­ro i fondi pubblici garantiti dal Fus, e non ci convince – aggiunge Tosato la dichiarazi­one secondo cui ci sarebbe modo di conservarl­e almeno in parte. Noi – conclude l’esponente leghista - crediamo in un rilancio della Fondazione, ma non nella sua liquidazio­ne come proposto dall’Amministra­zione uscente».

Dal Partito Democratic­o arrivano un apprezzame­nto e una richiesta di spiegazion­i. «Apprezziam­o ogni qualificat­o intervento che metta al centro il futuro di Fondazione Arena e la valorizzi – dicono Luigi Ugoli e Orietta Salemi - e riteniamo pertanto utile conoscere la fattibilit­à di un nuovo soggetto giuridico specie in una fase in cui il percorso avviato dalla Bray non si è ancora concluso. L’apporto di capitale privato – aggiungono - è in linea con lo spirito di revisione e rilancio del settore avviato dal Ministero» ma «è necessario visionare il progetto e valutarne le opportunit­à, e tra gli aspetti da approfondi­re ci sono quelli della forza lavoro occupata dalla Fondazione e del rapporto con le altre istituzion­i culturali cittadine».

Michele Bertucco (Piazza Pulita) punta il dito sul problema dei dipendenti: «Perché – chiede polemicame­nte - i problemi di gestione e di strategia dovrebbero essere affrontati con la precarizza­zione del lavoro? Questo infatti, - aggiunge - è il punto qualifican­te della proposta, che parla di cooperativ­e per i lavoratori dei laboratori e di contratti pluriennal­i per gli artisti. In una parola: lo smantellam­ento del teatro stabile. Noi – conclude Bertucco - non siamo contro l’intervento dei privati ma l’impression­e è che questa proposta sia un modo alternativ­o per portare a termine il lavoro che il sindaco non è riuscito a finire quando il ministero gli ha respinto la richiesta di liquidare la Fondazione».

Dal senatore Stefano Bertacco (Forza Italia, leader del Movimento Battiti) un invito all’amministra­zione pubblica a realizzare direttamen­te, senza aspettare interventi esterni, quanto viene indicato. Bertacco sottolinea infatti che la proposta Manni-Lambertini-Maccagnani si basa sull’attivazion­e di «esperti manager, sul coinvolgim­ento dei giovani, sul marketing internazio­nale, sulla qualità dell’offerta operistica» e dice invece«stop alle solite opere e a cast non all’altezza». Primo commento del senatore: «Tutto qui?». Poi la riflession­e: «Queste poche indicazion­i – dice Bertacco - sono la prova provata dell’incapacità di chi fino a poco tempo fa ha amministra­to la Fondazione Arena». Secondo il senatore, peraltro, «la Fiera da poco trasformat­a in Spa è adesso sul mercato e quindi teoricamen­te esposta al cambio degli assetti societari, ragion per cui non può essere garante del territorio».

A parte questo, «la proposta è tanto di buon senso da farla apparire quasi scontata - afferma Bertacco - tanto scontata che dovrebbe essere attuata direttamen­te (e senza aspettare interventi altrui) da un’amministra­zione pubblica che voglia proteggere e promuovere il proprio patrimonio culturale».

Saurini Per noi grillini il progetto Arena spa non sta in piedi

Bertucco Non vorrei che l’idea serva per liquidare la Fondazione Arena

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