Corriere di Verona

Lo Stato taglia altri 44 milioni al Veneto

Forcolin: misura criminale. Baretta: ridotto l’impatto. «Minoranza linguistic­a», legge impugnata

- Marco Bonet

«Siamo stati costretti a firmare un’intesa amara per evitare manovre più pesanti. Il governo aveva minacciato di toglierci l’incasso dell’Irap e dell’Iva…». Il vice presidente della Regione Gianluca Forcolin è sulla strada del ritorno da Roma, dove ha preso parte alla Conferenza Stato-Regioni dedicata alle misure per il contenimen­to della spesa pubblica. E non porta con sé buone notizie. Il Veneto patirà quest’anno un taglio ai trasferime­nti di circa 44 milioni e Forcolin fa di conto: 18,4 milioni, la parte più consistent­e, saranno sforbiciat­i dal budget del sociale, 8,7 milioni dall’edilizia sanitaria, 5,8 milioni dal trasporto pubblico, 4,5 milioni dalla non autosuffic­ienza, 3,4 milioni dall’acquisto dei libri di testo; e poi ancora 1,4 milioni impatteran­no sugli aiuti agli inquilini morosi, 700 mila euro sull’agricoltur­a e la manutenzio­ne delle foreste, 500 mila euro all’edilizia scolastica e 400 mila euro per il migliorame­nto genetico del bestiame.

Si riaccende dunque lo scontro tra Venezia e Roma: «Nonostante il referendum abbia bocciato la riforma costituzio­nale - attacca Forcolin il governo strangola la Regioni, tagliando drasticame­nte i trasferime­nti. Ormai siamo al capolinea istituzion­ale. Lo Stato, dopo aver svuotato le casse dei Comuni e delle Province, ora prova a fare lo stesso con quelle delle Regioni pur di sopravvive­re con i suoi ministeri. Misure criminali in un momento di emergenza come quello che stiamo attraversa­ndo, perché non ce le risparmian­o ricorrendo ai tanto sbandierat­i soldi recuperati dall’evasione fiscale?». Replica il sottosegre­tario all’Economia Pierpaolo Baretta: «I numeri di Forcolin sono corretti ma il vice presidente si scorda di sottolinea­re un piccolo dettaglio: sarebbero dovuti essere di gran lunga peggiori. Questi tagli rientrano infatti in un piano pluriennal­e di contenimen­to della spesa pubblica messo a punto a suo tempo dal Governo Monti. Noi avremmo potuto dire: quello è e quello rimane. Invece il nostro Governo ha scelto di ridurre l’impatto sui conti delle Regioni. Che difatti hanno dato il via libera all’unanimità».

Sempre in tema di finanze regionali va registrata la gara andata deserta per l’accensione di un mutuo da 41,9 milioni che Palazzo Balbi avrebbe dovuto destinare per metà al trasporto pubblico locale e per metà alla lotta al dissesto idrogeolog­ico. Alle condizioni imposte dal mercato, rese ancor più rigide dai paletti messi da Bankitalia, nessun istituto di credito intende prestare soldi alla Regione, anche se il rientro del capitale è assicurato. «Se Bankitalia ce lo permetterà proveremo a indire una nuova gara a condizioni più vantaggios­e, altrimenti ci rivolgerem­o a Cassa Depositi e Prestiti o alla Banca Europea degli Investimen­ti» chiosa Forcolin.

A rinfocolar­e lo scontro tra la Regione e il Governo ci ha pensato poi la (scontata) decisione di quest’ultimo, su proposta del ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa, di impugnare davanti alla Corte costituzio­nale la legge che riconosce i veneti come «minoranza nazionale», come già anticipato dalla senatrice dem Laura Puppato. La legge, secondo il ministro, «eccede dalle competenze regionali e viola vari principi costituzio­nali», da quelli che riservano alla legislazio­ne statale l’attuazione dei trattati e delle convenzion­i internazio­nali a quello che pone in capo al legislator­e statale l’individuaz­ione delle minoranze da tutelare e il modo in cui farlo. S’infuria il leghista Riccardo Barbisan, che della legge fu relatore in aula: «È l’ennesima prova che Roma vuole tenerci sudditi, ignorando la storia e la tradizione di un grande popolo come è quello Veneto. Ma non riuscirann­o a soffocare la nostra voglia di libertà».

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Sociale sotto pressione Il settore su cui impatterà di più il taglio nel 2017 sarà il Sociale: meno 18 milioni

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