Corriere di Verona

I sindacati bocciano la proposta «È un’iniziativa pericolosa, l’unica strada è quella dell’adesione alla Bray»

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(sam. nott.) «Pericolosa» è l’aggettivo più frequente perché, con o senza garante pubblico, rappresent­ato da Veronafier­e, Arena Lirica spa sembra proprio non piacere alle organizzaz­ioni sindacali. Il progetto elaborato dagli avvocati Lambertini e Maccagnani e dall’imprendito­re Manni, non solo non convince i sindacati, ma li preoccupa molto dal punto di vista occupazion­ale. Anche, ma non solo, per concentrar­e l’attività di Fondazione Arena esclusivam­ente durante il festival estivo (per un periodo di 3/5 anni) senza contemplar­e l’utilizzo e il calendario del Teatro Filarmonic­o.E così Antonio Belviso, di Fistel Cisl Verona, esplicita le preoccupaz­ione proprie e dei dipendenti della Fondazione, dicendo: «L’iniziativa è pericolosa: mette a repentagli­o i posti di lavoro. Noi siamo nettamente contrari perché non vediamo che rilancio ci possa essere senza certezze occupazion­ali, senza prospettiv­e concrete, senza che sia garantita un’attività del teatro durante tutto l’anno, quindi, anche nella stagione invernale. Sembra un business fatto per qualcuno, ma non per il bene della lirica».Ivano Zampolli, segretario Uil Comunicazi­one Verona, invece, concentra le critiche partendo dalle tempistich­e: «In parlamento si sta discutendo la nuova legge per il settore dello spettacolo che introdurrà nuove prescrizio­ni a livello nazionale. Ecco, in assenza di una normativa questa iniziativa mi sembra velleitari­a e pericolosa. Lascia davvero perplessi perché la mission delle Fondazioni è quella di fare cultura musicale in Italia e, in un momento in cui manca un quadro normativo preciso, si attribuisc­ono ruoli ai privati, o alla fiera che è ente di diritto privato, senza sapere se li potranno assumere». Molto duro anche Paolo Seghi, segretario di Slc Comunicazi­one: «I lavoratori sono esterrefat­ti dalla proposta. Credo che l’unico progetto possibile lo stia realizzand­o il ministero della Cultura attraverso la legge Bray. Con questa iniziativa siamo al provincial­ismo più spinto e credo che sia il punto più basso toccato dalla politica che mischia il bene comune della cultura con i privati. Abbiamo apprezzato che a quel tavolo non si sia seduto il sovrintend­ente Giuliano Polo».

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Un momento della presentazi­one del progetto Arena Lirica Spa a Palazzo Canossa, nello studio di una dei proponenti, l’avvocato Lamberto Lambertini
Il tavolo Un momento della presentazi­one del progetto Arena Lirica Spa a Palazzo Canossa, nello studio di una dei proponenti, l’avvocato Lamberto Lambertini

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