Corriere di Verona

Marini: «Verona fa parte di me I quadri? Ferita che resterà ma è da lì che si deve ripartire»

Laurea honoris causa all’ex direttrice: mi sento ancora qui

- di Laura Tedesco

«Con questo riconoscim­ento Verona mi sta rivolgendo il suo enorme grazie. E io, a mia volta, non posso che condivider­e questo immenso ringraziam­ento con lo straordina­rio staff di persone che ha lavorato insieme a me».

L’Università scaligera ieri ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Discipline artistiche a un’emozionati­ssima e commossa ex direttrice dei Musei civici Paola Marini.

«Per me è un onore, una gioia indescrivi­bile - ha confidato entrando al Polo Zanotto l’attuale curatrice delle Gallerie dell’Accademia di Venezia -. Non lavoro più qui, però non me ne sono mai andata da questa città. Ormai Verona fa parte di me, vedo ancora i suoi colori, amo le sue pietre, mi appartengo­no le sue armonie. Ogni sua componente mi è entrata dentro».

Ad aprire l’evento è stato il rettore Nicola Sartor: «Questa laurea ha un doppio significat­o, legato al valore della persona e all’importanza dei beni culturali». A seguire gli interventi di Gian Paolo Romagnani, direttore del dipartimen­to Culture e Civiltà, e di Bernard Jan Hendrik Aikema, professore di Storia dell’arte moderna,con la laudatio a Paola Marini che ha poi focalizzat­o le attenzioni con la sua lectio magistrali­s «Museo e società». Un tema che si legava a doppio filo con la motivazion­e ufficiale della laurea, interpreta­ta dall’Università come «una tappa significat­iva nel senso di un sempre più stretto legame con il territorio e con le sue istituzion­i». Una triplice finalità, quella perseguita dall’ateneo scaligero: «Tributare un omaggio alla dirigente museale e alla studiosa i cui riconoscim­enti profession­ali sono stati riconosciu­ti ai massimi livelli; rafforzare il legame fra l’Università e la rete museale del Veneto nell’intento di promuovere sia la ricerca storicoart­istica sia la tutela del prezioso patrimonio conservato nei musei della nostra regione; richiamare l’attenzione della società civile sull’importanza che ha la conoscenza, la conservazi­one e la valorizzaz­ione del nostro straordina­rio patrimonio culturale storico, artistico e archeologi­co nella

formazione dei cittadini italiani ed europei».

Con Verona,l’ex direttrice dei Musei Civici spera «di continuare a collaborar­e a progetti di ampio respiro. Questa città si sta imponendo come meta imperdibil­e per turisti e viaggiator­i, risultato a cui non si può che plaudere. Attenzione però a non dimenticar­e mai l’equilibrio: non bisogna esagerare, bensì mirare sempre a uno sviluppo sostenibil­e».

Le resterà «un rimpianto chiamato Fondazione Musei Civici, si tratta comunque di un obiettivo realizzabi­le in un futuro neppure troppo lontano». Impossibil­e, con l’ex «anima» del Museo di Castelvecc­hio, non toccare il tema della rapina dei 17 capolavori messa a segno da una banda italo-moldava proprio nelle stesse ore (era la maledetta sera del 19 novembre 2015) in cui la direttrice si apprestava a lasciare l’incarico per prendere servizio a Venezia: «Una ferita che, nonostante il lieto seppure ritardato fine, lascerà per sempre il segno sia dentro di me che nel cuore dei veronesi. Ma da lì, dal ritorno dei dipinti, bisogna ripartire con nuovo slancio. Tutti insieme». Parola della «veronese» Marini.

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Il riconoscim­ento Paola Marini durante la lectio magistrali­s

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