Volksbank avvia il mercato per le azioni
Che dopo l’integrazione di Marostica l’espansione in Veneto di Popolare Alto Adige stia dando gli effetti sperati non ci sono dubbi. Oltre i risultati 2016 resi noti ieri a Bolzano dal presidente, Otmar Michaeler, e dal direttore generale, Johannes Schneebacher (a sinistra, nella foto in alto con il presidente), con un utile netto di 7,7 milioni, sono i dati di raccolta e del numero soci che confermano il consenso verso Volksbank in Veneto. Considerato lo choc delle due ex popolari implose, non dovrebbe stupire se la raccolta diretta di Bolzano ha marcato un +4,7%, superando i 7,1 miliardi, e se oggi poco meno di un socio su 4, più di 14 mila, è in Veneto. Gli impieghi di Volksbank sono aumentati del 5,3% (+9,3% i mutui) arrivando a quasi 7,3 miliardi. Mentre la trasformazione in spa ha impegnato l’istituto nel diritto di recesso dei soci contrari. «Alla fine quelli che si contano oggi sono circa il 5% - spiega Schneebacher – 1.400 circa su 60mila (per 2,6 milioni di azioni per circa 32 milioni di euro). Da lunedì inizia la seconda fase: gli azionisti rimasti possono esercitare il diritto di opzione/prelazione sui titoli dei soci receduti a 12,10 euro». Chi ha rinunciato dovrebbe esser liquidato man mano che le azioni verranno riacquistate secondo una progressione prevista dai dirigenti non difficile.
A questo punto si apre la questione prezzo azioni della Spa non quotata, campo minato, visti i dolorosi precedenti in Veneto di Bpvi e Veneto Banca. Il programma che il Dg di Volksbank descrive ha tuttavia passaggi chiari. «Un advisor fisserà un prezzo di controllo (l’ultimo, con la svalutazione di novembre, era 12 euro, ndr) entro fine marzo. Poi entreremo nella piattaforma di Hi-Mtf, la Sim di Icpbi, Iccrea, Banca Aletti e Banca Sella. Un mercato indipendente a cui già partecipano altre banche e che funziona secondo un regolamento in fase di elaborazione». E l’assetto proprietario della spa? «Stiamo terminando la trasformazione, vedremo come costruire un nucleo di azionisti forti, ricordando che i piccoli rimangono fondamentali».