Tosi tra rabbia e orgoglio: «Non è finita C’è chi distrugge, io lavoro per costruire»
Esultano Bertucco e il comitato contro l’opera: «Il sindaco sapeva e ha dissimulato»
«La parola “fine” c’è quando si chiude una procedura. La procedura è ancora aperta e quindi la parola “fine” non c’è». Flavio Tosi si aggrappa all’orgoglio, prima ancora che alla logica, per sostenere che il Traforo delle Torricelle, a dispetto di tutto e di tutti, un futuro ce l’ha ancora. È stata la promessa su cui ha costruito due campagne elettorali, il progetto che è stato il cavallo di battaglia delle sue due amministrazioni. Adesso tutto sembra cadere come un castello di carte, senza che lui possa far nulla. Perché la volontà politica può andare fino a un certo punto, ma poi una volta avviato il procedimento la parola passa ai tecnici. E questi hanno deciso che, dopo dieci anni di discussione, quasi quattro di trattative dopo l’aggiudicazione della concessione e numerose proroghe, era arrivato il momento di dire, se non ancora «fine», «basta».
La notizia è stata diffusa ieri in mattinata in una conferenza stampa del consigliere comunale di Piazza Pulita Michele Bertucco e del comitato contro il Traforo delle Torricelle presieduto da Alberto Sperotto. «Il 4 febbraio scorso, appena qualche giorno fa, il sindaco era tornato a sostenere che l’A4 avrebbe dato i soldi per il Traforo, facendo così intendere che la partita del buco nelle Torricelle fosse ancora apertissima. In realtà Tosi dissimulava sapendo di dissimulare», si legge nel comunicato dei due per cui il sindaco, già a conoscenza del carteggio tra dirigenti e Technital, difetta di «onestà intellettuale». «La vicenda è chiusa - ha detto Bertucco - adesso semmai diventa una questione legale, con l’impresa che si opporrà all’escussione della fideiussione». E Sperotto ha spiegato che il «comitato si costituirà parte civile» nell’eventuale processo che dovesse nascere «al fianco dell’amministrazione comunale, cui non siamo mai stati contro. Siamo contro, semmai, un’opera inutile, devastante e insostenibile».
Tosi, alcune ore dopo, interviene sulla questione. Parole misurate, ma sguardo gelido. Ai dirigenti comunali protagonisti della vicenda non rivolge critiche dirette, ma sottolinea «che noi come amministrazione abbiamo avuto il coraggio di assumerci le nostre responsabilità in certi casi anche al di là di quanto previsto, mentre c’è chi pensa a tutelare se stesso anche al di là degli interessi dell’amministrazione comunale». In ogni caso, «in questa fase, l’ultima parola spetta ai dirigenti, ma questa fase ancora non si è conclusa». Ma Tosi ce l’ha soprattutto con Bertucco e con il comitato, che a suon di diffide ed esposti (in particolare alla Corte dei Conti) hanno messo i dirigenti comunali di fronte al bivio che li ha portati, infine, a revocare il procedimento del Traforo e chiedere l’escussione della cauzione. «Io lavoro per costruire, loro solo per distruggere - sibila Tosi - Finora non gliene è andata bene una: Esselunga aprirà, Adigeo aprirà, il filobus è partito. E partirà anche l’Arsenale». Eppure il traforo delle Torricelle adesso sembra condannato, o no? «Intanto, i soldi dell’A4 ci sono - premette Tosi - La procedura va avanti, continueremo a cercare investitori disposti a portare avanti l’opera». Il Comune potrebbe anche fare una nuova gara ma, in quel caso «andrebbe escussa la fideiussione». I margini, se davvero ci sono, appaiono ristrettissimi. E Tosi, che sul Traforo aveva scommesso tantissimo, ha perso la mano più importante.