Arena, a breve le integrazioni per la Bray Via libera al bilancio previsionale del 2017
Il sovrintendente Polo: «Costi e ricavi in linea con il progetto di risanamento del teatro»
Fondazione Arena approva il bilancio di previsione 2017. Ieri, in un incontro a Roma, tra il commissario Carlo Fuortes e il sovrintendente Giuliano Polo sono state «limate» le ultime voci tra entrate e uscite del bilancio preventivo che, per definizione, deve essere in pareggio. Trovata la quadra, al bilancio previsionale è stato posto il semaforo verde e così il documento economico del teatro ha ottenuto il via libera. «Conti e ricavi – ci ha tenuto a sottolineare il sovrintendente della Fondazione – sono in linea con il piano di risanamento del teatro».
Proprio quel piano di risanamento che è stato elaborato dal commissario Fuortes e che permetterà alla Fondazione lirica, una volta approvato in via definitiva dai tecnici del ministero della Cultura, di accedere ai benefici della legge Bray e, in particolare, a quei 10 milioni già stanziati, che saranno vitali per il teatro. Come anticipato, mercoledì scorso durante l’audizione in Senato, da Gianluca Sole, commissario straordinario del governo per le Fondazioni liriche, a Roma stanno attendendo la versione del piano che tenga conto delle ultime integrazioni richieste (che dovrebbero essere fornite a breve). In particolare, dopo la revisione avvenuta a inizio gennaio, i tecnici ministeriali hanno chiesto approfondimento rispetto a quattro punti presenti nel piano. Si va dalla disciplina di utilizzo dell’anfiteatro (cioè la gestione tra giornate di spettacoli di lirica ed extra lirica), a chiarimenti su Arena Extra: della società controllata al 100% da Fondazione è stato chiesto di presentare il bilancio consuntivo 2016 e preventivo 2017. Ma il ministero ha chiesto maggior informazioni anche sul Museo Amo, con la richiesta di recedere dal pagamento dell’affitto dell’immobile (cioè Palazzo Forti), senza però rinunciare a valorizzare il patrimonio artistico posseduto dal teatro, e sul corpo di ballo che nel frattempo è stato licenziato.Da Fondazione fanno sapere che si sta lavorando per produrre, nel più breve tempo possibile, il dossier con le integrazioni richieste, in modo da velocizzare al massimo lo scambio delle informazioni e da abbreviare l’iter che porta all’accesso La Fondazione Arena deve fornire al ministero l’integrazione al piano di risanamento per accedere alla legge Bray alla Bray. Proprio sulla richiesta di integrazioni, Vincenzo D’Arienzo, parlamentare veronese del Pd, ha voluto portare un po’ di tranquillità: «Sul tema non va creato allarmismo. È normale che il ministero chieda chiarimenti al piano che le Fondazioni liriche presentano: lo hanno fatto anche con gli altri teatri. Quindi, un confronto tra le parti rientra La Fondazione Arena ha approvato ieri il bilancio previsionale per il 2017, in linea con le indicazioni del piano di risanamento del teatro nella più assoluta normalità. Spero che lo si faccia in fretta, ma per l’esperienza che ho riscontrato in altre Fondazioni, posso dire che la procedura non è veloce. Posso assicurare, però, che c’è grande attenzione al progetto dell’Arena e una vicinanza condivisa affinché l’intero iter si concluda positivamente». Sul tema del licenziamento dei ballerini, intanto, la sigla sindacale Fials è tornata a farsi sentire, attaccando la scelta di escludere il corpo di ballo da Fondazione Arena. «Un’amministrazione cieca e sorda – scrive Fials in una nota – ha voluto sacrificare ancora una volta gli artisti, simbolo dell’identità musicale italiana, sull’altare del mero profitto economico. Il balletto in un teatro è indispensabile anche per l’opera lirica ed è impensabile farne a meno per l’immagine che esso porta al teatro stesso». in alto),