Superbeton, il Tar dà ragione alla Provincia
Sconfitto il Comune che si era opposto all‘autorizzazione dei Palazzi Scaligeri. Il comitato spera nel ricorso
Odori a Montorio: il primo round se lo aggiudica la Superbeton, la ditta di lavorazione bitumi che da circa un anno è accusata da un comitato di cittadini di rendere l’aria maleodorante, e con lei la Provincia, che ha autorizzato la sua attività nel sito di via del Vegron. Perde il Comune, che aveva presentato il ricorso anche al fine di sostenere le regioni del comitato «Ambiente Montorio». Palazzo Barbieri aveva contestato la natura delle autorizzazioni, soprattutto per quanto riguarda le operazioni di smaltimento rifiuti, sostenendo che erano state concesse con discrezionalità.
Tesi rigettata dal Tar: secondo i giudici in mancanza di precise norme comunitarie, come in questa materia, è possibile decidere «caso per caso», altrimenti - si legge nella sentenza «si andrebbe a creare, in palese contrasto con la disciplina comunitaria, un “blocco” a tempo indeterminato per le autorizzazioni delle procedure di recupero dei rifiuti». Il tribunale amministrativo, inoltre, ha ritenuto infondati anche i rilievi del Comune sulla presunta carenza di istruttoria da parte della Provincia: da un punto di vista amministrativo risulta essere tutto in regola. Il ricorso, insomma, riguardava alcuni aspetti tecnici e burocratici e non si è entrati, almeno per il momento, nel merito di quello che i cittadini considerano prioritario: le esalazioni. Il comitato Ambiente Montorio ripone le speranze su questo: «A gennaio - dice Alberto Speciale, portavoce del Comitato - c’è stata nelle Marche una sentenza sfavorevole a una ditta che produceva odori in aria urbana. Va sottolineato il fatto che il danno c’è anche in assenza di inquinamento evidente».Precisazione importante, perché da quanto risulta l’Usl non avrebbe riscontrato forme di inquinamento e non procederà al controllo chiesto sempre dai cittadini sulle eventuali contaminazioni ai prodotti ortofrutticoli. Il tutto in attesa dei dati definitivi di Arpav, che ha fatto dei campionamenti a fine novembre. Speciale fa sapere che, in ogni caso «il comitato chiederà al Comune di procedere ad un’impugnazione al Consiglio di Stato», anche per quanto riguarda la parte amministrativa.Ma c’è anche il piano B, quello che prevede la procedura di delocalizzazione: secondo fonti del Comune si sarebbe già ad un punto avanzato, con tanto di location alternativa individuata. Maggiori dettagli arriveranno, è lecito supporre, nel prossimo incontro tra il comitato e l’assessore all’Urbanistica Gian Arnaldo Caleffi.