In autobus e treno con un solo biglietto Parte da Belluno la rivoluzione «Unica»
Carta integrata multiservizi per i pendolari. «Dal 2018 disponibile in tutto il Veneto»
Immaginate una tessera in stile bancomat o carta di credito, in cui si possano caricare il biglietto o l’abbonamento dell’autobus, del treno e del vaporetto; contactless e cioè senza che sia necessario timbrare alcunché una volta saliti a bordo; ricaricabile online; compatibile con qualunque azienda di trasporto pubblico. «Unica Veneto», la carta multiservizi dedicata ai pendolari del Veneto, è fatta esattamente così e un giorno - non subito - consentirà ad un viaggiatore di partire da Cortina in autobus (o in treno, quando ci sarà quello delle Dolomiti), arrivare a Belluno e di lì prendere un treno per Venezia, fare tappa a Treviso per un salto in centro storico e poi scendere a Santa Lucia per raggiungere piazza San Marco in vaporetto, utilizzando un’unica - per l’appunto - carta integrata.
«È la prima nel suo genere in Italia» hanno spiegato ieri il governatore Luca Zaia e l’amministratore delegato di Trenitalia Barbara Morgante, saliti a Belluno perché è dalla capitale delle Dolomiti che partirà la sperimentazione destinata ad estendersi entro il 2018 al resto del Veneto (o almeno questo è l’impegno preso dall’assessore ai Trasporti Elisa De Berti). «Partiamo dalla provincia che si sente più analogica e meno digitale – ha detto Zaia –. Si apre un nuovo modo di concepire la mobilità nella nostra regione e affidiamo a Belluno il compito di fare da apripista, rispondendo così anche a chi insinua che non dedichiamo le giuste attenzioni a questo territorio». Il primo step, dunque, è l’integrazione tra Dolomitibus (era presente anche l’amministratore delegato Natalia Ranza) e Trenitalia: le prime diecimila tessere saranno gratuite; fino a maggio Unica sarà utilizzabile solo per gli abbonamenti mentre da giugno si potranno caricare anche i biglietti di corsa semplice delle due aziende.
«Lavoriamo a questo obiettivo da un anno e con più intensità, tra riunioni tecniche serrate, da sei mesi - ha raccontato De Berti - la seconda provincia in cui contiamo di attivare Unica è Venezia, che già si è dotata di un card integrata bus-vaporetti. E i contatti sono a buon punto a Treviso e a Vicenza. A seguire verranno le altre». L’obiettivo intermedio, indispensabile per il prosieguo del progetto, è l’armonizzazione degli orari, così da facilitare l’interscambio. Quello finale, il più complesso per via delle resistenze delle aziende dei trasporti, è la tariffa unica: per percorrere 30 chilometri si dovrà spendere la stessa cifra a Padova come a Verona, il che, potrà sembrare incredibile, oggi non è. (Morgante: «Siamo già al lavoro su questo punto in altre Regioni»). «È una sfida e non ho dubbi che il meccanismo andrà implementato e raffinato col tempo - ha concluso Zaia serve un cambio non soltanto tecnico ma culturale e non voglio disfattismi, ne ho le scatole piene dei pessimisti». Chiosa Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in Regione: «L’idea del biglietto unico nacque con Chisso nel dicembre 2003. Sono passati 14 anni e sono stati spesi svariati milioni, un ottimo esempio di pessima burocrazia, specie se si pensa che l’iniziativa, al momento, è limitata a Belluno».
L’occasione e la location sono state utili, per il governatore, anche per fare il punto sul treno delle Dolomiti, che unirà Calalzo alla Val Pusteria attraversando Cortina. «Lo studio di fattibilità è pronto - ha detto Zaia - lo presenteremo a breve insieme al presidente Kompatscher, poi daremo il via al confronto col territorio sulle due ipotesi di tracciato, che non contemplano comunque l’utilizzo del sedime storico. La prima corre lungo la Valle del Boite, in variante, e costa 500 milioni; la seconda, invece, passa sotto le Tre Cime in Val d’Ansiei, e costa 700 milioni. La nostra speranza è di aver chiuso la scelta e avviato l’iter per i Mondiali di Sci del 2021».
Infine, la questione sicurezza, affrontata dal governatore con Morgante dopo che pochi giorni fa, lungo la linea Verona-Rovigo, un capotreno è stato aggredito da un gruppo di stranieri senza biglietto, che poi hanno sfondato la porta del comparto macchinista in cui il malcapitato si era rifugiato spaventato: «Io credo che non starebbe male un militare in ogni vagone. In tempi non sospetti sono state installate videocamere e il Veneto è l’unica regione con un sistema di videosorveglianza in ogni treno. Evidentemente, però, non è sufficiente, per cui chiedo che si pensi all’impiego di soldati pronti a intervenire con manette e manganello a difesa tanto di chi viaggia che dei lavoratori».
Il Pd «Se ne parla da 14 anni, spesi milioni» Zaia Pronto lo studio di fattibilità per il treno delle Dolomiti