Nuovo piano sicurezza «Più telecamere sui convogli di Trenitalia»
Barbara Morgante, amministratore delegato di Trenitalia, dopo l’ultimo episodio verificatosi sulla linea Verona-Rovigo, dove un gruppo di stranieri a cui era stato chiesto il biglietto ha dato in escandescenze sfondando con un estintore la porta dietro cui si era rifugiato il capotreno, il governatore Luca Zaia è tornato a chiedere l’impiego dei militari nei convogli. L’ipotesi la convince?
«Sicuramente la presenza di personale in divisa sui treni svolge una funzione deterrente ma va chiarito che i militari non hanno poteri di polizia e in molte situazioni non possono intervenire come il cittadino si aspetterebbe».
Dunque, che si può fare?
«Trenitalia incrementerà il numero delle telecamere installate all’interno e all’esterno delle carrozze, che permettono alle centrali collegate in diretta di dare l’allarme non appena accade qualcosa, attivando le forze dell’ordine già sul treno o alla prima fermata».
A fine novembre la Regione ha prorogato il contratto con Trenitalia fino al 31 dicembre del 2023. Nel frattempo, però, lavora alla gara europea. Il futuro la preoccupa?
«Abbiamo firmato un contratto di 6 anni rinnovabile per altri 3 che prevede investimenti importanti in parte già avviati (come l’entrata in servizio di 5 Vivalto e 9 Swing e la consegna dal 2020 di 9 elettrotreni Caravaggio o il revamping della flotta Alta Frequenza, ndr). Speriamo di poter sottoscrivere con la Regione un contratto di durata ancora superiore, 10 più 5. Questo significherebbe dare una svolta al servizio, col ricambio totale dei mezzi che scenderebbero sotto i 9 anni di vita media. Viceversa si supererebbero i 20. Si può intuire l’impatto sulla vita di chi si muove in treno».
Arriverebbero altri convogli?
«Col 10 più 5 porteremo anche in Veneto i treni di ultima generazione appena acquistati con gara europea da Hitachi per i “doppio piano” e da Alstom per i “mono piano”. Sono i treni del futuro».
Una vera competizione sembra però improbabile finché si procederà con la messa a gara dei lotti regionali. Forse lotti più piccoli aiuterebbero il libero mercato, a vantaggio dei consumatori.
«È vero ma il problema principale per chi vuole entrare in questo mercato è riuscire a realizzare sinergie ed economie di scala. Di fatto l’ingresso è possibile solo per tratte chiuse, andata e ritorno, di breve lunghezza. Quando si guarda a tratte più complesse, interconnesse alla rete, le difficoltà aumentano notevolmente. Tenga conto, poi, che alcuni operatori stranieri vengono a fare shopping in Italia perché finanziati dai loro Paesi».
Esisterà mai una RyanAir dei treni?
«Tutto si gioca sul costo del personale. Se vogliamo abbassare gli stipendi, lasciare la gente a casa, allora sì, una RyanAir su rotaia sarebbe possibile».
I pendolari protestano per i rincari degli abbonamenti delle Frecce. Devono rassegnarsi?
«Chiariamo due aspetti. Il primo: i prezzi degli abbonamenti erano fermi dal 2011. Il secondo: in Italia le tratte a media e lunga percorrenza sono aperte al libero mercato. Al momento, anche se siamo convinti che altri arriveranno, oltre a noi c’è un operatore soltanto e quell’operatore gli abbonamenti non li fa più. Sa perché? Perché sono diseconomici, di fatto l’abbonato occupa con uno sconto tra il 70 e l’80% un posto che ben potrebbe essere venduto a prezzo pieno. Per queste ragioni Trenitalia, che invece gli abbonamenti li ha mantenuti, da febbraio ha incrementato i prezzi, introducendo tariffe differenziate a seconda dalle esigenze dei pendolari. Ne è nata la polemica che conosciamo. D’intesa col ministro Delrio, quindi, abbiamo deciso di ridurre del 50% gli aumenti, restituendo ai clienti la differenza che già hanno pagato a febbraio».
Le tariffe/ 1
Una RyanAir dei binari? Sarebbe possibile solo tagliando stipendi e numeri del personale Le tariffe/ 2 Abbonamenti delle Frecce troppo cari? Sono anti economici, i competitor non li fanno