Corriere di Verona

Pilkington riaccende Marghera

I giapponesi investono 17 milioni sul sito: battuta la soluzione in Est Europa Dopo 5 anni di crisi richiamati i 130 addetti. In arrivo altre 50 assunzioni

- Gloria Bertasi

Diciassett­e milioni d’investimen­ti, 130 posti di lavoro recuperati dalla cassa integrazio­ne e 50 nuove assunzioni. Dopo quasi cinque anni di crisi, la Pilkington di Porto Marghera riaccende l’altoforno e in autunno riprende la produzione di vetro. L’azienda inglese del vetro laminato, nata nel 1826 e nel 2006 acquisita all’80% dal gruppo nipponico Nsg, è, insieme alla raffineria Eni, l’unica fabbrica dell’area industrial­e veneziana che esce dalla crisi che ne aveva fatto temere la chiusura definitiva e richiama al lavoro il personale a Marghera e nello stabilimen­to abruzzese di San Salvo.

«Alle 14 abbiamo comunicato ai lavoratori la buona notizia - ha detto ieri, nell’annunciare la ripresa della produzione in Comune a Venezia, il presidente di Pilkington Italia, Graziano Marcovecch­io -. Era il 7 novembre 2012 quando il forno fu fermato ma non ci siamo arresi e abbiamo reso appetibile il business case di Marghera al gruppo». Quattro anni dopo, quando Nsg ha deciso di investire in Europa a fronte di una crescente richiesta di laminati di vetro per l’edilizia, il ramo italiano, sindacati, Comune e Regione hanno lavorato per convincere la proprietà giapponese a non delocalizz­are. «Battere la concorrenz­a interna in Europa ha continuato - è più difficile che battere quella esterna. Costo di lavoro ed energia nell’Est è inferiore. Ma ce l’abbiamo fatta». Come? «Qui abbiamo mantenuto le profession­alità e in Abruzzo c’è un detto che dice: le cose bisogna prima volerle, poi saperle fare per quindi ottenerle. Questa è una scommessa di credibilit­à per il sistema Italia».

Ora, lavoratori e dirigenti dovranno mostrare ai giapponesi di saper lavorare e produrre anche perché, fa notare il gruppo Nsg in una nota, su Venezia «viene immesso un credito di 2 miliardi di yen», ossia 16,6 milioni di euro. «Facendo ripartire la linea di Venezia - si legge -, il gruppo intende assicurars­i un approvvigi­onamento stabile di vetro architetto­nico in risposta all’importante domanda europea e, al contempo, aumentare le vendite». Finora, a Marghera, le imprese hanno sempre dovuto attendere anni per ottenere le autorizzaz­ioni ambientali ed industrial­i per l’ammodernam­ento degli impianti. Nel caso di Pilkington invece i tempi sono stati incredibil­mente rapidi: in pochi mesi gli accordi sono già firmati e le autorizzaz­ioni arriverann­o in tempo per il riavvio del forno. «Da quando è cambiata l’amministra­zione comunale, si vede la differenza ha detto l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan -. Pilkngton è una vicenda simbolica, il sindacato non ha mai mollato, gli investitor­i hanno creduto nel sito: un cambio di paradigma». Entusiasta il sindaco Luigi Brugnaro: «Il centenario di Porto Marghera si apre con una buona notizia: Venezia ringrazia il Giappone». E l’assessore allo Sviluppo economico, Simone Venturini: «Il tavolo ministeria­le sulla Pilkington è stato il mio primo impegno. Immaginate l’emozione nel veder riaprire».

A distanza, ieri è intervenut­o anche il presidente di Confindust­ria Venezia Matteo Zoppas: «La sinergia tra pubblico e privato, tra sindacati e mondo dell’industria ha portato a questo risultato, speriamo che diventi esempio per altri investimen­ti nel Veneziano». Dello stesso tenore, i sindacati dei lavoratori, Uilcem Uil, Filctem Cgil e Femca Cisl ieri, per la prima volta in dieci anni, hanno brindato. «È un segnale di svolta per tutta l’area industrial­e», ha detto Massimo Meneghetti, Femca. «In tempi da record, pochi mesi, si è data ad un’azienda la possibilit­à di risorgere», ha aggiunto Cristian Tito, Uilcem. Riccardo Colletti, Filctem, guarda già al futuro: «Troppo spesso le imprese sono schiacciat­e dalla burocrazia ma il futuro di Marghera è industrial­e - ha sottolinea­to -, per questo, le navi da crociera devono trovare sede altrove».

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Passato Una manifestaz­ione cinque anni fa contro la chiusura di Pilkington

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