Treviso e Padova su Zoppas «tentate» dall’astensione
Confindustria Veneto, Treviso e Padova «tentate» dall’astensione su Zoppas. I giochi sono fatti e la nomina già portata a casa. L’appuntamento del Comitato di presidenza - composto dai sei leader provinciali, da quello veneto e dai due regionali di Piccola e Giovani - è fissato per domani pomeriggio a Mestre. Si aprirà con i «Saggi» che riferiranno dell’esito delle consultazioni. Scontato, visto che è emerso solo il nome del leader di Venezia, Matteo Zoppas. Al pari delle maggioranze in entrambi i voti che dovranno eleggere il successore di Roberto Zuccato: sette su nove i voti per Zoppas nella conta per teste (ai presidenti di Verona, Vicenza e Venezia, che schierano anche quelli della Piccola, la veronese Cinzia La Rosa, e dei Giovani, il rodigino Giordano Riello, si sono aggiunti il leader di Belluno Luca Barbini e l’endorsement «istituzionale» di quello leader regionale uscente Roberto Zuccato l’altro ieri dalle colonne del Corriere del Veneto), e maggioranza anche in quella per censo, dove conta il peso dei contributi al bilancio regionale. L’unica cosa ancora da verificare, rispetto alla nomina di Zoppas nel dopo-Zuccato (i due sono
insieme nella foto in alto), è quale sarà la posizione di Treviso e Padova. Se alla fine voteranno a favore, con un’apertura di credito e una soluzione unitaria che non rinuncia a tallonare il futuro presidente, o se comunque si asterranno, per marcare la differenza rispetto a una soluzione con il «peccato originale» di esser nata come atto di chiusura dell’alleanza Verona-Vicenza-Venezia che ha eletto il leader nazionale Vincenzo Boccia, determinando una spaccatura a Nordest ancora irrisolta.
I contatti finali sono in corso. E i distinguo non mancano. A partire dal nodo della doppia presidenza, con la richiesta anche di Belluno a Zoppas di rinunciare alla guida di Venezia-Rovigo, che rischia però di aprire un nuovo fronte interno. E poi con il rilancio del progetto della Confindustria veneta dei servizi, simile a quello già attivo tra Vicenza, Padova e Treviso, riprendendo il piano di quattro anni fa all’inizio del mandato di Zuccato e impantanatosi subito, anche per l’opposizione di uno Zoppas appena eletto presidente a Venezia.
In più c’è che il modo in cui è venuta avanti la candidatura del presidente di Venezia non facilita. Senza un’uscita ufficiale di Zoppas che la ponesse in modo visibile, a partire da un programma con punti qualificanti su cui almeno confrontarsi con le province, la soluzione Zoppas è venuta avanti silenziosamente quasi per inerzia, come frutto di giochi già fatti. «Zoppas non avrà vita facile», ha predetto Zuccato, rispetto al clima di divisione. Anche perché, rispetto alla spaccatura su Boccia, Zoppas, nel tentare la riappacificazione, non ha da giocare nemmeno la carta di esser stato lo scorso anno una personalità super partes, fuori dallo scontro. Così, dopo il voto, oltre a dover prendere rapidamente la misura dei problemi sul tappeto (ad iniziare dalla scelta del direttore dell’associazione che sostituirà Giampaolo Pedron), Zoppas dovrà attrezzare rapidamente un programma convincente.