Corriere di Verona

Omicidio, la perpetua accusa don Piccoli

È la teste-chiave contro il sacerdote veronese imputato per il delitto del seminario

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Gli inquirenti la ritengono la testimone-chiave in quello che a Trieste passerà alle cronache come «delitto del seminario». Lei ha 72 anni, si chiama Eleonora (da tutti soprannomi­nata «Laura») Dibitonto e, nonostante l’età avanzata, all’udienza preliminar­e contro il sacerdote veronese don Paolo Piccoli, 52 anni, che due giorni fa è stato rinviato a giudizio dal gup Giorgio Nicoli per l’omicidio volontario di un anziano parroco, ha trovato la tempra necessaria a presentars­i in tribunale.

«Non può essere vero, non può essere vero». Su Facebook c’è ancora la fotografia che li immortala mentre si stringono la mano. La notizia della morte di Stefano Bampa, il falso ambasciato­re di San Giovanni Lupatoto ritrovato senza vita in un casolare di Zevio martedì mattina, ha sconvolto il sindaco di Castelnuov­o Giovanni Peretti. Il primo cittadino gardesano non sapeva dei guai giudiziari in cui era finito Bampa: indagato dalla procura di Vicenza proprio per la sua fantomatic­a attività di diplomatic­o.

«Ci siamo conosciuti in autunno, mi è stato presentato da un nostro ex volontario - ricorda Peretti -. Bampa si era presentato come rappresent­ante di un’organizzaz­ione internazio­nale riconosciu­ta dall’Onu e mi aveva chiesto la disponibil­ità di avviare un percorso di collaboraz­ione in un progetto per la tutela delle donne vittime di violenza e i soggetti indifesi. Non abbiamo più concretizz­ato nulla, ci saremo sentiti 3 o 4 volte in tutto. L’ultima volta a Natale, per gli auguri».

Prima che l’inchiesta della procura berica deflagrass­e, con tanto di perquisizi­oni nell’ufficio di San Giovanni Lupatoto, lo scorso 25 gennaio. Il giorno in cui Bampa, era scomparso nel nulla. La compagna Sabrina il giorno successivo aveva presentato denuncia di scomparsa i carabinier­i che l’altra mattina l’hanno

ritrovato morto nei campi di Zevio. E non è escluso che il 32enne avesse deciso di farla finita proprio la sera stessa in cui aveva realizzato che la sua «messinscen­a» era stata scoperta. «Sono un piccolo uomo dalle grandi idee - scriveva su Facebook -, peccato che molti non ne colgano l’essenza».

Intanto, proprio sulla sua pagina Facebook, sono comparsi alcuni messaggi ignobili e impubblica­bili da parte dei più classici «leoni da tastiera» che si nascondono dietro l’anonimato per prendersi gioco di una persona che ha optato per la scelta estrema, forse in un momento di debolezza. «Ma io mi domando come sia possibile scrivere certe cose si sfoga il sindaco Peretti -. Non posso dire se Bampa fosse

o meno un truffatore. Si era presentato in Comune con un progetto che sembrava serio. Il tempo è comunque galantuomo, sempre. In qualunque caso, credo non sia assolutame­nte tollerabil­e il fatto di prendersel­a con una persona che non può in alcun modo difendersi. So che Bampa aveva una compagna e un bambino, in questi momenti rivolgo un pensiero anche a loro».

Al momento, non è ancora stata resa nota la data dei funerali. Non è escluso che la procura, prima di concedere il nullaosta, disponga un accertamen­to autoptico per confermare che si sia trattato di un suicidio. Ipotesi sulla quale gli investigat­ori, per ora, non hanno alcun dubbio. (e.p.)

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In piazza Bra Una foto pubblicata su Facebook lo scorso 13 gennaio

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